CAPITOLO XVII. Assalto e presa della Laguna di Santa Catterina.

Il Seival, l'altro lancione compagno, comandato da Grigg, fu più fortunato — Di costruzione diversa del Rio-pardo — abbenchè poco più grande, potè sostenersi contro la violenza del temporale — e seguì felicemente la sua corsa sino al destino -

La parte della provincia di S. Catterina, ove naufragammo, per fortuna nostra, erasi sollevata contro l'impero — alla notizia dell'approssimarsi delle forze Republicane; e perciò vi trovammo amici; anzi, vi fummo festeggiati — e trovammo subito se no il necessario, almeno tutto quanto poterono offrire quei generosi abitatori -

Ebbimo subito i mezzi di trasporto per congiungerci alla vanguardia del generale Canabarro — comandata dal Collonnello [51] Teixeira — che con marcie rapide, si portava sulla Laguna per sorprenderla — Realmente, poco ebbimo da soffermarci, davanti a quella piccola città — La guarnigione ivi esistente, di circa quattro cento uomini, si pose in ritirata verso tramontana — e tre piccoli legni da guerra, si arresero dopo poca resistenza.

Io passai coi naufraghi, a bordo della goletta, Itaparica da sette pezzi di cannoni -

La fortuna sorrise talmente ai Republicani, in quei primi giorni dell'occupazione — che sembrava si compiacesse a colmarci di benefici.

Non sapendo, e non credendo gl'imperiali ad un'invasione sì subitanea — ma avendo notizie che meditavasi tale spedizione, fecersi premura ad inviare nella Laguna — armi, munizioni, e soldati — Ed ogni cosa giungendo dopo di noi, cadeva conseguentemente in nostro potere.

I Cattarinensi ci accolsero come fratelli e liberatori — caratteri che non seppimo meritare durante il nostro soggiorno, fra quelle buone popolazioni -

Il Generale Canabarro stabilì il suo quartier generale nella città della Laguna, chiamata dai Republicani Villa Giuliana — per esser nel mese di Luglio l'epoca della conquista — Dico conquista — giacchè da conquistatori fu il nostro contegno in quei paesi che si dovevan trattare fraternamente.

Al nostro ingresso, fu eretto un governo provinciale Republicano, di cui fu primo presidente un sacerdote di molto prestigio tra il popolo — Rossetti col titolo di Segretario del governo, ne fu veramente l'anima — e Rossetti era idoneo per tale impiego -

Tutto marciava a meraviglia: il collonnello Teixeira, bravissimo Ufficiale, colla prode sua collonna di vanguardia, aveva perseguito i fuggenti nemici, sino a rinchiuderli nella capitale della provincia — ed erasi impadronito quindi, della maggior parte dei paesi, e territorio di quella -

In ogni luogo, erano i nostri ricevuti a braccia aperte — e raccoglievano in quantità, disertori degli imperiali, che passavano al servizio della Republica -

Mille bellissimi progetti erano fatti dal generale Canabarro, onesto e prode guerriero Republicano — un po' [52] ruvido — ma buono, massime in quei tempi di venture — Egli compiacevasi in dire: che dalla Laguna dovea uscire l'Idra, che divorerebbe l'impero: e forse diceva vero!.... — Se con più senno e provvedimenti si attendeva alla felice spedizione -

Ma l'orgoglioso contegno nostro verso i buoni Cattarinensi — amici nostri da principio — e nemicissimi alla fine — l'insufficienza di forze, e di mezzi adoperati in tale importantissima spedizione — ed il mal volere forse, e gelosia verso il nostro generale, da chi dovea eficacemente sostenerlo, e coadjuvarlo — fecero perdere il frutto d'una brillantissima campagna — che poteva esser causa della caduta d'un impero — e del trionfo della Republica su tutto il continente Americano. –

Share on Twitter Share on Facebook