Capitolo V. Rossetti

Giunto al Rio-Janeiro, non ebbi molto ad impiegare per trovare amici — Rossetti, che non avevo mai veduto, ma che avrei distinto in qualunque moltitudine per quell'attrazione reciproca, e benevola della simpatia, m'incontrò al Largo do Passo.

Gli occhi nostri s'incontrarono — e non sembrò per la prima volta — com'era realmente — Ci sorridemmo reciprocamente, e fummo fratelli per la vita — Per la vita, inseparabili!

¿Non sarà questa, una delle tante emanazioni di quell'intelligenza Infinita — che può probabilmente animare lo spazio, i mondi, e gl'insetti che brulicano, sulle loro superficii?

¿Perchè devo io privarmi della voluttà gentile che mi bea, pensando alla corrispondenza degli affetti materni rientrati nell'infinita sorgente, da dove scaturirono — ed a quelli del mio carissimo Rossetti.

Io ho descritto altrove l'amorevolezza di quella bell'anima — E morrò forse privo del contento, di posare un sasso, sulla terra Americana, nel sito ove giacciono l'ossa del generosissimo, fra i caldi amatori della nostra bella, e povera patria! Nel camposanto di Viamâo devono trovarsi gli avanzi del prode Ligure — caduto in una sorpresa di notte, [17] fatta dagli Imperiali su quel villaggio — ove casualmente trovavasi Rossetti.

Passati alcuni mesi, in una vita oziosa — eccoci — Rossetti ed io, ingolfati nel commercio — Ma, al commercio io, e Rossetti non erimo atti.

Nella guerra sostenuta dalla Repubblica del Rio-grande contro l'impero del Brasile — fu fatto prigioniero Bento-Gonçales, ed il suo stato maggiore — e come segretario dello stesso, presidente della Repubblica, e generale in capo dell'esercito — giunse pure prigioniero Zambeccari, figlio del famoso aeronauta Bolognese.

Rossetti ottenne lettere di corso dalla Repubblica, ed armammo il Mazzini, piccolissimo legno nel porto stesso di Rio-Janeiro.

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