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GHERARDO GHERARDI

NÈ MOSCHE,
NÈ ZANZARE

CONFESSIONI DI UN UOMO
DI PROVINCIA

Questo libro è dedicato al CETO MEDIO

Me l’ha raccontata un uomo illustre, un uomo della capitale. A Giovacchino Rossini, una volta, si presentò un giovane musicista, il quale, sottoponendo al Maestro un voluminoso scartafaccio, disse con modestia non si sa bene se vera o apparente:

— Ho scritto questo zibaldone, ma non so superare la difficoltà del titolo. Sono incerto fra Notte di crisi o Tempesta di anime. Mi aiuti lei, maestro, mi dica il suo parere.

Gioacchino Rossini, soppesò lo scartafaccio, tentò qualche nota al clavicembalo poi si volse al giovane, di scatto, come colpito da un’idea violenta:

— Dite un po’; giovanotto: ci sono delle mosche nel vostro zibaldone?

Il giovane rimase un attimo perplesso, stupito.

— Mosche?

— Sì, mosche! – insistè il maestro.

— No, maestro, non ce ne sono, ma...

— E zanzare ce ne sono? – incalzò Rossini, implacabile.

— Zanzare? No, nemmeno zanzare... ma....

Il maestro riconsegnò lo scartafaccio al giovinotto.

— Ecco – gli disse – il titolo è fatto.

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