ATTO TERZO

La scena è come al secondo atto.

(Traverso è in scena come uno che attende. Si guarda intorno oziosamente, si batte le ginocchia).

(Si bussa. Si ribussa. Traverso tace).

CARLO M.

Si può? Non c'è nessuno qui?... Ah, siete voi!... Ma perché non fate sentire la vostra voce?

TRAVERSO

Non ne avevo il diritto...

CARLO M.

Avete bisogno di me?

TRAVERSO

Sì... Vi ho domandato questo colloquio per un consiglio.

CARLO M.

Voi? A me? Avete moglie?

TRAVERSO

Non più!

CARLO M.

Avete un'amante?

TRAVERSO

Non ancora!

CARLO M.

E allora che consiglio volete?

TRAVERSO

Perché? Voi non potete parlare d'altro?

CARLO M.

Oh, io posso parlare di molte cose. Ma mi sono specializzato...

TRAVERSO

In che cosa precisamente?

CARLO M.

Che domanda... Mi sono specializzato nell'arte di non farsi amare. Io sarei il rovescio di Don Giovanni. Se ne sentiva la mancanza...

TRAVERSO

Sì, ma non è di questo...

CARLO M.

Un arte magnifica, sapete? Io distruggo tutte le situazioni drammatiche escogitate fin qui. Tutte no, ma una considerevole percentuale.

TRAVERSO

Bene. Ma io non sono venuto per un consulto di questo genere.

CARLO M.

Me ne dispiace.

TRAVERSO

Dispiace anche a me. Anzi, più a me... La vostra è un'arte per i giovani... No. Io sono venuto per un importante affare che ha attinenza colla vostra famiglia...

CARLO M

Colla mia famiglia?

TRAVERSO

Sono incaricato dalla Principessa Fannv Shelder di una importante missione.

CARLO M.

Ma Fanny è sempre qui... Non ha detto nulla...

TRAVERSO

Non ha detto nulla. Ma dico io... Parliamo francamente senza perifrasi diplomatiche. Voi siete senza dubbio informato dei termini del testamento del povero Franco Shelder, a favore della vedova...

CARLO M.

(Imbarazzato) Ma... scusate... in che veste venite? Di amico... di...

TRAVERSO

Io sono il banchiere di Donna Fanny e il suo amico personale...

CARLO M.

Ma da quando?

TRAVERSO

Da qualche tempo... Mi pare pochi giorni dopo il nostro ultimo incontro al Gran Hôtel... Ma ciò non ha importanza. Voi conoscete quel testamento?...

CARLO M.

Voi volete un consiglio o delle confidenze?

TRAVERSO

(Irato) Ma insomma, parliamo chiaro...

CARLO M.

Calma, calma... Se non parlate chiaro voi...

TRAVERSO

Le condizioni patrimoniali di Donna Fanny sono disastrose... Ha appena di che vivere con un decoro che tuttavia è ben lungi dal suo titolo, dal suo diritto...

CARLO M.

Mi dispiace, ma nelle vostre mani...

TRAVERSO

Appunto. Quel povero Principe era molto innamorato di Anastasia. Troppo. E ha commesso morendo, due ingiustizie: una verso la moglie, e una verso la sorella. Che ne dite?

CARLO M.

Io dico che sarà andato all'inferno.

TRAVERSO

Ora, io penso, se i morti hanno dei capricci, non potrebbero i vivi porvi riparo?

CARLO M.

E come?

TRAVERSO

Mettendosi d'accordo, evitando le questioni giudiziarie. Donna Fanny apprezza molto la condotta di Anastasia... Dice che è la virtù personificata.

CARLO M.

Lo dicono tutti.

TRAVERSO

Ma si rende perfettamente conto che una donna giovane e bella come lei non può lungamente resistere alla necessità di un amore, di una famiglia...

CARLO M.

Donna Fanny può deporre tutte le speranze in proposito. Nessuno meglio di me può dirlo... È sempre qui... La vedo, la seguo, la scruto... No, no, caro... Quella è una donna per la quale la virtù non è uno sforzo, ma una necessità...

TRAVERSO

Sì, ma tuttavia... Un marito potrebbe darsi...

CARLO M.

Macché, macché...

TRAVERSO

(Irato) Come, macché?... Che ne sapete voi?

CARLO M.

Ma io dico «macché» lo stesso...

TRAVERSO

Mi volete lasciar finire, o no? Potrebbe essere, dice Donna Fanny, che Anastasia poverina sentisse il bisogno... (Segni silenziosi di protesta di Carlo Maria) Ma siete ostinato, sapete? Sentisse il bisogno di... Un amore... Di qualche cosa... Ma sì, ma sì... Finora lo so... Finora non ha sentito nulla. Ma se fosse, dico se fosse, perché dovrebbe negarselo? Per il timore di essere gettata sul lastrico da una balorda disposizione testamentaria? Orbene, Fanny rende tutta intera la sua libertà... Fanny tende la mano ad Anastasia...

CARLO M.

Per prendere quanto?

TRAVERSO

Ma... Io non so... Si potrebbe discutere. Oh, Donna Fanny non ha certo folli pretese... Insomma, si vedrebbe... Ma voi, che consiglio mi date? Parlare ad Anastasia direttamente o attendere che voi... che siete un amico così delicato...

CARLO M.

Un momento. (Pausa) Permettetemi di cambiare discorso un momento. Vedrete che ci ricaschiamo a piè pari. Vi ho detto, è vero, che mi sono specializzato...

TRAVERSO

Sì, ma non vedo...

CARLO M.

Un momento solo... E ho un discepolo. Sapete chi è?

TRAVERSO

Se non me lo dite...

CARLO M.

Enrico.

TRAVERSO

(Pensa un po') Ma... voi insegnate a Enrico... Siete eroico!... E... impara, impara?...

CARLO M.

Sì, sono contento. Ha delle grandi qualità quel ragazzo... È cambiato da così a così...

TRAVERSO

Tanto simpatico...

CARLO M.

No, basta... Adesso è insopportabile... Ah, sì.. Son davvero soddisfatto con me per questo, ma più mi avvicino alla meta... più temo. Perché, capite? Io ho posto in questa mia opera di educazione morale delle grandi speranze...

TRAVERSO

Lo capisco... È molto bello tutto ciò...

CARLO M.

Delle speranze definitive... perché o lei... la donna che egli amò, lei...

TRAVERSO

Capisco...

CARLO M.

O lei perde in questa esperienza qualsiasi illusione nell'amore romanzesco e si chiude definitivamente in casa... o si presenta la possibilità che io mi trovi fra i piedi un domani più o meno lontano, un altro allievo... E poi un altro... Tutta una scolaresca!... Io sono fermamente fissato su questo principio: meglio uno solo... Ora voi comprenderete che io sono in uno stato d'animo delicatissimo... Bisogna che io mi decida. Tentiamo il tutto per il tutto?

TRAVERSO

Ma certo. Ormai...

CARLO M.

Sono a un pelo dal capolavoro... Perciò mi trovate così nervoso...

TRAVERSO

Mi pare che non abbiate altra via che questa e di confidare nella Provvidenza...

CARLO M.

Bene. Sì... Via i dubbi... Via le incertezze... Fino in fondo, voi dite?

TRAVERSO

Ma certo!

CARLO M.

Allora del vostro affare, per ora, niente.

TRAVERSO

(Irato) Ma non scherziamo... Che cosa c'entra?...

CARLO M.

(Irato più di lui) Ma sicuro che c'entra. L'avete capito o no che io sono in un momento delicatissimo? Gettate una bomba simile in questa atmosfera sottile, vibrante... ultra sensibile, e tutto va all'aria. Nessuno pensa più alla psicologia, tutti pensano ai quattrini e i problemi morali fanno un passo indietro... Oh, non avete un'idea della delicatezza del mio lavoro... È una tela di ragno che trema al più piccolo alitare del vento, è un velo trapunto di raggi lunari, una evanescente fantasia di fili di pioggia e cristalli di neve...

TRAVERSO

Oh, oh!...

CARLO M.

(Altro tono) Ma sì... È l'artista che parla...

TRAVERSO

Alle corte. Per quanto la vostra faccenda rivesta un carattere di urgenza, diremo così, psicologica... farò come volete... Ma ci sarà molto da aspettare?

CARLO M.

E chi lo sa?... Un'ora... un anno...

TRAVERSO

Un anno?

CARLO M.

Dico per dire... In ogni modo rispettate il mio segreto e avrete in me un potente alleato... Tanto più potente se...

TRAVERSO

Già... se avrete ripreso in casa vostra una posizione predominante...

CARLO M.

Benissimo... E ora sono costretto a privarmi della vostra compagnia. Sono le tre e cinquantacinque. Alle quattro ho lezione... (Si suona internamente) Sentite? Puntuale come la fatalità... Arrivederci.

TRAVERSO

Arrivederci e... mi raccomando a voi (Via).

CARLO M.

Va bene?... (Solo, canterella soddisfatto di sè).

(Entra Enrico)

ENRICO

Buongiorno...

CARLO M.

Buongiorno... Novità?

ENRICO

(Alza le spalle).

CARLO M.

Perfetto.

ENRICO.

Che novità volete che ci siano?... Si tira avanti così... Io ripeto quasi giornalmente i punti più salienti delle vostre lezioni... Ma è una morte!... Una disperazione!...

CARLO M.

Piano, piano, ragazzo mio... Siate prudente... Insomma, nessuna novità.

ENRICO

No. Noia.

CARLO M.

Benissimo...

ENRICO

Che cosa vuol dire? Mi ha detto che farei bene a cercarmi un impiego...

CARLO M.

Vi ha detto così? Benissimo... Si marcia, si marcia a gonfie vele... Proseguiamo...

ENRICO

No. Scusate... Oggi no. Ho i nervi... Non so, mi darei degli schiaffi...

CARLO M.

Benissimo. Non potete sopportare voi stesso... È una grande forza nel vostro caso.

ENRICO

Va bene... Ma parliamo d'altro.

CARLO M.

Noi due non possiamo parlare che di questo...

ENRICO

Allora non parliamo di nulla.

CARLO M.

Non è divertente. Preferisco andarmene a meditare... A meditare per voi... Arrivederci... (Via).

(Enrico rimasto solo, sbadiglia)

ANASTASIA

(Si sente la voce) Cucù, cucù!...

ENRICO

(Alza gli occhi al cielo. Con voce artificialmente affettuosa ma senza muoversi dal luogo nel quale si trova) Dove sei gattino?... Se ti pesco!...

ANASTASIA

Cucù.

ENRICO

(C. s.) Se ti pesco...

ANASTASIA

(Entra: senza slancio abbraccia Enrico).

ENRICO

Ah, sei qui?... Gattino, gattino...

ANASTASIA

Non mi cercavi nemmeno...

ENRICO

Ma sai, mi stavo accomodando la cravatta.

ANASTASIA

E non avevi il tempo di farlo prima? Sei venuto tanto tardi anche oggi che il tempo per farti il nodo avresti dovuto trovarlo. Vorrei sapere dove perdi il tuo tempo.

ENRICO

Ma... non so...

ANASTASIA

Vedi? Ti dimentichi di me!

ENRICO

(Che sta mangiando un fiore) Di te? Oh, cara, che dici?

ANASTASIA

Ma che fai? Ancora? Non vuoi perdere questo nuovo vizio di mangiare i fiori! Le mie rose! (Come ad accarezzarle) Ma guarda come sono belle! E tu le mangi... Ah! (Torna al suo posto come a dire: «Quest'uomo è una miseria»).

ENRICO

(Ridendo) Sono diventato vegetariano! Non hai pensato a una insalatina di mughetti?

ANASTASIA

Come sei spirituale?

ENRICO

Voialtre donne, se non vi attaccate alle frasi fatte, non vi reggete!...

ANASTASIA

Sì, va bene. Ti faccio osservare che su questo tema mi hai già intrattenuta un'altra volta. È la solita musica...

ENRICO

A proposito di musica, non ne abbiamo parlato da un pezzo... la musica... che cosa odiosa!

ANASTASIA

Ma che c'entra!

ENRICO

Niente... Si parla del più e del meno, di fiori, di tante cose... Perché non si dovrebbe parlare di musica? Ti ricordi di quella serenata, no... Cos'era quella cosa che tu suonavi al pianoforte... che ti piaceva tanto...

ANASTASIA

Ma... «La canzone triste»! di Ciaikowsky!

ENRICO

Che cretino quel Ciaikowsky!

ANASTASIA

Francamente io non capisco che cosa c'entri ora questo discorso... In ogni modo mi permetto di ricordarti che piangevi anche tu, quando suonavo quella composizione...

ENRICO

Piangevo? (Sorride) Ah!... Già... Piangevo, se no, non mi amavi...

ANASTASIA

Ah... Così che tu... fingevi...

ENRICO

Fingevo... no. Piangevo davvero, ma pensavo a delle cose tristi della mia famiglia.

ANASTASIA

Ah... (Rimane come stupefatta).

ENRICO

(A sè) Questo sarebbe il momento di dare un calcio al cagnolino, ma ci vorrebbe il cagnolino... (Dà un calcio all'aria) Via!...

ANASTASIA

Cos'è stato?

ENRICO

M'era parso che ci fosse un cagnolino.

ANASTASIA

Ma che ti salta in testa? Non ho mai tenuto cani qui in città.

ENRICO

È vero... Già, peccato!... Ma chissà perché... Mi pareva di essere in campagna. Ho un sapore di erba in bocca...

ANASTASIA

Come sei carino...

ENRICO

E tu come sei di umore nero.

ANASTASIA

Io?... Hai del coraggio davvero... Ma se io sono venuta qui allegra, contenta...

ENRICO

Là, là... (Con un sospiro) Ora basta... Via... Facciamo la pace... (Le si avvicina con evidente buona volontà).

ANASTASIA

(Allontanandolo) No, no, ora non ho voglia di sciocchezze.

ENRICO

(Con ira) Ma allora, cosa devo fare? Mi dici come devo fare? In un modo non ti va, nell'altro non ti va...

ANASTASIA

Eh?... Questo tono?...

ENRICO

(Con falsa compunzione) Sì, va bene... Hai ragione... Scusami... Anche tu mi tratti in un modo...

ANASTASIA

Io?... Ma che cosa stai dicendo?...

ENRICO

Tu non hai mai rifiutato un bacio come hai fatto adesso.

ANASTASIA

Perché così non me lo avevi mai offerto...

ENRICO

(Sulla via dell'ira) Ma senti, cara... Sono ormai tre anni e mezzo...

ANASTASIA

Come li conti..

ENRICO

Senti chi parla... Che sta attenta agli anniversari...

ANASTASIA

Ma lo li conto come feste... Tu suoni a morte...

ENRICO

Andate a ragionare con le donne...

ANASTASIA

Le donne, le donne... Smettila di parlare delle donne... Io non sono le donne...

ENRICO

Insomma, hai intenzione di continuare un pezzo così? Perché se mai me ne vado. Io l'amore non lo concepisco così, io... Io non vengo qui per bisticciare e per sentirmi dare lezioni di creanza...

ANASTASIA

Lezioni?

ENRICO

Ma sì, credi che non abbia veduto l'occhiata di disprezzo che mi hai dato quando sei venuta a vedere quante rose avevo mangiato?... Per averne assaggiata una foglia...

ANASTASIA

Ti ho guardato come si guarda un fenomeno spiacevole...

ENRICO

Mi pare che da un po' in qua lo sto diventando abbastanza frequentemente ai tuoi occhi.

ANASTASIA

No, senti, siediti e ragioniamo.

ENRICO

Bene, mi devi dire in che cosa io ti ho offesa...

ANASTASIA

No... Ascolta... Tu mi devi dire la verità. Sei buono di dire la verità? Prova. Tu non mi ami più...

ENRICO

Io?... Hai un bel coraggio, sai... Ma se...

ANASTASIA

Allora tu mi ami ancora?

ENRICO

(Polemico) Io, sì!

ANASTASIA

Come sei musicale.

ENRICO

Musicale... Rispondo... È un sì naturale!...

ANASTASIA

(Con l'aria di un professore che vuole prendere alla sprovvista uno scolaretto) Allora, se mi ami; che giorno è oggi?

ENRICO

Oggi?... Oggi... è... Oh, lo ricordo benissimo, ma tu mi fai parlare...

ANASTASIA

Che giorno è oggi?

ENRICO

Ah... sì... (Con un sorriso di trionfo) Tre anni fa, giusto a quest'ora noi due soli, in una casetta nel bosco di San Damiano...

ANASTASIA

(Stupita) Cosa... Nel bosco... E che cos'è questo bosco di San Damiano?... Con chi sei andato nel bosco di San Damiano?...

ENRICO

Già, già... Hai ragione, niente bosco di San Damiano... Oggi ne abbiamo quattordici... Vedi se mi ricordo? Quattordici!

ANASTASIA

Rispondimi... Dov'è questo bosco di San Damiano?

ENRICO

Non lo so... Mi sono confuso... Ti sembrerà strano, ma ti giuro che mi sono confuso... devo averlo letto in un romanzo.

ANASTASIA

(Singhiozzando) Impostore!... Nulla ricordi, nulla!

ENRICO

Sciocca! Non vedi che scherzo? Vuoi che non mi ricordi che cos'è il quattordici agosto?

ANASTASIA

Lo ricordi? E perché allora mi fai tanto penare... Cos'è?

ENRICO

Il quattordici agosto!... Il quattordici luglio è... la presa della casa... E il 14 agosto... Eh, mi ricordo perfettamente... Lugano... Hôtel du lac...

ANASTASIA

(Fredda) E questo, in che romanzo l'hai letto?

ENRICO

(Seriamente) Io mi farei turco per sapere...

ANASTASIA

Venezia; camera...

ENRICO

Quattordici...

ANASTASIA

Ventotto...

ENRICO

Il doppio!... Decisamente io fumo troppo... Il fumo rovina la memoria...

ANASTASIA

Ma dimmi serenamente, francamente, che non mi ami più... che io possa almeno conservare di te un ricordo meno penoso...

ENRICO

Anastasia, hai ragione!... No so come dirti... Se guardo bene nel fondo del mio cuore, io trovo che... ti amo, ti amo tanto!... (Come ricordando la lezione di Carlo Maria – tra sè) Grandi prove d'amore!... (Poi ad Anastasia) Ma un piccolo sentimento nuovo si è sostituito...

ANASTASIA

Basta. Ho capito (Sta per andarsene. Enrico non si muove, Anastasia si volta) Basta! Ti sarei grata se mi evitassi la noia della tua presenza (Via).

ENRICO

Austerlitz! Che vittoria!... Però queste vittorie si consolidano con la fuga!...

CARLO M.

(Batte alla porta) Si può?...

ENRICO

Avanti, avanti....

CARLO M.

Siete solo?

ENRICO

Solo, ma felice!... Maestro, lasciate che vi abbracci!

CARLO M.

Piano... Non permetto!...

ENRICO

Scusate, ma non so come dimostrarvi la mia riconoscenza. Non ho più bisogno di lezioni. Ho dato l'esame finale e sono stato promosso!

CARLO M.

Promosso, dite? Ma, siete ben certo di non essere rimandato alla sessione di ottobre?

ENRICO

No! Promosso! Non c'è dubbio! Me lo ha detto lei stessa... Era lì... No; era qua... No...

CARLO M.

Spero che non ci vorrete mettere una lapide!...

ENRICO

Ha detto: «Ti sarei grata se mi evitassi la noia della tua presenza» (Compare Lola) Ah, signora, signora! Come sono felice... Se sapeste!...

CARLO M.

(Intanto ha fatto un salto indietro e guarda con crescente affanno i due che parlano tra loro).

LOLA

Lo so, lo so!... E speriamo che sia una cosa definitiva... Duratura! Perché, intendiamoci bene, per conto mio, basta!

ENRICO

State tranquilla... È una donna di carattere!

LOLA

Ebbene, avevo ragione, o no, di affidarvi alla guida di mio marito?

CARLO M.

(Scoppia) Ma!... Ma allora...

LOLA

Carlo, che hai?... Perché fai quella faccia?

CARLO M.

Allora si trattava di A... Ana... Anana...

LOLA

Anastasia!

CARLO M.

Sicché, tu... Voi... Niente!...

LOLA

(Offesa) Carlo!... Che intendi dire? Io posso guardarti in faccia senza rimorsi!...

ENRICO

(Con la risata proprio di chi fa una lieta sorpresa) Anch'io... Anch'io!...

CARLO M.

Ah!... E me lo dite così... con l'aria di darmi una buona notizia... E aspettate, scommetto, delle felicitazioni.

ENRICO

Ma...

CARLO M.

Ma dove avete la coscienza?... Guardateli!... Si meravigliano... Non capiscono... Non sentono che la mia vita è rovesciata... Scardinata... Spezzata per la seconda volta... Sì, sì... Rovesciata, perché io avevo accettato, da uomo moderno, il peso della mia situazione. Mi ero sacrificato, io! Avrei potuto lavorare, avrei potuto seguitare a divertirmi, giuocare, vivere insomma, come ogni altro uomo! Niente!... Tutto, tutto mi sono vietato perché qualche cosa di puro restasse in casa mia. Invece nulla!... Tutto uno scherzo... Tutta una finzione!... Un capolavoro buttato all'aria!

LOLA

Ma Carlo!... (A Enrico) Enrico, scusate, non vedete che diventa matto? Non avete niente da dire?

ENRICO

Io no...

CARLO M.

E mentre io, povero allocco di marito, non vedevo nulla tutto il mondo, magari, sapeva e rideva!

LOLA

Ma no, Carlo!... No! Nessuno sapeva niente...

CARLO M.

E non un amico, perdio, non un amico che mi abbia mandato una lettera anonima!

ENRICO

Già... i mariti sono sempre gli ultimi a sapere!

CARLO M.

Ma state zitto voi! Mi meraviglio che abbiate ancora il coraggio di rivolgermi la parola!... Dopo quello che avete fatto!

ENRICO

Che non ho fatto!

CARLO M.

Ma che non ho fatto! Vorreste forse negare che voi due per tre anni mi avete ingannato?

ENRICO

Ingannato... Nel senso che, purtroppo, non vi abbiamo ingannato.

CARLO M.

In un senso o nell'altro è lo stesso! Il fatto è che ora sono qui nello stesso stato d'animo del giorno che credetti colpevole mia moglie... L'anima che sobbalza da così a così... E adesso dovrei cambiare ancora una volta il mio sistema mentale, i miei giudizi, le mie opinioni, sul matrimonio, la donna, la vita... Mentre il mondo mi guarda e ride, continua a ridere... Perché ormai non c'è più nessuna differenza fra adesso e prima.

ENRICO

Per me, ci trovo una grande differenza!...

CARLO M.

Ah, tacete!... Ora che vi guardo bene mi dico tre volte dell'imbecille per non aver capito che era assurdo...

LOLA

Ah, Carlo!... Ecco la prima cosa buona che dici in questa occasione!... Lascia parlare me, ora! La rea, l'autrice di questa tragedia.

CARLO M.

Non cercare di giustificarti, sai. Non v'è nulla che possa farmi dimenticare.

LOLA

Ebbene, ciò vuol dire che avremo qualche cosa da non dimenticare tutti e due.

CARLO M.

Adesso non ricominciare con la storia antica...

LOLA

È la causa della storia moderna! Ma non ti dico che una cosa sola: ci sono tre o quattro nomi di donna che basterebbero da soli a dire tutto il mio dolore e l'affanno della mia vita di giovane sposa... Vuoi che te lo ricordi?

CARLO M.

No! Taci! Non vedi che c'è un intruso che ascolta? Siete ancora qui, voi? Ma che volete ancora? Volete una lezione sul modo più veloce di scendere le scale?

ENRICO

Signore!... Io non posso lasciare una donna compromessa per colpa mia, alle prese con un marito infuriato!

(Carlo sta per scagliarsi su Enrico, ma il telefono squilla. Carlo si ferma. Enrico che aveva avuto paura si calma. Lola va a rispondere).

LOLA

Pronto?... Ah, sei tu, Fanny?... No, niente di nuovo... La solita vita... Carlo?... Che cosa deve fare?... sì... sì... (Con gioia) Oh cara... ma certo, ma certo... E c'era bisogno di mandare il tuo banchiere per questo?... Sì, sì, gliene parleremo... Sono molto contenta, molto contenta!... Arrivederci... (Depone il ricevitore: a Carlo). E non mi dici nulla? Fanny propone ad Anastasia un accordo sul testamento... e non mi dici nulla?...

ENRICO

Come, scusate?...

LOLA

Ah, che giornata!... Ormai non si tratta che di stabilire quanto... Quanto!... Poi mia sorella sarà libera, ricca e libera!... E non mi dicevi nulla... lo vedi?

ENRICO

(Colpito dalla notizia sta come sbalordito).

CARLO M.

Mi pare di avere il diritto, l'umano diritto di considerare più importante ciò che sta accadendo a me... (Si avvede della presenza di Enrico) Ma voi, scusate, avete deciso di diventare un mobile in casa mia?

ENRICO

(Svegliandosi) Scusate, maestro... Una domanda sola e poi me ne andrò per sempre. Dipende dalla vostra risposta... Credete voi che una donna possa, un giorno o l'altro, perdonare a un uomo che ha dato del cretino a Ciaikowschy... che ha dimenticato il suo compleanno, che ha mangiato dei fiori?...

CARLO M.

(Ridacchia) No, caro... I miei insegnamenti sono fatali! Potete andare!...

ENRICO

(Con un sospiro) Oh... Anastasia... Cucù... Se ti pesco!... (Cupo) Addio, signora... (Bacia la mano) Addio, signore!... (Un largo saluto alla stanza ed esce).

CARLO M.

(Si siede affranto).

LOLA

Dunque non mi vuoi perdonare?

CARLO M.

Queste cose non si perdonano... Non si dimenticano.. Ma non parliamone più... Tu di là, io di qua... Buoni amici, ma...

LOLA

No... Così no...

CARLO M.

Me ne duole... Hai voluto curarmi, guarirmi... ma hai caricato le dosi... Ormai sono avvelenato...

LOLA

Sì, ma non sei morto...

CARLO M.

E chi lo sa? Tre anni?... Non ti pare una esagerazione, uno scherzo simile per tre anni?

LOLA

Caro... C'era anche mia sorella da salvare... E tu lo sai quando si comincia a fare una buona azione, è difficilissimo smettere... ma ora... invece di essere contento di scoprire che tua moglie è fedele, onesta, innamorata...

CARLO M.

Non mi far ridere... Innamorata!... L'amore... Ma che può restare dell'amore dopo la triste esperienza che ho fatto io?

LOLA

Ma se non era vero niente?!...

CARLO M.

Non era vero niente, ma l'esperienza l'ho fatta lo stesso. No; tu di là, io di qua... da buoni amici...

LOLA

E sta bene. Hai detto di là? Però ricordati che questo momento tra noi non ritornerà mai più. La felicità ci passa da vicino, così da vicino che io ne sento persino il profumo... Non tornerà più... Come vuoi... (Si avvia).

CARLO M.

(Sta per parlare e non dice che un): Ma... (Poi si trattiene).

LOLA

Hai detto?

CARLO M.

Io?... Niente! (Lola sta per uscire; allora Carlo riprende) Ma come si fa a pretendere che un uomo da un momento all'altro... Ma ragiona: adesso io devo andare a cercare l'anima mia di una volta, che è cascata non so dove!... Devo pescarla come si fa col raffio quando la secchia è andata in fondo al pozzo... La troverò?... Non la troverò... Mi pare impossibile... Guarda: vuoi la misura del mio mutamento? Poco fa tu mi hai detto di tre o quattro donne, che so io? Ebbene, ti giuro che non ne ricordo nessuna... Parola!... Se dovessi dirne i nomi, non saprei, tanto si sono perdute...

LOLA

Se è per pescare la secchia in fondo al pozzo... (Sospirando) te le ricorderò io.

CARLO M.

No, no... Non c'è bisogno... Ho altro da pensare...

LOLA

Tu non hai più niente invece da pensare... Tu non hai che da ritrovare il tuo cuore giovanile... Oh, non temere, questi nomi me li sono ripetuti tante volte... E poi mi piace... voglio pronunciarli, almeno una volta, ad alta voce Giovanna Drei... la ricordi?

CARLO M.

Ah già... Giovanna Drei... (Man nano che i ricordi affiorano, Carlo si trasforma) Ah, già... Giovanna Drei... Uh... si perde nel tempo...

LOLA

Era bella...

CARLO M.

(Non convinto) Sì... abbastanza...

LOLA

Più bella di me...

CARLO M.

Che c'entra... Era golosa... Un giorno la vidi mangiare delle paste... Basta, basta...

LOLA

Marta Fasani...

CARLO M.

(Più ilare di prima) Sì, sì... Marta Fasani... Con quel passo melodrammatico...

LOLA

Era bella...

CARLO M.

Bella?... Per carità!... Aveva qui sul labbro un neo grosso come un pisello! (Ride).

LOLA

Come va?

CARLO M.

Che cosa?

LOLA

La secchia?!... Si pesca?...

CARLO M.

Non so... Mi pare di sentir parlare di personaggi di commedie antiche... Fedora... Andreina... La stessa cosa... Tò... mi viene in mente un altro tipo. La polacca... Scusa eh... ma tra amici... Tu eri molto gelosa della polacca... Ma avevi torto... Una cretina...

LOLA

Avevo torto, forse... ma soffrivo!

CARLO M.

Molto?

LOLA

Sì.

CARLO M.

Gioventù!... Allora conoscevo l'arte di farmi amare... Ti ricordi quando fuggimmo insieme a nasconderci per otto giorni alle Brioni?....

LOLA

(Commossa) Grazie...

CARLO M.

Perché?...

LOLA

Sei riuscito a pescare anche un piccolo ricordo di tua moglie...

CARLO M.

(Commosso, non sa che cosa dire) Sai... Un'idea chiama l'altra... Un pensiero l'altro...

LOLA

(Con trasporto) Carlo!...

CARLO M.

(Con tono freddo come prima) No, no... Non avevo nessuna intenzione di farti la corte...

LOLA

Io invece... Avevo intenzione di fare un poco la civetta.

CARLO M.

Ma via, saremmo ridicoli... Almeno io. Sarei ridicolo ormai... Ma guardami bene...

LOLA

Che bell'uomo! Sì, sì, te lo dico francamente, senza adulazione, sei un bell'uomo... E poi simpatico... Se tu sapessi come ero contenta quando sentivo dire a qualcuno: «Però è un bell'uomo!...»

CARLO M.

Quel «però» è un poema!...

LOLA

No, no, non fare il broncio un'altra volta... Cerca piuttosto di ricordare qualche altro particolare di allora. Mi piace tanto sognare il passato!... Forse è un modo di sperare... Pensa ancora...

CARLO M.

Non ricordo niente.

LOLA

Io sì. Quando venivi a casa per la cena, per esempio, i primi tempi.

CARLO M.

Ebbene?

LOLA

Non ricordi?... Io ti aspettavo leggendo qualche libro... Ecco, così... E senza capir niente di quello che leggevo col cuore un poco in moto, mi pareva di seguirti per le vie che percorrevi. Ecco: attraversa la strada, entra nel portone, sale le scale... i suoi passi si avvicinano per il corridoio... Ma non stare lì fermo, vai fuori e torna dentro...

CARLO M.

Ma tu scherzi...

LOLA

No, no... Per ricordare... Fammi questo favore... Per ricordare meglio i bei tempi, che tu pure hai richiamato poco fa...

CARLO M.

Se ti fa piacere... Ma poi...

LOLA

Poi... si vedrà... Vai fuori e rientra...

(Carlo Maria eseguisce. Batte alla porta)

LOLA

(A Carlo che compare con la testa soltanto) Ma no, che non battevi... Non è così... Riprova...

CARLO M.

(Apre con grande soddisfazione ma senza battere alla porta) Buona sera...

LOLA

No, caro... No? Sei un testone!... Non era precisamente così... Pensaci bene e riprova un'altra volta...

(Carlo Maria entra, si avvicina a Lola senza parlare e la bacia)

LOLA

Caro!

CARLO M.

Canaglia!

FINE DELLA COMMEDIA

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