ATTO SECONDO

Un salotto elegante. Pianoforte. Telefono.

LOLA

(Sta scrivendo a una scrivanietta. Il telefono suona. Lola ne è seccata) Pronto? Ah, sei tu? No, cara, Anastasia non è qui... È in camera sua... Subito: aspetta un momento all'apparecchio. A stasera, sì. (Suona un campanello)

CAMERIERA

(Entra).

LOLA

Bussa all'uscio di Donna Anastasia: dille di venire al telefono. C'è Donna Fanny...

CAMERIERA

Ancora?

LOLA

Ssst!... Non vedi che è aperto il microfono?

CAMERIERA

(Con un muso verso il microfono se ne va in punta di piedi)

LOLA

(Riprende a scrivere) «Passerò dal negozio la prossima settimana». (Si ode bussare alla porta) Avanti (Si ribussa) «Saluti suo marito»... Avanti!...

(L'uscio si apre a poco a poco. Ne entra la voce di Carlo Maria che cantarella)

CARLO M.

Là, là, là... (Tossisce)

LOLA

Eccolo qua...

CARLO M.

Sei qui?...

LOLA

Ma sì, avanti, avanti...

CARLO M.

Sei sola?

LOLA

Non lo vedi?... Che vuoi?

CARLO M.

Volevo salutarti... Non ci siamo veduti a colazione... (Si guarda intorno) Non c'è proprio nessuno... (Si siede vicino al microfono del telefono) Nè Enrico, nè quel gendarme di Fanny.

LOLA

Taci!

CARLO M.

Dov'è?

ANASTASIA

(Entra e corre al telefono) Pronto, Fanny? Sono io... Sì, sto in casa fino alle sei... A più tardi...

LOLA

Che voleva

ANASTASIA

Il solito...

CARLO M.

Vigilanza speciale.

ANASTASIA

Pazienza... È il mio destino... (via)

CARLO M.

Poverina!... Che angelo!... Che creatura!... È inutile... Sono fenomeni che bisognerebbe studiare...

LOLA

Sì. Veramente è tutto il ritratto del nostro povero babbo...

CARLO M.

Di', la mamma com'era?

LOLA

Oh... caro... non essere irriverente... Sei melenso... Io sono stata esattamente come lei fino al giorno del matrimonio... Ero così o no? Parla francamente.

CARLO M.

Per la verità non lasciavi nemmeno sospettare certi sviluppi... Il mistero è qui... Che Anastasia, nonostante tutto... è rimasta tale e quale...

LOLA

Non ha mica sposato te...

CARLO M.

Spero che non vorrai paragonarmi a quel pazzo di Shelder!

LOLA

Quello era un uomo!

CARLO M.

In una sola cosa riconosco la sua superiorità: lui è riuscito a morire e io no...

LOLA

Carino...

CARLO M.

Ma vivo per vivo...

LOLA

Vivo per vivo, non ha mai abbandonato sua moglie un minuto, non l'ha mai trascurata, era un uomo pieno di delicatezze e di pensieri gentili... Bisognerebbe saperlo conservare l'amore di una donna...

CARLO M.

E va bene!... Ma che stai facendo?

LOLA

Scrivo, non vedi?

CARLO M.

A chi? (Lola non risponde) Ho capito.

LOLA

Lo sai che da qualche tempo il tuo contegno è ripugnante?

CARLO M.

Perché?

LOLA

Lo sai benissimo! Te ne ho accennato anche ieri sera. Ti avrei preso a schiaffi.

CARLO M.

No... Questo no... I maltrattamenti fisici no! Del resto, mi dici che debbo fare?

LOLA

Ti devo insegnare io? Devi fare il marito e non il padre...

CARLO M.

Va bene. Allora dimmi a chi scrivi...

LOLA

No!

CARLO M.

Va bene!...

LOLA

Ma strappami questa lettera di mano!... Colla forza, colle percosse magari!...

CARLO M.

(Si avvicina, con voce grossa) Fammi vedere quella lettera!

LOLA

(Provocante) No!

CARLO M.

(Rinunciando) E poi! Se è una lettera a lui...

LOLA

Ma dunque... Una cosa è ben ferma nella tua mente: che io ti tradisca...

CARLO M.

(La guarda stupito) Ah... Senti!... (Colpito da una idea) Aspetta! Sì, sì! È giusto! Tu devi fare cosí... È perfettamente logico... Hai capito perfettamente la tua posizione... Ma anche io ho capito la mia che è molto più difficile...

LOLA

Se fosse difficile come dici, mi faresti almeno delle scenate di gelosia...

CAMERIERA

(Entrando) C'è il signor Enrico.

CARLO M.

E adesso dovrò anche fare dei convenevoli!

LOLA

No, no... Ti giustifico io... Vai...

CARLO M.

Brava... Risparmiami il più possibile... Ciao! (Se ne va)

LOLA

Fai entrare il signore, ma digli che aspetti un momento (Via da un lato) (La cameriera via dal fondo)

ENRICO

(Entra, si guarda attorno come cercando qualcuno che suppone sia nascosto) Cucù... cucù... cucii... Non c'è davvero...

(Si mette a girare, si accomoda la cravatta, prende un ritratto dal tavolino e lo guarda sospirando).

VOCE DI DONNA

(Interna) Cucù...

ENRICO

(Andando alla porta di fondo) Ah!... Sei qui, eh?.. (Apre la porta e prende fra le braccia una donna che non si vedrà subito dalla platea) – Sei qui, gattino capriccioso... Sei qui... (La bacia. Pausa. Suona il telefono).

ANASTASIA

(Entrando mentre Enrico chiude) Pronto... Sì... sono io Anastasia. Oh, ancora tu... Fanny, dimmi... Sì, sono sola... Ma nulla: stavo qui leggendo... Visite? Io visite? E che visite vuoi che riceva? No, no... Come? Ah... Oh, poveretto, sono stata molto sciocca io... Sì, gli perdono... Ma non lo ricevo, sai... Non lo ricevo... Sì?... Bene, bene... Credi che io faccia bene? E allora... Come vuoi... Lo riceverò.. A più tardi...

ENRICO

(Con uno scatto violento) Ma che cosa vuole! Ma dille che la smetta! Non si può stare un momento tranquilli che quella telefona o casca fra i piedi! Fa impazzire!

ANASTASIA

Pazienza, caro, pazienza! Andiamo, non ti voglio vedere arrabbiato! Che cosa dovrei dire io che per farle piacere dovrò ricevere Fritz Ancari, che verrà qui tra poco...

ENRICO

Benissimo. Ora si mette anche lui...

ANASTASIA

Via, Enrico... Tu sai che non posso fare a meno di accontentarla in tutto... Scusa, lascia che mi levi questo pensiero (Suona).

ENRICO

E io dovrò uscire, vero? Dovrò andare al cinematografo...

ANASTASIA

Perché? Lola non si muove...

ENRICO

(Calmo) No? Ma vuoi che le infligga la mia presenza anche quando non dovrebbe essere necessario?

ANASTASIA

Ma Fritz Ancari lo sbrigo in due parole...

CAMERIERA

Ha chiamato?

ENRICO

Avvisi la signora, che verrà oggi il signor Fritz...

CAMERIERA

Fritz?.. Sta bene (Via).

ENRICO

Non le diamo noie abbastanza!...

ANASTASIA

Davvero!... Alle volte, per quanto sia mia sorella, mi pare di non avere il diritto di domandarle tanto. E allora mi metto a sognare, a sognare...

ENRICO

Che cosa sogni!

ANASTASIA

Non so. Tante cose!... Che tu sei diventato un celebre pittore...

ENRICO

— Toh!... Perché, pittore?

ANASTASIA

Così... Quando si sogna. Tu non pensi di ereditare da tuo zio...

ENRICO

Ma sì, ma mio zio è lì... È vecchio...

ANASTASIA

Non ti fidare dei testamenti! Preferisco pensare che tu diventi un celebre pittore, che partiamo insieme su una bella nave, che ci sposiamo in una chiesetta sperduta fra monti sconosciuti...

ENRICO

E Fanny?

ANASTASIA

Fanny? Che cosa vuoi che mi importi di tutti i Shelder e della loro fortuna se tu sei un celebre pittore?

ENRICO

Ma cara, non so nemmeno disegnare un uovo.

ANASTASIA

Non importa, purché mi ami! Mi ami?

ENRICO

Certo!... Ne dubiti ancora?

ANASTASIA

Ma... Che ne so io? Pare che le ragazze si divertano a baciarti ai giuochi dei dadi.

ENRICO

Quella stupida! Se tu sapessi quanto mi è seccato quello scherzo!... Tanto più che l'hanno fatto per offender tua sorella!... Oh! L'ho capito così bene... E poi è irritante essere messi in certi imbarazzi...

ANASTASIA

Buono, buono... Non occorre arrabbiarsi... La vostra Nanà ha capito tutto e non ha alcuna intenzione di farvi una scenata di gelosia... E tutto sia finito con un bacio...

ENRICO

Ma....

ANASTASIA

Niente ma!...

(Si baciano. Il bacio è abbastanza lungo da permettere a Lola di entrare e di fermarsi un poco a guardare).

LOLA

Dico...

ENRICO

Chi è?... Ah, scusi!...

ANASTASIA

Lola!

LOLA

Non perdiamo il controllo, ragazzi!...

ENRICO

(Irritato ad Anastasia) La tua mania di stringermi alle orecchie! Non si sente più nulla!...

LOLA

Bene? Questa faccenda la regolerete per conto vostro. Che cosa mi hai mandato a dire di questo Fritz?

ANASTASIA

Viene qui oggi.

LOLA

E che cosa gli salta in mente? Non riceviamo nessuno... Proprio lui?...

ANASTASIA

Vuole scusarsi per ieri sera...

LOLA

Ma che idiota!... Niente, niente! Mandalo via!

ANASTASIA

Non posso! Ho promesso a Fanny di riceverlo!

LOLA

Fanny che c'entra?

ANASTASIA

Non so, mi ha telefonato poco fa.

LOLA

Fanny? O che diavolo c'è sotto? Vuoi vedere che qui c'è un giuoco di quella strega?

ANASTASIA

Ma che pensi?

LOLA

Qui c'è sotto una trama... Scommetterei qualche cosa, guarda... Ma si capisce... Tutto ha fatto per colpirti... Tutto... Giuoca l'ultima carta... Ti getta tra i piedi un uomo innamorato, un vanitoso... Uno sciocco che avrà poi tutto l'interesse a confidare quello che non è...

ENRICO

Anastasia. Tu non lo riceverai!

ANASTASIA

Caro... Sei geloso?

ENRICO

Non so... Ma insomma non lo riceverai!...

ANASTASIA

E come posso? A maggior ragione se si può supporre che Fanny...

ENRICO

Quella è capace di tutto! Per il denaro è capace di tutto! Non è per lei, in fondo, che siamo in questa situazione?

ANASTASIA

Tutto quello che vuoi, ma...

LOLA

Un momento...

ENRICO

Sì, sì... Lasciamo dire a lei...

LOLA

Sì. Lasciate dire a me... Tanto!... Dunque, più ci penso e più la cosa mi pare poco chiara... Che Fritz Ancari sia un seduttore di professione...

ENRICO

Lo dice...

LOLA

Lo crede. Questo è peggio... E Fanny? Fanny che ieri soltanto dopo tanto tempo si mette in testa di tuffarsi nella società? Fanny che si mette in testa di proteggere il primo uomo che ti fa lo spasimante?

ANASTASIA

Spero che non temerai che io sia tanto stupida...

ENRICO

Non si sa mai...

LOLA

Io non temo te. Temo loro... No, no... Lo ricevo io... Ma lo sapete che si fa più presto di quel che non si creda a passar per una donna disonesta? Lo ricevo io... Mi metterò... l'abito verde?... No...

ANASTASIA

Ma che vuoi fare?

LOLA

(Non risponde) Ah!... Ecco... Trovato!... (Esce in fretta).

ENRICO

Quanto è cara... Noi le dobbiamo tutto... Tutto!

ANASTASIA

Non ha un pensiero per sè, davvero... Vive questo nostro amore come se fosse il suo, con una semplicità, con uno spirito di sacrificio...

ENRICO

Quando le porto dei fiori... lo sai che mi vergogno? Mi pare di essere ridicolo a portare dei fiori a una donna che...

ANASTASIA

Le piacciono tanto...

ENRICO

Sì, ma... è poco... è ridicolo... Una volta pensai di farle incidere un vecchio braccialetto d'oro, molto bello... era di mia madre... Ma poi...

ANASTASIA

Come sei caro... Ma non vuole doni! Figurati se non la coprirei d'oro!

ENRICO

(Alzandosi) Insomma è un'anima superiore, è un angelo, ecco. Noi non siamo nemmeno degni di baciare la terra dove passa... Dimmi tu dove si trova un esempio simile... E sono tre anni... più di tre anni... Niente... Oggi come il primo giorno... Bella, buona, elegante, brillantissima... Capace di primeggiare in qualunque luogo... Niente... Si annulla, si annienta... Passa in mezzo al mondo che la disprezza credendola colpevole... Distrugge il suo stesso focolare domestico...

ANASTASIA

Di' un po', di' un po', Enrico...

ENRICO

Eh?

ANASTASIA

Niente... Ti volevo dire di non parlare tanto forte.

ENRICO

Sì... Non è vero forse? Io ti dico la verità... Di fronte a lei mi sento come oppresso da una gratitudine imbarazzante...

ANASTASIA

Siediti, caro, vicino a me...

ENRICO

Sì, cara... (Si siede e si rialza subito) Oh, che donna! Vedi? La prova di oggi è la più bella di tutte... non la più grande... la più poetica... Perché è indubitato che adesso Fritz verrà a vedere te... Viene per te... Non so che diavolo gli dirà, che cosa inventerà... Ma lo vedi? Eccola lì tranquilla... Sicura di sè...

ANASTASIA

Siediti, caro...

ENRICO

(Si siede) È vero o no? E per di più la costringiamo ad assistere alle nostre tenerezze... Ma lasciami stare le orecchie!...

ANASTASIA

Oh, dunque...

ENRICO

Dunque bisogna risolvere. Uscire da questa situazione dalla quale esce frantumata una innocente.

ANASTASIA

Sì... Hai ragione... Questo lo penso da molto tempo... Non c'è che un mezzo... Confessare... E avvenga che può! La miseria non mi fa paura... Te l'ho detto ancora... Il primo giorno, ricordi? Il 2 settembre 1927.

ENRICO

Sì, sì ma... La mia posizione non è mutata... Non posso e non voglio chiederti un simile sacrificio... No, no... Tutto quello che vuoi; ma non si butta via così un patrimonio per un... matrimonio...

ANASTASIA

Va bene... Ma siccome non c'è altro mezzo che la morte di uno di noi tre perché questo nodo si sciolga...

ENRICO

Uno, chi?

ANASTASIA

O io, o tu, o Fanny... E siccome questo non è probabile data la nostra perfettissima salute...

ENRICO

Fanny poi sta benissimo.

ANASTASIA

Ecco: e allora non c'è che da dirci addio...

ENRICO

No!... Come?...

ANASTASIA

Ma sì! Che altra soluzione vedi?

ENRICO

Ma io non vedo niente! Io vedo che stiamo calpestando una virtù, una bellezza, una nobiltà...

ANASTASIA

Di' un po' Enrico... (Grave) Ti ho pregato diverse volte di sederti accanto a me e tu continui a stare in piedi, là.. davanti a lei... Ma ti accorgi o no di ciò che stai dicendo?

ENRICO

Io?... Che sto dicendo?...

ANASTASIA

Mi stai dicendo una cosa orribile... Una cosa che io non avevo mai pensato... Oh!...

ENRICO

Spiegati, Anastasia...

ANASTASIA

Tu... tu l'ami!... (Pausa) Tu l'ami, tu l'ami!... (Singhiozza su una poltrona).

ENRICO

Ma no, Anastasia...

ANASTASIA

(Alzandosi) Negalo!...

ENRICO

Senti... Io proprio non so...

ANASTASIA

Lo vedi?... Lo vedi?... (Si ributta giù a piangere).

CARLO M.

(Batte alla porta) Si può?... Ehm!... Si può?

ENRICO

Avanti!

CARLO M.

Che c'è?... Anastasia... Che cos'ha Anastasia?...

ENRICO

Ma, non so... L'ho trovata così...

CARLO M.

Si può sapere?

ENRICO

Non vuol dire...

CARLO M.

A voi, ma a me... Anastasia, dimmi...

ANASTASIA

(Si è calmata, ma continua a mordere il fazzoletto, si guarda intorno come chi cerca una scusa qualunque) Oggi!... Che data!... (Indica un calendario a muro con una data: 24)

CARLO M.

24... 24 aprile... Che cos'è?... Ah... Capisco... No... fu in giugno che morì...

ANASTASIA

(Ancora piangendo) Il 24 si mise a letto...

CARLO M.

Ah, sì... Ah, fu il 24?... Non sapevo... Si mise a letto... Tutto ricorda, poverina... Pensare che io non sarò mai commemorato... così!... Mai... Capisco che il povero Franco Shelder era tanto buono... Uno di quegli uomini che non potrebbero lungamente vivere senza fare arrossire la natura stessa!... Che anima!... Che nobiltà!... Quello era un uomo! (Con altro tono) Ti fa piacere che parliamo di lui, o no!

ANASTASIA

Grazie, caro, non occorre...

CARLO M.

Sì, forse è meglio... I grandi dolori non vanno troppo accarezzati... Sono come certe malattie che guariscono soltanto a non curarle... (Entra Lola) Brava Lola... Vieni un po' tu qui... Fra voi donne vi intendete meglio... È vero che lei piange per una cosa per la quale tu non piangerai mai, ma insomma...

LOLA

Che cosa piange?

CARLO M.

Il marito...

LOLA

(Che sospetta) Ah... Già... Su, via... Basta. Andatevene per favore... Devo ricevere Fritz. È in anticamera.

CARLO M.

Fritz? Fritz Ancari? Senti, Lola... Scusa se profitto della circostanza per farti una preghiera, e qui credo che mi darà ragione anche Enrico...

LOLA

Che c'è?

CARLO M.

Vedi? Non metto mai il naso, per non dire di peggio, nei tuoi affari... Ma in questo caso devo dirti che in linea generale sarei contrario a qualsiasi aumento del personale addetto alla nostra casa... Noi ci siamo fatti la nostra piccola società, le nostre conoscenze...

LOLA

Ma scusa...

CARLO M.

Ho subito finito: nella fattispecie poi, non ho alcuna titubanza a dirti che Fritz Ancari non mi è simpatico.

LOLA

Perché?

CARLO M.

Perché... perché un complesso di cose... Quel suo vantare i suoi successi con le donne... Gli uomini vanitosi sono pericolosissimi appunto perché hanno fede in sè stessi.

LOLA

(Per tagliar corto) Va bene, va bene. (Sottomessa) Questa è la prima e l'ultima volta che lo riceverò... Sarai obbedito.

CARLO M.

(Cadendo dalle nuvole) Come ha detto? (A Enrico) Come?

ENRICO

Che sarete obbedito... Che cosa deve dire?

CARLO M.

No!... Davvero?... Lola, non hai scherzato?...

LOLA

Ma domando io... Ho detto che ho capito e che farò come vuoi.

CARLO M.

(Con aria da padrone) Oh!... 24 aprile!... (Soddisfatto) Che data!.. (Via)

LOLA

E voi due, che cosa avete? Che cos'hai tu?

ANASTASIA

Oh, non temere, te lo dirà lui!... (Via con dispetto)

ENRICO

(Si stringe nelle spalle ed esce)

LOLA

(Che ha suonato, alla cameriera che si presenta) Fai entrare quel signore. (Spegne le luci e si mette in posa fatale su una poltrona)

FRITZ

(Entra con un fascio di fiori. Si avvede di Lola) Oh!.. Voi, Contessa...

LOLA

Entrate... Sedete, caro amico... Vi spiace trovare me anziché mia sorella?

FRITZ

Oh, no... no davvero...

LOLA

Mia sorella era molto arrabbiata con voi...

FRITZ

Sono qui appunto per farmi perdonare. Voi credete che perdonerà, eh?

LOLA

È probabile, ma metterà delle condizioni, credo...

FRITZ

Sì?... E quali?

LOLA

Di non tormentarla più...

FRITZ

Oh, tormentarla!... Che parola!...

LOLA

È la parola giusta! Non fate l'ingenuo!... Non avete bisogno che io vi dica di più!... Volete una tazza di tè?

FRITZ

Grazie... Veramente si sta tanto bene così...

LOLA

Un biscotto, un cioccolattino, una sigaretta?...

FRITZ

Una sigaretta, volentieri... Ah, come si sta bene qui... Che bella casa... Non ero mai venuto...

LOLA

Infatti, io non ricevo che poche amiche...

FRITZ

Fate bene.

LOLA

Perché?

FRITZ

Perché mi sono accorto che avete una qualità rarissima nelle donne...

LOLA

Cioé?

FRITZ

Voi siete più affascinante in casa che fuori... L'intimità vi dona...

LOLA

(Con un tono di rimprovero) Oh... Oh... Oh Volete indispettire me, ora?...

FRITZ

Per carità!... Ritiro subito tutto quello che ho detto...

LOLA

Bravo!... E non fatemi la corte.

FRITZ

Oh... non oserei...

LOLA

Lasciate stare che l'osereste. Non vi credo capace di timidità in materia...

FRITZ

(Ridendo) Forse avete ragione. Allora dirò che temo che sarebbe un inutile ardimento...

LOLA

Non è un complimento...

FRITZ

No... Chi sa?... Forse lo è...

LOLA

Non vi confondete. Non è nemmeno un'offesa... C'è il rispetto di mezzo, vero?

FRITZ

Sì, molto rispetto..

LOLA

Ma il miglior modo di rispettare una signora, è di farle intendere che le si vorrebbe mancare di rispetto, ma si ha la forza di astenersene. Ignorare una signora non è rispettarla... Oh, intendiamoci... Dico questo in generale... Non crediate che vi rimproveri la vostra indifferenza...

FRITZ

Ebbene, signora... (Pausa)

LOLA

(Fingendosi turbata) Perché mi guardate così?

FRITZ

Io?... (S'incanta a guardarla, poi di scatto si alza. Pausa) Fa caldo..

LOLA

Siete impaziente. Ora solleciterò Anastasia... Non è carino farsi attendere tanto...

FRITZ

No, signora... Sediamoci... Verrà... Non sono mica impaziente. Volevo dire... Sì... Vi dico tutto...

LOLA

Bravo...

FRITZ

Ma in confidenza...

LOLA

Sì, va bene... Non dirò a nessuno...

FRITZ

Io sono un poltrone... Ma la colpa non è mia. È del destino che mi ha reso tutto facile... Tutto... Sono abituato che io ottengo sempre ciò che voglio... Ma non si può volere una stella. Voi mi siete apparsa così...

LOLA

Ho capito: in sostanza voi volete soltanto ciò che ottenete...

FRITZ

No... Ma una stella...

LOLA

Bene, questa è carina... nuova...

FRITZ

E poi... dico tutto?...

LOLA

Tutto... Oramai...

FRITZ

Siete così circondata; così difesa... che... insomma, ve l'ho detto. Sono un poltrone... E voi non mi avete mai guardato come tante altre donne mi hanno guardato... Come mi guardate adesso, per esempio...

LOLA

La voce! Che voce!... Vi prego di non parlarmi così...

FRITZ

Volete che gridi?

LOLA

Preferirei... Ma Anastasia che fa?...

FRITZ

Lasciatela stare... Verrà... Parliamo...

LOLA

Circondata, difesa, mi fate ridere... O mi fareste piangere. Conoscete mio marito?

FRITZ

Sì...

LOLA

È in casa.

FRITZ

(Balza in piedi) Forse desiderate?

LOLA

(Ride) No, no... restate... Potreste restare fino alle otto, fino a mezzanotte, fino a domattina... State sicuro che non se ne accorgerebbe.

FRITZ

Capisco... E una questione di temperamento...

LOLA

Difesa... circondata... (Con amarezza) Perché mi vedete sempre intorno dei cavalieri, degli amici... tanta gente... Guardate: uno dei miei amici, il più fedele, il più gentile di tutti...

FRITZ

Enrico, volete dire?...

LOLA

Sì... Ebbene, è in casa... (Fritz si alza) Prego... sedete... Fate questo esperimento: provate a urlare che mi amate. Urlatelo! Urlatelo dunque! Nessuno accorre!

FRITZ

(Si siede) Vorrei fare un esperimento più semplice... Oh, com'è fredda la vostra mano...

LOLA

Lasciatemi...

FRITZ

(Con voce morbida) No, non vi lascio... non vi lascerò..

LOLA

Ve ne prego...

FRITZ

No...

LOLA

(Divincolandosi, ma cedendo colla voce) Ma che volete da me?... (Con uno scatto a voce fredda) Ma non c'è bisogno di stringere così... (Si libera e si massaggia il polso) Mi avete fatto male... Quando mi si fa male sento in me nascere una avversione profonda... Andate via subito.

FRITZ

Perdonate. Non sapevo... Sono stato brutale..

LOLA

Sì.

FRITZ

Non passa ancora?...

LOLA

(Tornando a sorridere) Sì... Passa... passa... È passato...

(Fritz si china su di lei per baciarla piano piano, ma Lola si alza).

LOLA

Chiamo Anastasia...

FRITZ

No. Preferisco andarmene. Ma voglio rivedervi..

LOLA

Voglio?

FRITZ

Sì... domani...

LOLA

Domani è impossibile...

FRITZ

Quando?

LOLA

Vi scriverò...

FRITZ

Sì? Bene... Lombardia 107.

LOLA

Cosa?

FRITZ

Il mio indirizzo... E...

LOLA

Dite...

FRITZ

A Donna Anastasia... quei fiori... E ottenetemi il suo perdono... Sono certo che me lo otterrete... (Come ricordandosi di qualcosa) Oh, scusatemi. Potrei domandarvi un consiglio?

LOLA

Un consiglio voi a me?

FRITZ

Sì... E la prima prova d'amore che dò io, quando sono veramente innamorato... Non faccio più nulla senza il consiglio di colei che...

LOLA

Dunque?

FRITZ

La principessa Shelder, molto gentilmente si è interessata alla mia piccola disavventura... Anzi credo che l'avesse interpretata in un modo abbastanza lusinghiero per me... Oh, non ci penso nemmeno... Ma certo dovrà sapere qualche cosa. Dovrò dirle...

LOLA

Ditele la verità...

FRITZ

Cioè?

LOLA

Cioè che non pensate più a lei.

FRITZ

Oh, sì, non ci penso più!

LOLA

E che vi ha perdonato.

FRITZ

Ma vorrà dei particolari...

LOLA

E voi non dategli.

FRITZ

Ma crederà che io sia stato... Dirò così, sconfitto...

LOLA

Ah, e non avete nulla che compensi la vostra vanità, proprio nulla?

FRITZ

Oh, com'è dolce avere già dei piccoli segreti comuni, delle lievi intimità (Si avvicina).

LOLA

Badate!... (Suona il campanello).

FRITZ

Già... Sono tutti in casa. Arrivederci... Mi avete promesso di scrivermi...

LOLA

Ma... non so...

FRITZ

Come?

CAMERIERA

Comandi?

LOLA

Accompagna il signore e ritorna qui.

FRITZ

Contessa... (Bacia la nano, poi col tono di dire una cosa molto dolce ma amorosa) Lombardia 107... 107... Buona sera!... (Via).

LOLA

(Sola) Sì, ma speriamo che mia sorella non turbi più l'animo di nessuno, se no, chi ci resiste?

ENRICO

(Entra) Se n'è andato?

LOLA

Volando.

ENRICO

Che cos'ha detto? Non ha insistito?

LOLA

Per vedere Anastasia? Ma che! È innamorato di me!...

ENRICO

(Affranto) Di voi?

LOLA

Perché? Vi pare strano che un uomo si innamori di me?

(Suona il campanello).

CAMERIERA

(Entra) Comandi, signora?

LOLA

Quel signore che è uscito, lo hai visto bene?

CAMERIERA

È piuttosto bello.

LOLA

Allora non l'hai visto!... Si chiama Ancari... Per lui non sono mai in casa, capito?

CAMERIERA

Capito... (Via).

ENRICO

Oh!... Che cosa vi facciamo fare!

LOLA

Non ci pensate. Ma che cosa fa Anastasia? Chiamatela che le racconto.

ENRICO

(Imbarazzato) No... Anastasia non verrà qui... Si è chiusa nella sua stanza.

LOLA

Ma che cos’ha?

ENRICO

Ma!...

LOLA

Bisticciato?

ENRICO

Gelosia...

LOLA

Oh... Allora poco male... passerà... Non parlatele più della presunta rivale... Non datele più occasione di ricordarla...

ENRICO

Sì, ma questo è difficile...

LOLA

Perché?... Chi è?

ENRICO

… Voi...

LOLA

Io?... Impazzisce mia sorella?

ENRICO

No, bisogna che io giustifichi Anastasia... Non è un'accusa che fa contro di voi... non ci pensa neppure... ma contro di me... Si parlava di voi... si parlava della vostra generosità... del vostro sacrificio...

LOLA

Ma che c'entra?...

ENRICO

C'entra perché non so che cosa ho detto... Ma ho l'impressione di aver cantato... Allora Anastasia si è messa a piangere...

LOLA

Che sciocca!...

ENRICO

Ma, insomma, signora, sono tre anni che io vivo accanto... voi siete troppo buona, troppo bella... Lasciatemi parlare e accada quel che vuole accadere... È proprio tanto strano e tanto colpevole da parte mia se un sentimento nuovo è sorto a poco a poco nel mio cuore per voi?...

LOLA

Oh!... (Cade a sedere su una sedia. – Pausa).

ENRICO

Ho sofferto, sapete... Nessuno può dire quanto io ho sofferto!... Ho sofferto sin da quando ho sentito il primo brivido sottile di questo sentimento... Ho sofferto quando l'ho sentito crescere in me, ingigantire contro la mia più ostinata volontà... e l'amore per Anastasia diminuiva, diminuiva e io non potevo far nulla per richiamarlo in vita! Ma quale strazio fu per me quando venne il momento che vi amai tutte e due in un modo eguale: l'amore che saliva, l'amore che scendeva s'incontrarono in quel punto con la mia morte, signora... Con la mia morte!... Ecco!... Ora sto bene... Avvenga che può... Sto bene!...

LOLA

Avete finito?

ENRICO

Sì.

LOLA

Ragioniamo.

ENRICO

Non è possibile.

LOLA

Sì!

ENRICO

E allora ragioniamo! Ma intendiamoci bene; che io vi ami, nessun dubbio, eh?

LOLA

Aspettate. Questo vostro amore nascerebbe dall'ammirazione?

ENRICO

Nasce, non nascerebbe... Nasce, anzi è nato!

LOLA

Perché io sono una donna eroica, eccezionale...

ENRICO

Sublime!

LOLA

Calma; ma come fate a mettere d'accordo queste mie straordinarie qualità morali, col fatto che c'è un povero uomo che per queste mie virtù è posto in una situazione, diremo così, ambigua? Voi non avete mai pensato a quel povero uomo?

ENRICO

Già, è vero... Io non ci ho mai pensato...

LOLA

Naturalmente! Da egoista come siete, tutti così gli scapoli, non avete pensato che a prendere ciò che vi si dava... Non vi siete mai domandato perché mai, mentre da un lato mi prodigavo per difendere la posizione di mia sorella, commettevo dall'altra parte una cattiva azione...

ENRICO

Cattiva azione... Ce ne son tanti mariti traditi... E voi non lo tradite.

LOLA

E questo è peggio! Perché verso di lui non ho nemmeno la giustificazione di un amore fatale. Amico mio, se non foste così distratto e approssimativo come siete, concludereste che io non sono una donna sublime, eroica, ecc. ecc., ma una pazza, una pazza pericolosa. Che ne dite?

ENRICO

Io? Ecco, mi pare di essere al buio in una casa sconosciuta e di non trovare il bottone della luce elettrica.

LOLA

Accendo io! Io amo mio marito!

ENRICO

Avete acceso?

LOLA

Mi pare.

ENRICO

Ma io non ci vedo.

LOLA

Lo amo e lo voglio mio, mio, solamente mio, voglio assicurarmi che per tutta la vita egli non amerà che me...

ENRICO

Un momento... Scusate... Ma non avevate qualche altro mezzo più facile?...

LOLA

Non è affatto facile per tenere il cuore di un uomo a una temperatura rispettabile, specialmente quando vi ha sposato. Prova ne sia che non era passato un anno dal tramonto della nostra luna di miele, che Carlo Maria già mi trattava come un mobile qualunque, come un grammofono che si fa cantare in casa per passatempo, mentre la testa è altrove.

ENRICO

Però, se cambiava i dischi...

LOLA

Non scherzate: io vi sto facendo delle confidenze che meritano serietà e rispetto! Perché io ho sofferto! Sentivo che ormai io non ero più nulla per lui, sentivo che egli aveva la testa piena di giuoco, di avventure galanti, di automobili, di amici – quei maledetti amici! – E io non potevo far nulla, per trattenerlo! Nulla! (Si commuove un poco).

ENRICO

Che mascalzone!

LOLA

Senti chi parla!

ENRICO

Ma io...

LOLA

Basta così! Il fatto è che la necessità di proteggere mia sorella, mi diede l'ispirazione di questa grande opera di rieducazione che sto facendo nei riguardi di mio marito. È quasi compita! Da due anni, da quando si è convinto di avermi perduta, da quando ha sentito il sapore del pubblico equivoco, egli mi considera con altri occhi e nel suo cuore è nato l'amore definitivo. Ci vedete adesso?

ENRICO

Abbastanza chiaramente...

LOLA

Bravo. E ora vi consento di ricominciare la serie delle vostre litanie. Meravigliosa, eroica, sublime... Sicuro! E ne attendo il premio! Ma voi capite benissimo, che essendo io la donna singolare che sono, voi... ci vedete ?

ENRICO

Sì... E mi pare di vedere anche la porta di uscita.

LOLA

Oh... Siamo arrivati. Ed ora, ciascuno al proprio posto e silenzio! (Pausa).

ENRICO

Dico... Ma il mio posto, per esempio, quale sarebbe secondo voi?

LOLA

Accanto ad Anastasia, come se nulla fosse accaduto, naturalmente.

ENRICO

Ma gli è che io, accanto ad Anastasia...

LOLA

(Interrompendolo) Ah, questo è un affare che riguarda voi...

ENRICO

Va bene (Con un sospiro come tra sè) Mi ama terribilmente quella donna... Sarà un gran dolore per lei...

LOLA

Oh... Voglio sperare che sarete abbastanza intelligente da non prendervi l'iniziativa di un tale abbandono.

ENRICO

Intelligente? Ma qui è questione di onestà, di sentimento, di sincerità... Guai se nell'amore c'entra l'intelligenza...

LOLA

Cosicché voi volete scavare tra me e mia sorella un abisso, un precipizio, un odio... Eh, sì, dopo ciò che mi avete raccontato, ella crederà che sia io che le rubo l'amore. Bravo!... Bella idea... generosa sopratutto! Bel modo di ricompensarmi di ciò che ho fatto per voi...

ENRICO

Ma d'altra parte non vedo come...

LOLA

Ma non ci vedete mai voi! È così semplice! Fingete di amarla più di prima e aspettate che si stanchi lei.

ENRICO

Ma questa è una speranza assurda! Poco fa mi diceva che un uomo come me...

LOLA

Lasciate andare! Se ne dicono tante!

ENRICO

Ma come fare? Come fare?... Tutto quello che faccio le piace, tutto quello che dico la esalta... È un successo preoccupante, perché vedrete che non c'è rimedio. Quella lì mi sarà fedele fino alla morte...

LOLA

Ma sta a vedere che con tutto quello che si dice della volubilità delle donne, ci deve essere un uomo che teme la loro fedeltà!

ENRICO

Eh... Io le ho tentate tutte...

LOLA

Un'idea. Volete proprio fare di Anastasia una donna indifferente, annoiata, fredda? Volete sapere come dovete fare? Non c'è che un mezzo. Mi promettete di servirvene?

ENRICO

Sì, sì... Tutto quello che volete... Prometto, prometto!

LOLA

Fatevi insegnare da mio marito. Quello lì se ci si mette!

ENRICO

Ma.. signora... Riflettete...

LOLA

Aspettate. (Suona).

ENRICO

Ma io non ho il coraggio di dirgli...

LOLA

Non fate il bambino. Pensate che il vostro destino è qui... Non c'è altro da fare...

CAMERIERA

Comandi?

LOLA

Il Conte, per favore...

(La cameriera via)

ENRICO

Ma egli vorrà spiegazioni...

LOLA

Guardatevene bene... Ma non chiederà nulla. Crede di essere abbastanza intelligente da non averne bisogno. E fidatevi di lui. È il più grande estintore d'incendi che sia mai stato costruito.

(Carlo Maria bussa)

LOLA

(Sottovoce) Me ne vado... (Via).

CARLO M.

(Bussa ancora).

ENRICO

Avanti.

CARLO M.

Dove è? (Si guarda attorno) Mi ha fatto chiamare... Dov'è?...

ENRICO

Sono io che ho bisogno...

CARLO M.

In che cosa posso servirvi?

ENRICO

Ecco... ma.. insomma...

CARLO M.

Fin qua siamo d'accordo...

ENRICO

Troverete voi stesso che non è il caso di chiedere spiegazioni.

CARLO M.

Ma su che? Si può sapere?

ENRICO

Insomma... Da tre anni a questa parte io ho un'amante...

CARLO M.

(Irritato) E lo dite a me?

ENRICO

Se non mi lasciate parlare...

CARLO M.

Avanti!... Avanti!...

ENRICO

Ecco... Un amore... naturalmente un vero amore... corrisposto...

CARLO M.

(Con pazienza) Sentite, caro...

ENRICO

Ma se volete me ne vado...

CARLO M.

No!... Continuate... Ci sono delle porte che non possono rimanere socchiuse. O chiuse o aperte. Ormai aprite!

ENRICO

Apro. Si dà il caso, abbastanza frequente credo, che uno di noi due si è stancato...

CARLO M.

Uno di voi due? (Preoccupato) Ma chi?...

ENRICO

Io.

CARLO M.

(Con disprezzo) Sentite... ci vuole una faccia fusa coi bronzi nemici per avere il coraggio... (A un cenno di Enrico) No... Aprite, aprite ancora...

ENRICO

Ho interrogato la mia coscienza... Abbandonarla? Non farmi più vedere? Lasciarla nel dolore, nel pianto, nella vergogna.

CARLO M.

Guardatevene bene!

ENRICO

Appunto!...

CARLO M.

Mi pare di sognare!... Che cosa volete da me?

ENRICO

Ho pensato che sarebbe opera più nobile, aspettare che si stanchi lei...

CARLO M.

Ma... Scusate... Si potrebbe sapere come mai vi è venuto in testa di nominarmi vostro confidente onorario?... Perché fino a un certo punto si fa appello al carattere, al senso morale, alla prudenza... Ma al di là è facile scoppiare... E se scoppio io, giovanotto...

ENRICO

Insomma... tra me e voi c'è... non so come dire... una incompatibilità di carattere. Non mi lasciate parlare.

CARLO M.

Ma non sapete parlare! Voi non parlate, in questo momento voi tirate dei calci...

ENRICO

La colpa è della vostra signora!...

CARLO M.

(Fuori di sè ma trattenuto dalla meraviglia. – Tra sè)

Oh, che fiore di mascalzone!... Ma io non vi ho chiesto di chi è la colpa!

ENRICO

Mi ha lei stessa consigliato di venire da voi! (Tra sé) Lo sapevo che finiva male!

CARLO M.

Lei stessa?

ENRICO

Sì, mi ha detto che nessuno come voi conosce l'arte di stancare il cuore di una donna. Ecco: vi chiedo semplicemente di insegnarmela!

CARLO M.

Ah! Mia moglie vi ha detto?... Ma guarda un po' che complicazioni ha la psicologia.

ENRICO

Volete?

CARLO M.

Un momento. Ci penso... (Come a se stesso) Sì, sì... Entra nel mio sistema... C'entra perfettamente... È bello, anzi... Sedete!... (Enrico siede) Ma chi mi... avesse detto che io sarei stato chiamato a...

ENRICO

Ma sarà bene che io vi spieghi...

CARLO M.

Ma che cosa volete spiegare a me? Per carità, tacete... Noi stiamo facendo una conversazione scientifica. Noi stiamo studiando un problema psicologico o come ridurre una donna, una donna... così... in una stato morale comatoso... Ecco tutto. Non bisogna distrarsi con le piccolezze... Anzi, non guardiamoci nemmeno in faccia. Voltatevi così. Ci sembrerà di esser soli... Io, col mio passato e le mie esperienze personali, e voi colle vostre speranze. Lezione prima. Rispondete brevemente. Ha qualche sospetto intorno alla vostra crisi sentimentale?

ENRICO

Vagamente sì.. Stavo proprio oggi baciandola...

CARLO M.

(Con un pugno sulla tavola) Niente particolari, perdio! Vagamente sì, sì...

ENRICO

Ecco...

CARLO M.

Zitto!... Veniamo al pratico. Guardatevi bene dal ripeterle che non l'amate...

ENRICO

Sissignore.

CARLO M.

Bisogna che il cuore della donna non abbia nessun dubbio circa l'amore dell'uomo. Dev'essere tranquilla sul suo conto. Allora si crea in lei l'atmosfera della crisi personale. Quando dirà, per esempio: «Caro, tu mi ami come puoi e come sai, ma...» avrete un primo sintomo della crisi. Non lesinate le prove d'amore... Datele molte prove di amore, se vi sentite, potreste anche tentare un piccolo suicidio... No?

ENRICO

Ma... Veramente... non mi piace...

CARLO M.

Ma insomma grandi prove!

ENRICO

È difficile, perché data la situazione, non posso nemmeno rapirla.

CARLO M.

(Vivo) Guardatevene bene! Non è una prova quella, ma uno spettacolo domenicale. L'importante è che ella non abbia dubbi sul vostro conto. Ottenuto questo primo risultato siamo sul buon terreno. Procediamo. Vi piace la musica?

ENRICO

Sì...

CARLO M.

Ecco. Qui andiamo male. D'ora innanzi dovrete sbadigliare soltanto a sentirne parlare.

ENRICO

Ma lo sa che mi piace.

CARLO M.

Fingete di aver finto che vi piacesse, e fingete di seguitare a fingere.

ENRICO

Oh... cielo!..

CARLO M.

Ma sì! Fate un sorriso idiota tutte le volte che vi costringerà a dir bene di Strawinsky... E i fiori? Badate che i fiori hanno una grande importanza nelle donne... Bisogna trascurarli affatto, pestarli, trattarli con mano incauta... Magari mangiarli!... Così anche le bestie... I pesciolini, gli uccelli, i gattini, i cagnolini... Un solenne calcio al cagnolino... E come andiamo colle bugie?... Ne dite?

ENRICO

Ecco... Io ne direi magari... Ma arrossisco e si capisce tutto...

CARLO M.

Male... male... Non arrossite! Del resto basta dirne una: ma bella, grossa... dopo potete dire tutte le verità che volete... Non vi crederà più.

ENRICO

Com'è difficile!...

CARLO M.

Difficile? Certo che come in tutte le arti, anche in questa ci vuole un po' di predisposizione naturale, ma credo che ci riuscirete... Oh!... Mi dimenticavo... Le commemorazioni... La donna è un animale storico e cronologico... Non ha in testa che date ore. Le date, sopratutto, dimenticatele.

ENRICO

Anche il Capodanno?

CARLO M.

No. Le feste ufficiali, va bene... non vi crederebbe se le dimenticaste. Dico la data del primo bacio, la data della prima passeggiata in barca... del primo... insomma... tutte le prime cose, dimenticatele. Vedrete il suo amore mutare misteriosamente in meno di venti minuti... Oh!... A proposito di minuti, spero che voi non apparterrete a quella noiosa categoria di uomini che arrivano agli appuntamenti all'ora giusta...

ENRICO

Oh no! Io arrivo sempre prima.

CARLO M.

State bene attento: uno dei più potenti irritativi dell'animo femminile, è arrivare sempre mezz'ora dopo. Arrivare mezz'ora dopo e non accorgersi che ha un abito nuovo... A proposito, mettete tutta la vostra buona volontà a non pronunciare mai una sola parola sul conto delle nuove toilettes. Basta sbagliare il colore di una toilette per rovesciare da un momento all'altro tutta la psicologia...

LOLA

(Entra) Volete accompagnarmi, Enrico?

ENRICO

(Balzando in piedi di scatto) Con piacere, signora!

CARLO M.

(Alla moglie) Cos'è?... Un nuovo cappello?

LOLA

Oh!... Vuol piovere! Credo che sia la prima volta che mio marito si avvede che ho un cappello nuovo

CARLO M.

Me ne sono accorto, perché ti sta male.

LOLA

Mi sta male? Questo cappello mi sta male? Un modello perfetto!... Enrico... Mi sta male?!... Ci vuole un bel coraggio!...

CARLO M.

Calmati, cara... non credevo di offenderti... Come modello sarà anche perfetto, ma tu stessa hai sempre detto che il viola non ti dona... (Il capello non è viola).

LOLA

Viola?... Questo cappello è viola?...

CARLO M.

Viola viola no... ma tende...

LOLA

(Irritatissima) Senti, senti, fammi il piacere di non dire altro, se no ci fai proprio la figura dell'imbecille... Vi aspetto Enrico... (Via).

CARLO M.

(Con aria trionfante a Enrico) Visto? Un esempio... Il resto a domani, giovanotto, dalle quattro alle cinque!

FINE DEL SECONDO ATTO

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