CAPITOLO I.

Il Conte De Pennaranda manda dal Regno soccorsi per l'impresa di Portogallo: reprime l'insolenze dei banditi; e festeggia la natività del Principe Carlo e le nozze dell'Imperador Leopoldo con Margherita d'Austria figliuola del Re: parte indi dal Regno, essendogli dato successore.

La guerra di Portogallo proseguita dagli Spagnuoli, ma con infelici successi, obbligò il Pennaranda a spedir dal Regno nuovi soccorsi: fece pertanto nel mese di maggio di quest'anno 1660, sopra dodici Vascelli comandati dal Principe di Montesarchio, imbarcar 1000 Alemanni, e 800 Napoletani sotto il comando del Maestro di Campo D. Emmanuele Caraffa. Partirono ancora dal nostro porto sette Galee di Napoli e di Sicilia verso il Finale per imbarcare le soldatesche, che calavano dal Milanese, per traghettarle in Ispagna; e nel seguente anno 1661, si mandarono altri 400 soldati sopra tre galee di Sicilia, ed altrettante della Squadra di Napoli. Nel 1662, vi furono spediti 800 fanti, comandati dal Maestro di Campo D. Camillo di Dura sopra otto galee delle mentovate due squadre; e nel 1663, sopra quattro Vascelli della Squadra del principe di Montesarchio, furon spediti 1800 Napoletani sotto il comando del Maestro di Campo Paolo Galtiero.

Resero ancora alquanto torbido il governo del Conte gli fastidiosi, ed insolenti banditi, li quali a questo tempo con ladrocinj e ruberie disertavano le campagne, tenevano in continui timori le città e le terre abitate, e toglievan loro la comunicazione ed il traffico: giunse la loro audacia a svaligiare spesse volte i Regj Procacci e ad arrestare qualunque ancorchè illustre personaggio, ponendo mano sino a' Ministri del Re; e chiunque capitava nelle lor mani era costretto dopo molti tormenti e strazj, a ricomprare la libertà con somme immense di danaro; era in fine la loro insolenza giunta a tale, che spingevano le loro scorrerie sino alle porte di Napoli.

A riparar disordini sì gravi applicò il Vicerè i suoi pensieri; onde spediti ne' due Apruzzi, ne' due Principati e nell'altre Province, Presidi risoluti e di coraggio, furon molti di questi ribaldi presi, altri uccisi in campagna e de' presi alcuni lasciarono la vita in su le forche, altri furon condennati durante la lor vita a remare, e moltissimi ottennero il perdono con legge d'andar a servire il Re nelle guerre di Portogallo. Ma tanta applicazione e rigore non era sufficiente per la protezione, ch'aveano d'alcuni potenti Baroni; onde fu duopo al Conte pubblicar rigorose Prammatiche contro i loro Ricettatori e Protettori.

Turbarono non poco il suo governo eziandio i tanti duelli seguiti a' suoi tempi tra' Nobili e li furti delle suppellettili e vasi sagri in alcune Chiese; onde con rigorosi editti rinovò le Prammatiche stabilite da D. Pietro di Toledo e dal Conte di Monterey contro i duellanti e dichiarò, che a' provocati a duello, ricusandolo, non potesse attribuirsi nota di viltà e d'infamia: contro i sacrilegi fu usato estremo rigore, e fatte severe esecuzioni di morte.

Ma furono queste cure moleste di gran lunga compensate, per la natività del Principe Carlo, dato alla luce dalla Regina Maria Anna d'Austria, seconda moglie del Re Filippo a' 6 novembre di quest'anno 1661, e tanto più il parto fu desiderabilissimo quanto che il Principe Prospero era già morto, ed il Re erasi veduto di nuovo in timore di poter mancare, senza lasciar di se prole maschile. Pervenne l'avviso in Napoli nel sesto giorno del seguente dicembre; onde furon quivi celebrate feste magnifiche con grandi apparati ed illuminazioni, e degne d'un così felice avvenimento, che furon continuate nel principio del nuovo anno 1662. Non molto da poi, essendosi a' 25 d'aprile del nuovo anno 1663, conchiuso il matrimonio tra l'Infanta Margherita figliuola del Re coll'Imperador Leopoldo, furono ancora dal Pennaranda ordinate feste ed illuminazioni.

Mentre il Conte era per continuar il rimanente del suo Governo in riposo, gli venne avviso, che dalla Corte gli era stato dato il successore. Fu questi il Cardinal d'Aragona, il quale trovandosi Ambasciadore del Re in Roma, essendo stato spedito per quella Corte D. Pietro d'Aragona suo fratello per occupar la sua carica, fu egli destinato al Governo di Napoli e fu comandato al Pennaranda, che partisse per Madrid, per occuparvi il posto di Presidente del Consiglio d'Italia. Fu pubblicata in Napoli la venuta del Cardinale a' 10 d'agosto di quest'anno 1664, e furono spedite cinque galee in Nettuno, dov'erasi portato, per quivi imbarcarsi, e pervenne egli a Mergellina a' 27 del medesimo mese. Il Conte partì a' 9 di settembre, lasciando di se un grandissimo desiderio, per la sua pietà, affabilità e limpidezza, e per la somma avversione, che avea ad ogni sordidezza, tanto che lasciò fama, che rade volte, o non mai addiviene, d'aver lasciato il governo di Napoli con qualche debito.

Ci lasciò 14 Prammatiche, tutte savie e prudenti, per mezzo delle quali provvide alla pubblica Annona: fu terribile contro i duellanti, e contro gli portatori d'arme, e spezialmente delle spade con foderi tagliati: vietò a tutti i Ministri l'amministrazione de' Baliati, Tutele e d'esser Procuratori de' Baroni e Feudatarj del Regno; e diede altri provvedimenti, che vengono additati nella rammentata Cronologia prefissa al primo tomo delle nostre Prammatiche.

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