Istituzione del Collegio de' Dottori in Napoli.
L'Università degli Studj di Napoli, che fiorì tanto sotto il Re Carlo I e II, e di Roberto suo figliuolo, li quali l'adornarono di molte prerogative e privilegi, teneva prima il suo Rettore, ch'era uno de' primi Dottori, allora chiamati Maestri dell'Università, al quale Carlo e Roberto diedero ampia giurisdizione sopra gli scolari di quella. Teneva ancora questa Università il suo Giustiziere a parte, ed altri Ufficiali minori. Da poi, come altrove si disse, la Prefettura degli Studi fu conceduta al Cappellan Maggiore, il quale come Prefetto n'avea la cura e soprantendenza. L'università dava i gradi del Dottorato, di Licenziato, ovvero Baccalaureato, siccome oggi giorno si pratica nell'Università degli Studj di Francia, e nell'altre città d'Europa. Anzi la potestà di conferire i Gradi fu da alcuni riputata cotanto necessaria, e sustanziale dell'Università degli Studj, che senza quella non meritavano essere l'Accademie chiamate Università. Questo Dottorato nella maniera, che si conferisce ora, non era riconosciuto da' Romani: nè molti secoli appresso sino al Pontificato d'Innocenzio III. Ed il Conringio, osserva, che a' tempi d'Alessandro III che fiorì 20 anni prima d'Innocenzio, non vi era Dottorato, e si permetteva a tutti, che mostravano erudizione ed idoneità, di reggere gli Studi delle lettere e le scuole; ed il primo, che tra i Cancellieri di Parigi fosse onorato col titolo di Maestro (che in quel tempo l'istesso era ciocchè noi chiamiamo Dottore) fu Pietro di Poitiers, il qual fiorì sotto Innocenzio III. Ed il Mulzio e Vitriario portarono opinione, che nel duodecimo secolo questi Gradi si fossero introdotti. Regolarmente le Università degli Studi gli conferivano, ed in Napoli ed in Salerno, prima che regnasse la Regina Giovanna, quelle Università gli davano; nè fu questa Regina, che prima gl'istituisse, perchè dall'istesso suo privilegio si vede, che nell'Università v'erano i Dottori ed il Rettore, destinati per la creazione degli altri.
La Regina Giovanna II volle farne un Collegio separato con trascegliergli, parte dall'Università degli Studi e parte dagli altri Ordini, al quale unicamente attribuì il potere di dar i gradi di Licenziatura e di Dottorato. I primi Dottori, che si trascelsero, e che sono nominati nel privilegio della istituzione, istromentato nel Castel di Capuana nell'anno 1428, furono il Dottor Giacomo Mele di Napoli, che fu creato priore del Collegio. Andrea d'Alderisio di Napoli Dottor di leggi: Marino Boffa, che privato del posto di Gran Cancelliere, si vide come Dottore ascritto con gli altri in questo Collegio: Gurrello Caracciolo di Napoli Dottor di leggi: Giovanni Crispano di Napoli Vescovo di Tiano Dottor di leggi: Goffredo di Gaeta di Napoli Milite e Dottore: Carlo Mollicello di Napoli Dottor di leggi e Milite: Girolamo Miroballo di Napoli Dottor di leggi: e Francesco di Gaeta di Napoli parimente Dottor di leggi. Concedè ancora nell'istesso privilegio la sovrantendenza e giurisdizione così nelle cause civili, come nelle criminali de' Dottori e Scolari, al Gran Cancelliere del Regno, che allora era Ottino Caracciolo, non intendendo però pregiudicare alla giurisdizione del Giustiziere degli Scolari; e sottopose il Governo del Collegio al Gran Cancelliere o suo Vicecancelliere, ch'egli volesse eleggere, assegnandogli i Bidelli, il Segretario ed il Notaro.
La prima e principal prerogativa che gli diede, fu di conferire i gradi di Dottorato o Licenziatura nelle leggi civili e canoniche. Si prescrissero i doni, ovvero sportule che gli Scolari doveano prestare così al Vicecancelliere, come agli altri Dottori del Collegio quando si dottoravano; e fra l'altre cose comandò, che all'Arcivescovo di Napoli, se si trovasse presente all'atto del Dottorato, se gli dovesse dare una berretta ed un par di guanti: ciò che in decorso di tempo andò in disusanza, perchè gli Arcivescovi di Napoli saliti in maggior fasto e grandezza, sdegnarono di più intervenire a queste funzioni, niente curandosi d'un sì picciol dono. Stabilì in fine il numero de' Collegiali, la loro Elezione ed il modo da doversi tenere nel Dottorare e si disposero le Precedenze, così nel sedere, come nel votare, e si diedero altri particolari provvedimenti, li quali si leggono nel privilegio della fondazione, che fu tutto intero impresso dal Reggente Tappia ne' suoi volumi, e ne fece anche menzione Matteo degli Afflitti; ed il Summonte rapporta in più occasioni essersi il di lui transunto presentato nel S. C., ed ultimamente Muzio Recco lo stampò anch'egli insieme con le sue chiose, che vi compose, piene di molte cose puerili, e d'inutili quistioni.
Questo Collegio non era che di Dottori dell'una e l'altra legge; era ancor di dovere che se ne formasse un altro di Filosofi e di Medici, e la Regina a richiesta del Gran Cancelliere Caraccioli non fu pigra a stabilirlo. Ella dopo un anno e nove mesi, nel 1430 a' 18 agosto spedì altro privilegio per la sua fondazione. Lo sottopose parimente al Gran Cancelliere, volendo che ne fosse egli il Capo ed il Moderatore o in sua vece il suo Luogotenente. Gli diede il suo Priore, e trascelse a questa carica il Priore del Collegio di Salerno, Salvatore Calenda, il qual era anche Medico della Regina. L'assegnò un Notaro, ed un Bidello; e volle che i Collegiali fossero, oltre Salvator Calenda Priore, Pericco d'Attaldo d'Aversa Medico e Lettore di Medicina nell'Università degli Studj di Napoli: Raffaele di Messer Pietro Maffei della Matrice, Medico e Lettore nell'Università suddetta: Antonio Mastrillo di Nola, Medico: Battista de Falconibus di Napoli, Medico e parimente Lettore in Napoli: Angiolo Galeota di Napoli, Medico e Lettore in detta Università: Nardo di Gaeta di Napoli, Milite e Medico della Regina: Luigi Trentacapilli di Salerno, Milite e Dottore in Medicina: Maestro Paolo di Mola di Tramonti, Medico: Roberto Grimaldo d'Aversa Medico: e Paolino Caposcrofa di Salerno, suo familiare e Medico.
Avendo parimente posto questo Collegio sotto la giurisdizione del Gran Cancelliere, ordinò che questi fosse il Giudice competente nelle cause, così civili come criminali de' Medici Collegiali; prescrisse parimente i doni che i Dottorandi dovean dare: ordinò che l'esperienza, che doveva farsi dell'abilità del Dottorando, si facesse sopra gli Aforismi d'Ippocrate e ne' libri della Fisica e de' Posteriori d'Aristotele. Pure all'Arcivescovo di Napoli, intervenendo alla funzione, stabilì che se gli dasse la berretta ed un par di guanti: a' Teologi pure un par di guanti e così anche agli altri nella forma che si legge nel privilegio. Stabilì il modo di dottorare, e prescrisse anche il numero, l'elezione e le precedenze de' Collegiali.
Egli è da notare che ad amendue questi Collegi dalla Regina furono ammessi non pure gl'oriundi ed i cittadini napoletani, ma anche gli oriundi del Regno, i quali per quattro anni continui avessero nella città di Napoli pubblicamente insegnato nelle scuole. Di questo privilegio fece parimente menzione Afflitto; ed il Summonte anche attesta, essersi il suo transunto presentato in occasion di liti nelle Banche del S. C. ed il Reggente Tappia lo fece anche imprimere nel suo Jus Regni.
A questi due fu poi unito il Collegio di Teologia, composto di Teologi, e per lo più di Reggenti e di Lettori Claustrali. Dottorano anch'essi in teologia e danno lettere di Licenziatura. È parimente sotto la giurisdizione del Gran Cancelliere che lo riconosce per suo Capo e Moderatore. Così oggi il Collegio di Napoli vien composto di tre ordini di Dottori, di coloro di legge civile e canonica, di Dottori di filosofia e di medicina e dell'altro di teologia: essi danno i gradi e le licenziature nelle leggi, nella filosofia e medicina e nella teologia. Collegio che ancorchè ceda a quello di Salerno per antichità, si è però innalzato tanto sopra di quello, che secondo portano le vicissitudini delle mondane cose, non pur contese, per la maggioranza, ma ora, e per lo numero e per dottrina de' Professori, tanto egli s'è reso superiore, quanto l'una città è sopra l'altra più eccelsa e più eminente.
Da' successori Re Aragonesi, e più dagli Austriaci intorno all'amministrazione e governo di questo Collegio, circa i requisiti richiesti ne' Dottorandi, e per la sua forma e durata, furono stabiliti più ordinamenti, che si leggono nel volume delle nostre prammatiche; ed il Reggente Tappia ne unì insieme molti sotto il titolo De Officio M. Cancellarii. Giovan Domenico Tassone ne trattò anche nel suo Magazzino De Antefato e finalmente Muzio Recco nel 1647 ne stampò un volume, ove anche vi tessè un ben lungo Catalogo di tutti i Dottori di questo Collegio dall'anno 1428 sino al 1647, il qual Catalogo fu poi dagli altri continuato sino a' nostri tempi.