Scena XIII

Piccardo, e detti.

Piccardo:        Signore...

Dalancour:        È partito mio zio?

Piccardo:        No signore. È disceso in giardino.

Dalancour:        In giardino! A quest'ora?

Piccardo:        Per lui è tutt'uno; quando è un poco in collera passeggia, va a prender aria.

Dorval:        (a Dalancour) Vado a raggiungerlo.

Dalancour:        Signore, io conosco mio zio:        fa d'uopo lasciargli il tempo di calmarsi. Conviene aspettarlo qui.

Dorval:        Ma se partisse; se non tornasse più sopra?

Piccardo:        (a Dorval) Perdonatemi, signore, egli non tarderà, molto a risalire. M'è noto il suo naturale:        gli basta mezzo quarto d'ora. Vi so ben dire che sarà inoltre contentissimo di vedervi.

Dalancour:        (vivamente) Ebbene! mio caro amico, passate nel suo appartamento. Fatemi il piacere di attenderlo.

Dorval:        Volentieri. Comprendo benissimo quanto la vostra situazione è crudele; è d'uopo il porvi rimedio. Sì, gli parlerò per voi, ma con patto...

Dalancour:        (vivamente) Io vi do la mia parola d'onore.

Dorval:        Basta così. (entra nell'appartamento di Geronte)

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