Scena V

Geronte e detta.

Geronte:        (parlando sempre rivolto verso la porta del suo appartamento) Fermati lì; farò portar la lettera da un altro. Fermati lì... Voglio così... (si rivolge a Martuccia) Martuccia?

Martuccia:        Signore.

Geronte:        Va a cercar un servitore che porti subito questa lettera a Dorval. (volgendosi verso la porta del suo appartamento) L'imbecille! va tuttavia zoppicando e vorrebbe partire. (a Martuccia) Vanne.

Martuccia:        Ma signore...

Geronte:        Spicciati.

Martuccia:        Ma Dorval...

Geronte:        (vivamente) Sì, a casa di Dorval.

Martuccia:        Egli è qui.

Geronte:        Chi?

Martuccia:        Dorval.

Geronte:        Dov'è?

Martuccia:        Qui.

Geronte:        Dorval è qui?

Martuccia:        Sì signore.

Geronte:        Dov'è?

Martuccia:        Nell'appartamento del signor Dalancour.

Geronte:        Nell'appartamento di Dalancour? (in collera) Dorval nell'appartamento di Dalancour? Ora veggo come sta la faccenda… Comprendo tutto. (a Martuccia) Va in traccia di Dorval, digli da parte mia... Ma no, non voglio che tu vada in quel maledetto appartamento. Se ci metti piede, ti licenzio sul fatto... Chiama un servitore di quello sciagurato... No che non venga nessuno... Vai tu... Sì, sì, ch'egli venga subito subito... Ebbene?…

Martuccia:        Vado o non vado?

Geronte:        Vanne. Non mi far impazientare d'avvantaggio. (Martuccia entra da Dalancour)

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