Scena VI

Geronte solo.

Sì, ella è così. Dorval ha penetrato in qual abisso terribile quel disgraziato è caduto. Sì, egli l'ha saputo prima di me; ed io, se non me l'avesse detto Piccardo, ne sarei ancora all'oscuro. È così... è così senz'altro. Dorval teme la parentela d'un uomo perduto; egli è colà:        forse l'esamina per assicurarsene maggiormente. Ma perchè non dirmelo? L'avrei persuaso, l'avrei convinto... Perchè non me n'ha parlato?... Dirà forse che la mia furia non glie n'ha dato il tempo?... No certamente. Bastava che avesse aspettato; che non fosse partito... la mia collera si sarebbe calmata ed egli avrebbe potuto parlarmi. Nipote indegno; traditore; perfido! Tu hai sacrificato i tuoi beni, il tuo onore; io t'amai, scellerato… Sì, t'amai anche troppo, ma ti cancellerò totalmente dal mio cuore, e dalla mia memoria... Vattene di qua, va a perire altrove... Ma dove andrà egli? Non me n'importa. non ci penso più... Sua sorella sola m'interessa, ella sola merita la mia tenerezza, i miei benefizi... Dorval è mio amico. Dorval la sposerà. Io le darò la dote, le donerò tutte le mie facoltà. Lascerò penare il reo, ma non abbandonerò mai l'innocente.

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