Scena VIII

Madama, e detti.

Madama:        Deh! Signore, se mi credete la cagione dei disordini di vostro nipote, è giusto che ne porti io sola la pena. L'ignoranza in cui ho vissuto sin'ora non è, lo veggo, dinanzi a' vostri occhi, una scusa che basti. Giovane, senza esperienza, mi sono lasciata dirigere da un marito che amavo. Il mondo seppe allettarmi, i cattivi esempi mi hanno sedotta; io ero contenta, e mi credeva felice... ma sembro la rea, e questo basta... Purchè mio marito sia degno de' vostri benefizi, soscrivo al fatale vostro decreto. Mi staccherò dalle sue braccia. Vi chiedo una grazia soltanto:        moderate il vostro odio contro di me; scusate il mio sesso, la mia età; compatite un marito, che per troppo amore...

Geronte:        Eh! Madama! credereste voi forse di soverchiarmi?

Madama:        Oh cielo! Dunque non v’è più speranza? Ah mio caro Dalancour, io t'ho dunque perduto. Io muoio. (cade sopra un sofà.)

Dalancour:        ( corre in suo soccorso)

Geronte:        (inquieto, commosso, intenerito) Eh, là? c'è nessuno? Martuccia?

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