Martuccia, e detti.
Martuccia: Eccomi, signore.
Geronte: Guardate là... subito... andate... vedete... recatele qualche soccorso.
Martuccia: Madama, Madama, che c'è?
Geronte: Prendete, prendete; eccovi l'acqua di Colonia. (dando a Martuccia una boccetta) Come va? (a Dalancour)
Dalancour: Ah, mio zio!...
Geronte: (s'accosta a Madama, e le dice bruscamente) Come state?
Madama: (alzandosi languidamente, e con una voce fioca ed interrotta) Signore, voi avete troppa bontà ad interessarvi di me. Non abbiate riguardo alla mia debolezza; il cuore vuol fare i suoi moti. Ricupererò le mie forze, partirò, mi rassegnerò alla mia sciagura.
Geronte: (s'intenerisce, ma non parla)
Dalancour: (afflitto) Ah! mio zio, soffrireste, che...
Geronte: (vivamente a Dalancour) Taci tu! (a Madama bruscamente) Restate in casa con vostro marito.
Madama: Ah, signore!
Dalancour: (con trasporto) Ah! mio caro zio!
Geronte: (con serietà, ma senza collera, e prendendoli ambedue per mano) Uditemi. I miei risparmi non erano per me. Voi gli avreste un giorno, trovati. Ebbene, servitevene in questa occasione; la sorgente è esaurita; abbiate giudizio. Se non vi muove la gratitudine, l'onore almeno vi faccia star a dovere.
Madama: La vostra bontà...
Dalancour: La vostra generosità...
Geronte: Basta così.
Martuccia: Signore....
Geronte: Taci tu, ciarliera.
Martuccia: Signore, voi siete in disposizione di far del bene: non farete pur qualche cosa per madamigella Angelica?
Geronte: A proposito dov'è?
Martuccia: Ella non è lontana.
Geronte: V'è ancora il suo pretendente?
Martuccia: Il suo pretendente?
Geronte: È corrucciata forse per questo? È per questo che non vuol più vedermi? Sarebbe egli partito?
Martuccia: Signore... il suo pretendente c'è tuttavia.
Geronte: Che vengano qui.
Martuccia: Angelica ed il suo pretendente?
Geronte: (riscaldato) Sì, Angelica ed il suo pretendente.
Martuccia: Benissimo. Subito, signore, subito. (avvicinandosi alla portiera) Venite, venite, figli miei; non abbiate timore.