Scena IX

Martuccia, e detti.

Martuccia:        Eccomi, signore.

Geronte:        Guardate là... subito... andate... vedete... recatele qualche soccorso.

Martuccia:        Madama, Madama, che c'è?

Geronte:        Prendete, prendete; eccovi l'acqua di Colonia. (dando a Martuccia una boccetta) Come va? (a Dalancour)

Dalancour:        Ah, mio zio!...

Geronte:        (s'accosta a Madama, e le dice bruscamente) Come state?

Madama:        (alzandosi languidamente, e con una voce fioca ed interrotta) Signore, voi avete troppa bontà ad interessarvi di me. Non abbiate riguardo alla mia debolezza; il cuore vuol fare i suoi moti. Ricupererò le mie forze, partirò, mi rassegnerò alla mia sciagura.

Geronte:        (s'intenerisce, ma non parla)

Dalancour:        (afflitto) Ah! mio zio, soffrireste, che...

Geronte:        (vivamente a Dalancour) Taci tu! (a Madama bruscamente) Restate in casa con vostro marito.

Madama:        Ah, signore!

Dalancour:        (con trasporto) Ah! mio caro zio!

Geronte:        (con serietà, ma senza collera, e prendendoli ambedue per mano) Uditemi. I miei risparmi non erano per me. Voi gli avreste un giorno, trovati. Ebbene, servitevene in questa occasione; la sorgente è esaurita; abbiate giudizio. Se non vi muove la gratitudine, l'onore almeno vi faccia star a dovere.

Madama:        La vostra bontà...

Dalancour:        La vostra generosità...

Geronte:        Basta così.

Martuccia:        Signore....

Geronte:        Taci tu, ciarliera.

Martuccia:        Signore, voi siete in disposizione di far del bene: non farete pur qualche cosa per madamigella Angelica?

Geronte:        A proposito dov'è?

Martuccia:        Ella non è lontana.

Geronte:        V'è ancora il suo pretendente?

Martuccia:        Il suo pretendente?

Geronte:        È corrucciata forse per questo? È per questo che non vuol più vedermi? Sarebbe egli partito?

Martuccia:        Signore... il suo pretendente c'è tuttavia.

Geronte:        Che vengano qui.

Martuccia:        Angelica ed il suo pretendente?

Geronte:        (riscaldato) Sì, Angelica ed il suo pretendente.

Martuccia:        Benissimo. Subito, signore, subito. (avvicinandosi alla portiera) Venite, venite, figli miei; non abbiate timore.

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