Scena X

Valerio, Dorval, Angelica, e detti.

Geronte:        (vedendo Valerio e Dorval) Che c'è?... Che vuole qui quell'altro?

Martuccia:        Signore, sono il pretendente, ed il testimonio.

Geronte:        (ad Angelica) Avvicinatevi.

Angelica:        (s'accosta tremando, e parla con Madama) Ah! Cognata, quanto vi debbo chieder perdono!

Martuccia:        (a Madama) Ed io pure, Madama.

Geronte:        (a Dorval) Venite qui, signor pretendente... Che c'è? siete ancora adirato? Non volete venire?

Dorval:        Parlate con me?

Geronte:        Sì con voi.

Dorval:        Perdonatemi; io sono soltanto il testimonio.

Geronte:        Il testimonio!

Dorval:        Sì. Vi spiego l'arcano... Se m'aveste lasciato parlare..

Geronte:        Arcano!... (ad Angelica) Vi sono degli arcani?

Dorval:        (serio e risoluto) Uditemi, amico. Voi conoscete Valerio; egli ha saputi i disastri di questa famiglia. È venuto ad offrire le sue facoltà al signor Dalancour, e la sua mano ad Angelica. Egli l'ama, è pronto a sposarla senza dote, e ad assicurarle una contraddote di dodici mila lire di rendita. M'è noto il vostro carattere, e so che a voi piacciono le belle azioni; l'ho perciò trattenuto, e mi sono incaricato di presentarvelo.

Geronte:        Tu non avevi alcuna inclinazione, eh? mi hai ingannato. Ebbene, non voglio che tu lo prenda; questa è una soperchieria d'ambe le parti; io non la soffrirò giammai.

Angelica:        (piangendo) Mio caro zio...

Valerio:        (appassionato e supplichevole) Signore...

Dalancour:        Voi siete sì buono....

Madama:        Voi siete sì generoso...

Martuccia:        Mio caro padrone...

Geronte:        Maledetto il mio naturale! Non posso durar in collera quanto ne ho voglia. Io mi schiaffeggerei volentieri (tutti insieme ripetono le loro preghiere, e lo circondano, e lo stordiscono) Tacete, lasciatemi... che il diavolo vi porti... Ch'egli la sposi.

Martuccia:        (forte) Che la sposi senza dote?

Geronte:        Come senza dote?... Io mariterò mia nipote senza dote? Non sarà forse in istato dì formarle la dote? Conosco Valerio; l'azione generosa, che venne a proporci, merita una ricompensa. Sì, egli avrà la dote, e le cento mila lire che ho promesso ad Angelica.

Valerio:        Quante grazie!

Angelica:        Quanta bontà!

Madama:        Qual cuore!

Dalancour:        Qual esempio!

Martuccia:        Viva il mio padrone!

Dorval:        Viva il mio buon amico! (tutti lo circondano, lo colmano di carezze, e ripetono le sue lodi)

Geronte:        (cerca liberarsi da loro, e grida forte) Zitto, zitto, zitto… (chiama) Piccardo?

Share on Twitter Share on Facebook