Valerio, Dorval, Angelica, e detti.
Geronte: (vedendo Valerio e Dorval) Che c'è?... Che vuole qui quell'altro?
Martuccia: Signore, sono il pretendente, ed il testimonio.
Geronte: (ad Angelica) Avvicinatevi.
Angelica: (s'accosta tremando, e parla con Madama) Ah! Cognata, quanto vi debbo chieder perdono!
Martuccia: (a Madama) Ed io pure, Madama.
Geronte: (a Dorval) Venite qui, signor pretendente... Che c'è? siete ancora adirato? Non volete venire?
Dorval: Parlate con me?
Geronte: Sì con voi.
Dorval: Perdonatemi; io sono soltanto il testimonio.
Geronte: Il testimonio!
Dorval: Sì. Vi spiego l'arcano... Se m'aveste lasciato parlare..
Geronte: Arcano!... (ad Angelica) Vi sono degli arcani?
Dorval: (serio e risoluto) Uditemi, amico. Voi conoscete Valerio; egli ha saputi i disastri di questa famiglia. È venuto ad offrire le sue facoltà al signor Dalancour, e la sua mano ad Angelica. Egli l'ama, è pronto a sposarla senza dote, e ad assicurarle una contraddote di dodici mila lire di rendita. M'è noto il vostro carattere, e so che a voi piacciono le belle azioni; l'ho perciò trattenuto, e mi sono incaricato di presentarvelo.
Geronte: Tu non avevi alcuna inclinazione, eh? mi hai ingannato. Ebbene, non voglio che tu lo prenda; questa è una soperchieria d'ambe le parti; io non la soffrirò giammai.
Angelica: (piangendo) Mio caro zio...
Valerio: (appassionato e supplichevole) Signore...
Dalancour: Voi siete sì buono....
Madama: Voi siete sì generoso...
Martuccia: Mio caro padrone...
Geronte: Maledetto il mio naturale! Non posso durar in collera quanto ne ho voglia. Io mi schiaffeggerei volentieri (tutti insieme ripetono le loro preghiere, e lo circondano, e lo stordiscono) Tacete, lasciatemi... che il diavolo vi porti... Ch'egli la sposi.
Martuccia: (forte) Che la sposi senza dote?
Geronte: Come senza dote?... Io mariterò mia nipote senza dote? Non sarà forse in istato dì formarle la dote? Conosco Valerio; l'azione generosa, che venne a proporci, merita una ricompensa. Sì, egli avrà la dote, e le cento mila lire che ho promesso ad Angelica.
Valerio: Quante grazie!
Angelica: Quanta bontà!
Madama: Qual cuore!
Dalancour: Qual esempio!
Martuccia: Viva il mio padrone!
Dorval: Viva il mio buon amico! (tutti lo circondano, lo colmano di carezze, e ripetono le sue lodi)
Geronte: (cerca liberarsi da loro, e grida forte) Zitto, zitto, zitto… (chiama) Piccardo?