Camera in casa di donna Livia.
Donna Livia , poi il paggio .
LIV. Chi pretende violentar il mio cuore, s’inganna. Io non ho ricchezza maggiore della mia libertà, e mi crederei miserabile nell’abbondanza, se non potessi disporre di me medesima. Guglielmo sempre più m’incatena, e se assicurar mi potessi de’ suoi natali, non esiterei a sposarlo in faccia di tutto il mondo, e a dispetto di tutti quelli che aspirano alle mie nozze.
PAGG. Signora, è qui il signor maestro.
LIV. Chi?
PAGG. Il signor maestro. Quello che mi ha favorito, con riverenza, de’ cavalli.
LlV. Non lo chiamare mai più con questo nome. Egli è il signor Guglielmo. Fa che passi.
PAGG. (Ancora, quando lo vedo, mi fa tremare). (da sé, parte)