SCENA SETTIMA

Camera in casa di donna Livia.

Donna Livia , poi il paggio .

LIV. Chi pretende violentar il mio cuore, s’inganna. Io non ho ricchezza maggiore della mia libertà, e mi crederei miserabile nell’abbondanza, se non potessi disporre di me medesima. Guglielmo sempre più m’incatena, e se assicurar mi potessi de’ suoi natali, non esiterei a sposarlo in faccia di tutto il mondo, e a dispetto di tutti quelli che aspirano alle mie nozze.

PAGG. Signora, è qui il signor maestro.

LIV. Chi?

PAGG. Il signor maestro. Quello che mi ha favorito, con riverenza, de’ cavalli.

LlV. Non lo chiamare mai più con questo nome. Egli è il signor Guglielmo. Fa che passi.

PAGG. (Ancora, quando lo vedo, mi fa tremare). (da sé, parte)

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