Don Filiberto e Guglielmo .
FIL. Dunque voi non avete dato a mia moglie le dieci doppie?
GUGL. Vi dico, signore, che ella ha favorito me delle altre dieci.
FIL. (Come va la cosa dunque? Mia moglie avea venti doppie?) (da sé)
GUGL. (Questo è un imbroglio. Sarà meglio ch’io me ne vada). (da sé) Don Filiberto, vi sono schiavo.
FIL. Amico, scusate.
GUGL. Scusate voi l’ardire con cui...
FIL. Non parliamo altro.
GUGL. (Ora è il tempo di accettare l’esibizione della vedova; chi sa ch’ella non mi aiuti davvero? Tutto il male non vien per nuocere). (da sé, e parte)
FIL. Venti doppie? Venti doppie? Di dove le può aver avute? Io non sono mai stato geloso, ma queste venti doppie mi farebbero far de’ lunari. (parte)