Il vicerè , poi il conte Portici .
VIC. Ha dello spirito, ha del talento, e le sue massime esser non possono migliori. Per quel ch’io scorgo, viene perseguitato più per invidia che per giustizia. Il Conte è un amante di donna Livia, non lo credo sincero.
CO. PORT. Permette, Eccellenza? (accostandosi con rispetto)
VIC. Oh! Conte, credo che a voi questa città avrà una grande obbligazione.
CO. PORT. Per qual ragione, signore?
VIC. Voi mi avete scoperto esservi quel forestiere...
CO. PORT. È poi la cosa come diceva io? È un impostore? Un gabbamondo?
VIC. Egli è uno, il quale darà una memoria che tende all’utile pubblico, al comodo privato e al buon ordine della città. Si andrà fra poco a sviluppare il progetto, per il quale avrà il signor Guglielmo il premio che gli si conviene, e voi sarete ringraziato, per aver promosso la sua fortuna ed un pubblico benefizio. (parte)