Scena terza

Il Marchese solo.

MAR. Bravo il signor tenente. Egli è sempre di buon umore. Non so se ciò sia per grazia del temperamento, o per privilegio del suo mestiere. Quanto volentieri avrei calcata anch'io la strada del militare! Ma son solo di mia famiglia, è necessario ch'io mi mariti. Hanno a sdegno i parenti miei ch'io goda la mia dolcissima libertà, e mi conviene sagrificarla. Sia almeno il mio sagrifizio men aspro e meno pericoloso. Voglia il cielo, che una sposa amabile e di mio genio mi faccia sembrar leggiera la mia catena. Ah sì, quantunque di oro, quantunque arricchita di gemme, o adornata di fiori, è però sempre catena. La libertà è superiore ad ogni ricchezza, ma vuole il destino che l'uomo si assoggetti alle leggi della natura, e contribuisca colle proprie sue perdite al bene della società, alla sussistenza del mondo. (entra nella sua stanza)

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