Rosaura e Marionette.
Mar. Oh, che figura ridicola! Se abbandona la grazia francese, ha perduto il merito.
Ros. Vuoi che ti dica che costui si porta molto bene, e che si sa perfettamente trasformare in tutti i caratteri?
Mar. Signora padrona, i vostri quattro amanti vi hanno regalata. Chi di essi vi pare che sia più meritevole della vostra gratitudine? Già m'aspetto sentirvi dire l'Inglese: quelle gioie sono assai belle.
Ros. No, Marionette, nemmen per questo lo preferisco agli altri. La pace e l'amore non si comprano con simil prezzo. E poi Milord non vuol moglie.
Mar. Dunque mi do a credere non avrete difficoltà a decidere che abbia ad essere preferito quello del ritratto.
Ros. Nemmeno. Quei finti colori non mi possono assicurare della sua fedeltà.
Mar. Fareste caso forse di quel bell'albero?
Ros. Non so disprezzare una nobiltà sì cospicua; ma ella non basta per porre in quiete il mio spirito.
Mar. Eh già, lo so. La lettera del geloso avrà il primo luogo.
Ros. Marionette t'inganni. So anch'io che un amante, per giustificarsi colla sua cara, sa fingere e sa inventare.
Mar. Dunque non ne aggradite nessuno?
Ros. Anzi tutti.
Mar. Ma tutti non li potete sposare.
Ros. Uno ne sceglierò.
Mar. E quale?
Ros. Ci penserò. E credimi che nel risolvere non mi consiglierò col cuore, ma con la mente. Non cercherò la bellezza, ma l'amore e la fedeltà. Son vedova, conosco il mondo; e so distinguere che, per scegliere un amante, serve aprire un solo occhio, ma per scegliere un marito, conviene aprirli bene tutti e due, e se non basta, aggiungervi anche il microscopio della prudenza.
(parte)
Mar. E poi farà come il solito di noialtre donne, si attaccherà al suo peggio.