SCENA TERZA

Brigida, Servitori che portano cioccolate, vino ecc.; e detti.

BRIGIDA:        Eccomi, eccomi, compatite se vi ho fatto un poco aspettare.

PAOLINO:        Niente, ci siamo benissimo divertiti.

BRIGIDA:        Come?

PAOLINO:        A dir bene del prossimo. (Ridendo.)

BRIGIDA:        Bravi, bravi, ho capito. Oh! chi volesse dire... chi volesse discorrere su quel che succede in villa, vi sarebbero da far de' tomi. Si vanno a struggere i poeti per far commedie? Vengano qui, se vogliono fare delle commedie. Signor Paolino, a voi. (Gli dà la cioccolata.) Che vengano a vedere la nostra vecchia, se vogliono un bell'argomento. A voi, Tita. (Gli dà la cioccolata.) Sessantacinque anni, e si dà ancora ad intendere di essere corteggiata. (Dà i biscottini a tutti e due.) E il signor Ferdinando la sa sì ben secondare, che pare innamorato morto di lei, e la buona vecchia se ne lusinga; ma credo che quel drittaccio la pilucchi ben bene. Signor Beltrame, questo vi dovrebbe piacere. (Vuota il vino in un bicchiere, e glielo dà.)

BELTRAME:        Questa mi pare la miglior cioccolata del mondo.

BRIGIDA:        Tenete due biscottini. E questa novità di cui tutti parlano, che il signor Guglielmo si sia scoperto amante della signora Vittoria, è vera, o non è vera? Voi, Paolino, lo dovrete sapere.

PAOLINO:        Dicono che in calesso sia corsa qualche parola. Lo staffiere, ch'era di dietro al calesso, dice ch'era il finestrino aperto, che poi l'hanno serrato, ma che tant'e tanto qualche cosa ha sentito.

BRIGIDA:        Eh! sì, due giovani in un calesso è una bella occasione.

BELTRAME:        Buono, veramente buono. (Vuol rendere il bicchiere.)

BRIGIDA:        Ne volete un altro?

BELTRAME:        No; sto bene.

BRIGIDA:        Eh! via, un altro.

BELTRAME:        No, davvero, sto bene.

BRIGIDA:        Per amor mio, un altro.

BELTRAME:        Corpo di bacco! date qui. Si può far meno per amor vostro?

BRIGIDA:        Così mi piace, che gli uomini sian compiacenti.

PAOLINO:        Domattina, signora Brigida, signor Tita, signor Beltrame, vi aspetto da me.

TITA:        E dopo domani da me.

BELTRAME:        Io non sono in caso di potervi trattare. Il mio padrone beve il caffè e la cioccolata fuori di casa, e da noi non se ne sente l'odore.

PAOLINO:        Il vostro padrone non è il signor dottore, il medico di condotta di Montenero? (A Beltrame.)

BELTRAME:        Sì, appunto. Sono tant'anni che è medico di campagna, e non ha mai potuto avere la grazia di essere medico di città.

PAOLINO:        Ieri è stato da noi a bevere la cioccolata.

BRIGIDA:        Da voi? L'ha bevuta anche da noi.

TITA:        E se vi dicessi, che l'ha bevuta anche da noi?

BRIGIDA:        Buon pro faccia al signor dottore.

PAOLINO:        Questa mattina farà probabilmente lo stesso giro.

BELTRAME:        Per questa mattina no, perché non c'è a Montenero. È andato a fare una visita in Maremma, e non vi tornerà fin domani.

BRIGIDA:        Che vuol dire, che voi non siete andato con lui?

BELTRAME:        Sono venuti a prenderlo con sedia e servitore, ed ha lasciato me in custodia di suo figliuolo.

BRIGIDA:        Di quello sciocco del signor Tognino?

TITA:        Sì, sciocco! È un certo sciocco! Fa l'amore da disperato colla signora Rosina.

BRIGIDA:        Colla nipote della signora Costanza?

BELTRAME:        Sì, è vero. L'hanno tirato giù ben bene. Coll'occasione che il signor dottore suo padre fa il servente alla signora Costanza, egli si è attaccato alla nipote.

BRIGIDA:        Davvero, raccontatemi...

PAOLINO:        Vien gente.

TITA:        Andiamo via.

BRIGIDA:        Andiamo, andiamo in giardino; vo' saper la cosa com'è.

PAOLINO:        Cose belle. (Parte.)

TITA:        Cose solite. (Parte.)

BELTRAME:        Frutti di gioventù! (Parte.)

BRIGIDA:        Avventure della campagna. (Parte.)

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