Dopo che l’eroismo è sparito dal mondo, e invece v’è entrato l’universale egoismo, amicizia vera e capace di far sacrificare l’uno amico all’altro, in persone che ancora abbiano interessi e desideri, è ben difficilissima. E perciò quantunque si sia sempre detto che l’uguaglianza è l’una delle più certe fautrici dell’amicizia, io trovo oggidì meno verisimile l’amicizia fra due giovani che fra un giovane, e un uomo di sentimento già disingannato del mondo, e disperato della sua propria felicità. Questo non avendo più desideri forti è capace assai più di un giovane d’unirsi ad uno che ancora ne abbia, e concepire vivo ed efficace interesse per lui, formando così un’amicizia reale e solida quando l’altro abbia anima da corrispondergli. E questa circostanza mi pare anche più favorevole all’amicizia, che quella di due persone egualmente disingannate, perché non restando desideri né interessi in veruno, non resterebbe materia all’amicizia e questa rimarrebbe limitata alle parole e ai sentimenti, ed esclusa dall’azione. Applicate questa osservazione al caso mio col mio degno e singolare amico, e al non averne trovato altro tale, quantunque conoscessi ed amassi e fossi amato da uomini d’ingegno e di ottimo cuore.