Scena V.

DESIDERIO, ADELCHI, ALBINO, FEDELI LONGOBARDI.

DESIDERIO.

Duchi, e Fedeli; ai vostri re mai sempre

Giova compagni ne' consigli avervi,

Come nel campo. - Ambasciator, che rechi?

ALBINO.

Carlo, il diletto a Dio sire de' Franchi,

De' Longobardi ai re queste parole

Manda per bocca mia: volete voi

Tosto le terre abbandonar di cui

L'uomo illustre Pipin fe' dono a Piero?

DESIDERIO.

Uomini longobardi! in faccia a tutto

Il popol nostro, testimoni voi

Di ciò mi siate; se dell'uom che questi

Or v'ha nomato, e ch'io nomar non voglio,

Il messo accolsi, e la proposta intesi,

Sacro dover di re solo potea

Piegarmi a tanto. - Or tu, straniero, ascolta.

Lieve domando il tuo non è; tu chiedi

Il segreto de' re: sappi che ai primi

Di nostra gente, a quelli sol da cui

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Leal consiglio ci aspettiamo, a questi

Alfin che vedi intorno a noi, siam usi

Di confidarlo: agli stranier non mai.

Degna risposta al tuo domando è quindi

Non darne alcuna.

ALBINO.

E tal risposta è guerra.

Di Carlo in nome io la v'intimo, a voi

Desiderio ed Adelchi, a voi che poste

Sul retaggio di Dio le mani avete,

E contristato il Santo. A questa illustre

Gente nemico il mio signor non viene:

Campion di Dio, da Lui chiamato, a Lui

Il suo braccio consacra; e suo malgrado

Lo spiegherà contro chi voglia a parte

Star del vostro peccato.

DESIDERIO.

Al tuo re torna,

Spoglia quel manto che ti rende ardito,

Stringi un acciar, vieni, e vedrai se Dio

Sceglie a campione un traditor. - Fedeli!

Rispondete a costui.

MOLTI FEDELI.

Guerra!

ALBINO.

E l'avrete,

E tosto, e qui: l'angiol di Dio, che innanzi

Al destrier di Pipin corse due volte,

Il guidator che mai non guarda indietro,

Già si rimette in via.

DESIDERIO.

Spieghi ogni duca

Il suo vessillo; della guerra il bando

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Ogni Giudice intimi, e l'oste aduni;

Ogni uom che nutre un corridor, lo salga,

E accorra al grido de' suoi re. La posta

È alle Chiuse dell'alpi.

(al Legato)

Al re de' Franchi

Questo invito riporta.

ADELCHI.

E digli ancora,

Che il Dio di tutti, il Dio che i giuri ascolta

Che al debole son fatti, e ne malleva

L'adempimento o la vendetta, il Dio,

Di cui talvolta più si vanta amico

Chi più gli è in ira, in cor del reo sovente

Mette una smania, che alla pena incontro

Correr lo fa; digli che mal s'avvisa

Chi va de' brandi longobardi in cerca,

Poi che una donna longobarda offese.

(Partono da un lato i Re con la più parte

de' Longobardi, e dall'altro il Legato).

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