Genio-rivoluzione

Volava intanto la settima anima nel bianco, nel fresco, nel liscio, nel puro, a 4000 metri. Ronzava con un ruuuuuumooore suooono luuungo di moootoore beaato d'esser pieno d'ooolio-ingegno.

Spaziare vedere conoscere dipanare dominare liberare!....

Sintesi

Seminare dall'alto immagini per illuminare venti città buie

Seminare idee con subitanee esplosioni di fiori frutti fervore slancio volontà ricchezza

Riassumere il mondo la vita le razze e la marea delle guerre e i cicloni delle rivoluzioni

Riunire i giovani per centuplicare la gioventù

Dare a un giovane artista di 20 anni il senso del proprio innato oceano rimpinzato di costellazioni

Illimitare l'ambizione dei forti.

Centuplicare l'ingegno d'un giovanissimo

Costruire sotto i suoi piedi 20 trampolini!....

Esempio a tutti, opporsi ritto all'avviluppante controffensiva dei cretini, dei lenti, dei tardigradi.

A Parigi nella vasta galleria d'arte di Rue La Boëtie il mio amico Boccioni parlerà fra 10 minuti di pittura futurista e di dinamismo plastico al pubblico variato delle più eleganti delle più belle e dei più intelligenti. La grande sala rossa è gonfia di fruscii stoffe vocio smorfie, curve bianche di braccia, seta bianco nero vermiglio roseo angoli spirali. Vibrazione di gioielli, lenta ricaduta di veli, fughe di struzzi, lenti cammelli impennacchiati, oche letterarie dal becco aperto, gazzelle malate di letteraturite, efebi scodinzolanti che scrivono con le anche, zazzere fosforose di Montmartre e pancioni israeliti ingrassati col futurismo.

Sopra la folla si scatenano i piani atmosferici plasmati in plastilina da Boccioni. Egli porta con eleganza sull'agile corpo una testa d'uccello geniale. La fronte fu cesellata da troppi venti. Il suo corpo preannuncia lo scheletro futuro tagliente in forma di prua dell'aviatore che nascerà fra 100 anni. Mi dice a mezza voce con gli scatti del suo sangue romagnolo.

– Ho avuto torto di ascoltarti, Marinetti, non è possibile che io me la cavi. Ho tutte le idee chiare nel cervello, ma come potrò esprimerle? Ah se potessi svenire come una donna per subire decorosamente il coito pericoloso!.... Non sono oratore. Conosco appena la lingua francese e sarò giudicato dal pubblico più severo, ostile e competente di Parigi. Ho avuto veramente torto di ascoltarti. Tutto ti sembra facile, sempre! C'è in te un ufficiale di cavalleria che comanda sempre la carica. Io sono un cavallo selvaggio!...

Rispondo:

– Noi non siamo nè cavalli selvaggi, nè ufficiali di cavalleria, nè pazzi, ma futuristi italiani, padroni del miracolo! E ora attacca, senza timore!...

Mancava la ribalta. Avevano dimenticato bottiglia tavolino e bicchiere cosicchè nel gorgo stringente delle belle dame intellettuali buffe cretine brutte saporite strane insipide chiassose e turbolente cominciò il parto veramente strambo d'un improvvisatore geniale preciso che spingeva con sforzi e contorsioni fuor dal cervello in una lingua ignorata idee complesse e stupefacenti di novità.

Ansia. Inquietudine d'un pubblico che assisteva a un prodigio intellettuale. Io ero il suggeritore medico che non può suggerire guarire ma semplicemente conforta i dolori del partoriente. Qua e là un taglio cesareo e via! Violento scassinamento di quei cervelli per riempirli di nuovi valori. Lacerazione di sensibilità banalizzate, perchè la nuda verità risplendesse.

Insurrezioni di oppositori. Polemica, botta-risposta, schermaglia. Una barba solenne nera quadrata denuncia stupidamente i cubisti francesi al nostro disprezzo italiano.

I gorghi si moltiplicano nella folla.

Applausi frettolosi di mani imperlate. Sguainamenti di nuovi argomenti. Parate eleganti. Boccioni si rinfranca. Parla improvvisa risponde domina soggioga seduce. Le donne sono convinte dalle carezze sicure di una voce di acciaio vellutato. Vittoria su tutta la linea, perduta, ripresa, perduta, ormai nostra.

Lasciamo per strada dame dami damine cammelli impennacchiati pedanti nemici amici genii futuristi e passatisti idioti e con ritmo allegro riprendiamo la volante ascensione d'idea in idea di forma in colore di fantasia in associazione d'idee fulminea sempre più in alto in più veloce, in più forte, in più nuovo, in più luminoso, in più italiano.

Però.... con delle parentesi come questa:

– Mentre sudavo, per improvvisare – dice Boccioni – tu, benchè attentissimo, acrezzavi col tuo gomito i seni della Signorina Saint-Loir. Sei un porco!

– Un porco?... Esageri. Il porco ha una pelle elastica. Buona pelle per tamburo di guerra e foot-ball!... Mentre il mio gomito sfiorava i seni della bella Saint-Loir io colpivo tutte le obbiezioni nei nostri nemici. Ti difendevo con manrovesci dialettici fulminei.... Ti avverto che tengo molto alla signorina Saint-Loir appetitosissima. Stasera, siamo intesi! Lascio a te l'amica sua altrettanto appetitosa. In tutti i casi al mio «Spegniti!..» ti spegnerai rientrando e smorzando come di consueto tutti i tuoi fascini magnetici. Al tuo «Spegniti» come al solito io mi spegnerò.

Ecco inventata la nuova lingua degl'incendiari.

Fra un incendio d'arte e un incendio politico mi piace dar fuoco a gonne, eleganti.

Entro con Boccioni e Armando Mazza nell'officina di Russolo. Giallo verde rosso rosa affastellamento d'intonarumori futuristi.

Ronzare scoppiare ululare fischiare.

L'inventore sorveglia la cottura d'una pelle rumorista.

– Alt! Pianta gli acidi e i motori! Questa sera faremo una violentissima dimostrazione contro l'Austria!

Teatro Dal Verme rigurgitante. Ripresa della «Fanciulla del West». Formicolante mercato delle voci italiane. Palchi gallerie loggione scatenano 6000 mani applaudenti che sembrano 3000 becchi agitatissimi di oche selvaggie. Forbiciano la musica di Puccini: strascichi arpeggiati, lasagne scodinzolanti nervi isterici violinati e zuccheri-filati rosa.

Il primo atto è finito. Alla ribalta oscilla la ghirlanda cretina dei cantanti che domandano applausi con sorrisi da mendicanti.

Nel fondo del palco la pancia di Mazza partorisce una bandiera tricolore di 8 metri quadrati. L'attacchiamo all'asta di 2 bastoni legati. Mi sporgo agitandola:

Abbassoooo l'Austriaaaa!....

Da un altro palco si sporge Boccioni con una bandiera austriaca. Un futurista la brucia. Un lembo vampante cade sulla crema dei décolletés in poltrona.

Urloooooo. Gesticolazione. Gorgo. Risacca. 200 500 600 facce inebetite. Basta!... Fuori!... Sono i futuristi!... Viva Marinetti!... Abbasso Marinetti!... Bene!... Fuori!... Bravi!... Abbassooo l'Austriaaa!... Imbecilli!... Pazzi! Pazzi!... Vigliacchi!... Silenzio!... (Puccini illuso si precipita alla ribalta).

No! No! No! Vogliamo la Marcia Reale!... Abbasso Puccini!...

Intanto Mazza col solo braccio destro teso tiene chiusa la porta trasparente del palco che 4 carabinieri + 2 delegati + 3 inservienti tentano disperatamente di aprire.

Io urloooo: «Abbasso l'Austria!...» 600 volte col ritmo e la voce di un cannone da montagna.

La sera dopo dovevamo trovarci in 30. Eravamo soltanto 11. La galleria gonfia di folla. Tepore autunnale. Tutti i tavolini fuori. Gioia pacifica di grasse famiglie intorno ai gelati centellinati.

– Troppo pochi per tentare una dimostrazione! È una pazzia! dichiara Boccioni.

– No! No! Vedrai. Tutto scoppierà. Venite. Gridate tutti forte: Abbasso San Giuliano! Abbasso l'Austria!...

Subito la squadra della polizia politica si scaglia contro noi. Pugilato furente 10 20 50 studenti s'aggrappano a me per liberarmi. Calci, pugni, schiaffi, morsi. Mi apro un varco verso il centro della Galleria, cinghiale che porta appesi fox-terriers convulsi.

– Boccioni! Boccioni! piega a destra! Dentro! Dentro! fra i tavolini! Rovesciamo tutto!

Crollo universale. Tutto ruzzola e si schianta. Urli. Liquidazione di donne che svengono. Gelateria volante. Insulti sfide battibecchi. Ciaak ciaak di schiaffi. Facce sbiancate. Facce paonazze. Rossi rubinetti di nasi. Bastoni alzati.

I miei amici tirano fuori dalle mutande bandiere giallonere e le incendiano. Fuochi di gioia in 5 7 8 punti della Galleria. Traiettorie sguinzagliate di poliziotti. Fendiamo come torpediniere il mare di tavolini e rovesciamo a destra e sinistra ondate di madri di padri impazziti, schiuma di bambini calpestati.

Colautti tarchiato ma alzatissimo sulla punta dei piedi, veemente, ingrandito dal bastone agitato in alto, urla a due grassi neutralisti:

– Ecco! Ecco! mangiate in pace! mangiate i vostri gelati!

E giù legnate sul tavolo che schizza piatti bicchieri frutta e dolciumi.

La dimostrazione si gonfia dilaga.

3 Squilli. Fuga. 3 Squilli. Risacca. Fiiiiischi. 200 carabinieri. Una compagnia di fanteria arriva al passo di corsa. Un'altra tronca le 2 ali notturne della Galleria.

Siamo bloccati. Io mi svincolo. Mi ripigliano. Schizzo fuori dalle mani come un pezzo di sapone. Sono ripreso, tenuto. E via tutti a San Fedele. Incrociamo un plotone di bersaglieri. Viva l'Esercitoo!... Abbasso l'Austria!...

Nel cortile buio della Questura sento urlare Boccioni. Intuisco le ginocchiate vigliacche nella schiena e rivoltandomi spacco con un cazzotto 2 denti al delegato.

Ammanettati tutti 11 a San Vittore.

– Caro Marinetti, meriti veramente il titolo che ti hanno dato i giornali parigini. Sei veramente la Caffeina dell'Europa!

– Tu sei invece un Termosifone che tentacola sul mondo le sue tubature riscaldanti!

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