Atto secondo Il Grande Altrove

Estratto da

VIAGGIO FATTO NEL 1787 E 1788

NELLA FU ALTA E BASSA ALVERNIA,

OGGI DIPARTIMENTI DEL PUY-DE-DOME, DEL CANTAL

E PARTE DI QUELLO DELL’ALTA LOIRA

di Pierre Jean-Baptiste Legrand d’Aussy

Ho visitato l’Alvernia, amico mio. Tu avevi sospettato, come me, che questo angolo ignorato doveva essere interessante; e oggi, che ne sono ritornato, tu mi domandi che ne penso. Ecco qua. Di tutte le antiche province di Francia, non ve n’è una meno conosciuta; e tra tutte, forse, non ve n’è affatto che, per il fisico e il naturalista, per il pittore e il viaggiatore, non meriti d’esserlo di più.

A non considerarla altro che per la geografia, nessuna ci sembrerà, per la sua posizione, più destinata a essere felice. Situata al centro della Repubblica, ovvero alla portata di tutti i vantaggi e lontana da tutti i pericoli; dotata di una temperatura in apparenza delle più favorevoli; circondata dal Rouergue, dalla Marche, dal Limosino, dai Cevennes, dal Forez, eccetera, paesi poveri e sterili che sembra destinata a nutrire; alla prima occhiata la si crederebbe nata per il benessere dei suoi abitanti e per quello dei vicini.

Questa felicità, tuttavia, non è che illusoria. Con un gran numero di ruscelli che scendono dalle sue montagne, la natura le ha donato un solo fiume navigabile; a parte una piccola regione, l’ha resa aspra e montagnosa, l’ha condannata a brine pressoché continue, l’ha sconvolta con i vulcani; e dopo averla posta, in apparenza, in prima fila tra i dipartimenti della Repubblica, sembra, come per un cambio d’umore, averla relegata di gran lunga tra la folla dell’ultimo rango.

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