Qual è il gran merito di questo romanzo? Perchè ed in che questi Promessi Sposi rappresentano quell'atmosfera nuova che Augusto Comte riconosceva in essi, e per quali titoli iniziano un'epoca letteraria? Perchè tanti ingegni di prim'ordine non hanno dubitato di considerare i Promessi Sposi come una grande pietra miliaria nella storia dello svolgimento del pensiero artistico e letterario non soltanto italiano ma di tutti i paesi civili? Vi sono certi maestri di scuola ai quali pare di aver detto tutto quando hanno detto: i Promessi Sposi sono un gran bel libro perchè sono un quadro storico, vivo e veridico [51] delle condizioni d'Italia e specialmente della Lombardia sotto l'ampolloso, fiacco e depravato governo di Spagna. Ebbene, io protesto con tutta l'anima contro questa maniera di giudizio: con giudizi di questo genere (e se ne emettono tanti ogni giorno!) si sposta completamente la questione, si turbano, si sconvolgono le categorie. Dei quadri storici veridici e completi ve ne sono molti in tutte le letterature che valgono i Promessi Sposi. Ha un bellissimo quadro storico, per esempio, delle condizioni d'Italia alla morte di Lorenzo De' Medici, il Guicciardini. Il libro della conquista normanna di Giacomo Thierry, alcuni periodi di storia inglese del Macaulay, certe pagine sfolgoranti di Tommaso Carlyle che vi mettono sotto occhio la rivoluzione francese, sono bellissimi quadri storici, che, per tale rispetto? valgono meglio di qualunque romanzo. Ma il romanzo dei Promessi Sposi, è un'altra cosa. Quando siamo nel campo dell'arte, l'elemento tecnico, l'elemento scientifico sarà, se volete, il fondamento di tutto quest'organismo vivente e palpitante, ma la sua forza vera, quella per cui si differenzia e costituisce una categoria a sè, consiste in una somma speciale di valori estetici ai quali aderisce la ragione, ai quali aderisce la fantasia ammirando gaudiosamente, ai quali aderisce il cuore umano sorridendo [52] piacevolmente. I Promessi Sposi sono una grande opera d'arte per tutto questo complesso di elementi, raccolti in magistrale unità. Dato il prestigio magico che nessuna mente umana saprà mai definire; data, insomma, l'abilità dell'artista e dello scrittore, quello che era soltanto quadro storico si converte davanti a noi in un quadro ideale che ci tocca, che ci commuove, che ci diverte, che ci esalta; e questo quadro ideale non arriverete mai ad equipararlo con la scienza. S'intende che anche la storia può essere benissimo un'opera d'arte; ma la storia che qui concorre a formare il romanzo non è essa che forma l'opera d'arte. Ed io non dubito di affermare, o Signore, che il romanzo dei Promessi Sposi potrebbe essere molto meno storico ed anche più bello di quello che è; come potrebbe essere molto meno bello ed essere anche più storico.
Certe confusioni sarebbe ora di bandirle per sempre. Anzi, dacchè abbiamo toccato questo tasto, fermiamoci un momento. Se c'è qualche cosa che si possa censurare nella macchina dei Promessi Sposi è appunto un certo squilibrio e un certo soverchiare dell'elemento storico. Fu questo il portato dello spirito un po' meticoloso del Manzoni, perchè il gran lombardo che ricordava tutti i placiti dell'antichità, qualche volta si dimenticava di [53] un detto sapientissimo: cave a consequentiariis. Una volta che egli aveva preso in mano un argomento, una volta che colla sua testa così sottile e così tormentatrice di sè stessa arrivava a porre certe basi e certe premesse, egli non si contentava di andare fino all'ultimissima conseguenza, ma passava il segno. Sapete in fatto quello che gli accadde? Un bel giorno dopo aver ruminato entro di sè tutte le ragioni pro e contro sul come fondere insieme l'elemento storico e l'elemento fantastico ed inventivo, sapete come concluse il Manzoni? Concluse che si credette in obbligo di sacrificare il suo capolavoro e quasi si pentì di averlo scritto! Dunque tutta quella esattezza storica nella quale i pedanti hanno voluto trovare il maggior pregio dei Promessi Sposi non è nè l'unico nè il principale fondamento della nostra ammirazione. Qui invece troviamo un legittimo appiglio alla nostra critica.
Oh! no, Signore, il principio inesauribile della nostra ammirazione è nelle qualità essenzialmente estetiche che Alessandro Manzoni ha profuso nelle pagine del suo romanzo: lo troviamo in quel quadro ideale al quale ho accennato più sopra. Qui egli è veramente grande, perchè tocca le parti più nobili, più delicate, più spirituali dell'animo nostro.
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