A COLUI CHE NON È VENUTO

Io t'aspettavo, fin dal giorno in cui

di fiorire m'accorsi all'improvviso,

primula in marzo. E venne uno, con viso

dolce. Ma io mi dissi: Non è lui.

 

Pioggia e sol, spine e rose, fieno e paglia

m'apportarono gli anni. Anche l'amore.

Non te!... Qualcun ti assomigliò, che il cuore

aggrovigliar mi seppe in gemmea maglia:

 

ed io mi persi a capofitto, giù,

col desiderio folle d'annientarmi

tra forti braccia che potean spezzarmi

come la creta.—Ma non eri tu.—

 

Così, polvere e cenere divenne

ciò ch'io toccai. Seccarono le polle.

Avvizzirono i tralci e le corolle,

e morte, in vita, in suo poter mi tenne.

 

Tu, nato troppo presto o troppo tardi,

per me creato ed a me occulto, solo

perch'io son sola, indifferente al volo

degli anni, se nel tuo deserto guardi!...

 

Tu, che m'avresti avuta come il mare

ha l'onda, uguale a te ma in te perduta,

e nel dominio avvolgitor veduta

a somiglianza tua trasfigurare!...

 

Non venisti, non vieni, non t'attendo

più. Domani morrò. La vita ha fretta,

non vedi?.... Appena schiusa, appena detta

una parola, fugge, impallidendo,

 

quasi colpita da terror....—Ma forse

di là, nell'ombra ove uno spirto tocca

l'altro in silenzio, io troverò la bocca

che solo in sogno la mia bocca morse.

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