III.

Fiorirà dal novissimo pensiero

la novissima lingua; ai puri infanti

coi colloquî degli alberi e coi pianti

dell'acque intatto offrendo il suo mistero.

 

Maravigliosa anima nostra, figlia

del caos, sì presso alla lucente origine

che tocchi, col respiro, la vertigine

degli astri, e chiudi il sole entro le ciglia!...

 

Nella tua nudità senza vergogna,

nella tua forza che a se stessa è braccio,

e, perchè sciolta d'ogni falso laccio,

innocente di frode e di menzogna!...

 

Da oggi a sempre, o tu che nel tuo viso

sol ti rifletti, va per vie d'amore,

lieve ondeggiando in cerchi di splendore

cosmico, e ardendo in ogni atomo un riso!...

 

.... Ma già tramonta, o miei fratelli, il Dio

di questo giorno: già, sanguinolente

nubi e spade di fiamma ad occidente

guardano a noi come per dirci addio.

 

Mai non vedemmo, o miei fratelli, il sole

con tristezza sì grande naufragare:

sparve: è una pioggia ormai, su terra e mare,

di tacite impalpabili viole.

 

Dove sono, o fratelli, le campane

che suonavano un dì l'Ave Maria,

accompagnando il pellegrin per via,

dolci di tutte le dolcezze umane?...

 

Dove le umìli tremule fiammelle

dei lari, guida al vagabondo e scorta?...

O memoria, tu dunque non sei morta!...

uomo, ugual tu sei sotto le stelle!...

 

Chi piange?... Il cuor s'accosti all'altro cuore,

se ha freddo. E dentro soffochi il singulto.

Se rivelato essere a noi l'Occulto

deve, e vinto da noi tempo e dolore,

 

dal più profondo anelito dell'Io

sorga e s'adori,—come nella culla

di strame il Cristo,—innanzi al tutto e al nulla,

l'immortale Unità dell'Uomo-Dio.

FINE.