SPERANZA

Forse il lume ch'io cerco è quel che splende

là in fondo. No. S'è spento. Era un mio vano

miraggio. Ma, più in alto e più lontano,

un altro lume e un altro, ecco, s'accende.

 

Forse il tetto ch'io cerco è quel che fuma

dietro quei pioppi; e alcun v'attizza il fuoco

per riscaldarmi....—No. Sparve. Era un gioco

di nuvole.... Ma un altro è fra la bruma.

 

Forse il fratel ch'io cerco è quel che il viso

ora mi tende, e il cuor nel viso, emerso

sopra la folla. Ed ecco, mi s'è sperso....

Ma un altro volto scorgo, e un altro riso.

 

Come se dal mio alvo fosse espresso

il mondo è mio, sol perchè il vedo in sogno:

quel che ho non curo, e quel ch'è incerto agogno,

e mangio e bevo del mio sangue istesso.

 

Delizia del cadere, e poi delizia

del drizzarsi d'un balzo, senza chiedere

aiuto: e non guardar che la mia fede,

e portar dentro me la mia milizia!...

 

E vado. Ad ogni membro ho qualche benda

su qualche vecchia o giovine ferita.

Pur, così come a me t'abbranchi, o vita,

troppo bella sei tu perch'io t'offenda.

 

Ti benedico, o vita, per l'amore

che mi negasti, per le chiare strade

che mi chiudesti, per le sette spade

con cui mi tormentasti carne e cuore:

 

perchè altro amor più bello, altro sentiero

più largo io sognar posso: e col fantasma

che la speranza al desiderio plasma

vincer la nuda aridità del vero.

Share on Twitter Share on Facebook