LA SERA STRANIERA

Sboccian le stelle elettriche e le stelle

del cielo, argentee, sulle vie che ignori

e non ti sanno. In cerchi di splendori

t'immergi, e mai ti fûr l'ore sì belle.

 

Nome scordasti, e culla, e la menzogna

lunga e lo strazio dell'inutil pianto:

qui, se tu parli nel natio tuo canto,

niuno t'intende.—Passa: taci: sogna.

 

Novella pare l'anima in esiglio

a sè, come nell'impeto del fresco

fiorir di marzo a sè par nuovo il pesco

roseo-chiomato, e di se stesso il figlio.

 

D'ogni basso livor tu l'hai detersa

fuggendo: ed or memoria più non hai:

sfiori, monda e leggera, il sempre e il mai,

in pura infanzia dal lavacro emersa.

 

Il liberato spirito si snuda

pel battesimo sacro. Ardono gli astri

al rito. E tu ti fai simile agli astri

senza tempo, o mia vita, o vita ignuda.

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