La soglia è grigia, di corroso sasso.
L'erba s'inciuffa tra le fenditure.
Offese il tempo un «salve» inciso in pure
linee di grazia sul gradino basso.
La gran porta di quercia non ha chiave
per aprir, non anello sul battente.
Immota, nulla vede e nulla sente
dalla prim'alba al palpitar dell'ave.
—Pietra, e silenzio.—Investe a vampe il sole
il travertino antico, e lo schiaffeggia
la pioggia, e in gelidi aliti volteggia
la neve ad esso intorno, e le viole
spuntano tra gli spacchi, e fruga il vento
dove può, come può, strisciando al muro:
muta la porta sta, quale su duro
volto un serrato labbro vïolento.
Dietro di sè con spranghe e con uncini
di ferro asserragliandola, gli Amanti
stanchi del mondo e de' suoi vani incanti
la sbarrarono un dì contro i destini.
Stanchi del mondo e sol di sè beati,
l'un sul labbro dell'altra, il verde assenzio
bevvero dell'esilio e del silenzio,
ne l'immemore gaudio avviticchiati.
Che fu di loro?... In essi ancor non langue
la febbre che li fa con torvo acrore
cercar coi baci entro la carne il cuore,
ed agli amplessi dà sapor di sangue?...
O pur la sazietà così li torse
che l'un nell'altra incastrò l'ugne a scempio,
sibilando, accanendosi nell'empio
strazio, che in arma il pazzo amor ritorse?...
O pur, per vie segrete, per recessi
opposti, al sol tornarono, alla vasta
luce, alla libertà che amor sovrasta,
in cerca d'aria, in cerca di se stessi?...
.... Pietra, e silenzio.—Sulla soglia l'erba
cresce, e s'affolta, solo umile accento
di vita; e par che plachi in cento e cento
piccoli baci una follia superba.
Dice: Perchè?...—Con un aulir selvaggio
e dolce, dice: Si trasforma amore.
Casa che soffri come un chiuso cuore,
perchè non t'apri, ora che torna maggio?...