NON MI TURBAR....

Se qualche volta i tuoi detti d'amore,

Assorta, io non ascolto,

E m'ardon gli occhi, e insolito pallore

M'imbianca il labbro e il volto;

 

Se, di tutto dimentica, reclino

La bruna testa, e penso,

Non mi turbar—dinanzi a me, divino,

Si schiude un mondo immenso.

 

Da le nubi squarciate io vedo il sole

Cinger, nudo e ridente,

Il suol ricco di mirti e di viole

In abbraccio possente;

 

E dai fieni falciati, e da le messi

Mareggianti all'aperto,

Da le chiome de l'elci e dei cipressi,

Da l'arido deserto,

 

Dai grandi boschi urlanti al vento iroso

Con grido appassionato,

Dal fremito d'amor voluttuoso

Che ravviva il creato,

 

Sento, sento salir coi voli erranti

D'aligere sperdute

Soffi larghi, novelli e trionfanti

Di forza e di salute.

 

E non più sangue, non più sangue allaga

La dolorosa terra,

Non più, feroce ed inflessibil maga,

Spiana il fucil la guerra;

 

Ma tutto il mondo è patria e tutti un santo

Entusiasmo avviva,

E di pace solenne e mite un canto

Vola di riva in riva.

 

Non più il pazzo furor de la mitraglia

Eruttano i cannoni,

Non più volan fra mezzo a la battaglia

Le belliche canzoni;

 

Fuma il vapor; rompe l'aratro il cuore

A le zolle feraci,

Rimbomba de le macchine il fragore,

Rosseggian le fornaci;

 

E sul ruggito leonino e rude

De la terra in fermento

Libertà le sue bianche ali dischiude

Fiera squillando al vento.

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