L'altro drizza la fronte imperiosa
Come tronco di quercia a la procella.
Tace—ma tutta in lui leggo l'ascosa
Poesia de la schiva alma rubella.
Non mi parla d'amor—forse non osa.
Ma l'acuto suo sguardo, ignea facella,
Con secreta carezza e dolorosa
Mi ripete ch'ei m'ama e che son bella.
Quando langue sui vetri il dì che manca,
Ed ei m'affisa ne la smorta faccia,
E pensa, e soffre, e non sa dirmi: Io t'amo,
Io chino il volto con ebbrezza stanca;
Ed un desìo mi spinge a le sue braccia,
Come trepido augello al suo richiamo.