Noi però dobbiamo con altra regola della loro dirigere gli Orologj, e spiegare l’accorciamento, e allungamento de’ giorni in ciascun mese. Il Sole dunque nel tempo equinoziale, che si trattiene in Ariete, o in Libbra, delle nove parti dello Gnomone fa l’ombra di otto nell’elevazione del polo di Roma: in Atene l’ombra ha tre delle quattro parti dello Gnomone: in Rodi delle sette cinque: in Taranto delle undici nove: in Alessandria delle cinque tre: e così in ogni luogo si trova per natura diversa l’ombra dello Gnomone negli equinozj; in qualunque luogo dunque si dovesse costruire un orologio, ivi si ha da prendere prima l’ombra equinoziale. E se sarà, come è in Roma, di otto parti delle nove dello Gnomone, si tiri una linea BT in un piano, e dalla metà si alzi a piombo, sicchè stia a squadra quella, che si chiama Gnomone BA, e dalla detta linea del piano verso la punta dello Gnomone col compasso si misurino nove parti, e dove termina la nona parte, si faccia centro, e sia dove è la lettera A; slargato indi il compasso da questo centro fino alla linea del piano, dove è la lettera B, si descriva un cerchio, il quale dicesi meridiano: indi delle nove parti, che sono dal piano al centro dello Gnomone, se ne prendano otto, ove è la lettera C. Questa sarà l’ombra equinoziale dello Gnomone: da quello punto C per il centro A si tiri una linea, la quale sarà il raggio equinoziale del Sole: indi dal centro slargato il compasso fino alla linea del piano si segni l’equidistanza a sinistra nel punto E, e a destra nel punto I sulla circonferenza del cerchio; e si tiri per il centro la linea, colla quale resteranno divisi egualmente due semicerchj. Questa linea da’ matematici è detta orizzonte. Indi si prenda la decimaquinta parte di tutta la circonferenza, e pongasi la punta del compasso nel punto della circonferenza, dove la seca il raggio equinoziale, e sia il punto F, segnando a destra e a sinistra i punti G, ed H. Indi da questi, e per il centro si tirino le linee fino a quella del piano, dove sono le lettere T ed R: così si avranno i raggi del Sole uno d’inverno, l’altro d’estate. Dirimpetto dunque al punto E sarà il punto I, ne’ quali la linea tirata per il centro taglia la circonferenza, e dirimpetto a G ed H saranno i punti K ed L, e dirimpetto a C, F, ed A sarà il punto N. Si tirino poi i diametri da G ad L, e da H a K. L’inferiore terminerà la parte estiva, la superiore la jemale.
Questi diametri si hanno a dividere ugualmente per metà ne’ punti M ed O, e segnati i punti, per essi e per il centro A si tiri una linea fino alla circonferenza, ove sono le lettere P e Q. Questa linea sarà perpendicolare al raggio equinoziale; e si chiama quella linea alla maniera de’ matematici Axon: da questi punti come centri slargato il compasso fino all’estremità del diametro si descrivano due semicerchj, uno de’ quali sarà l’estivo, l’altro l’jemale. Indi in quei punti, ove le due parallele tagliano quella, che si chiama orizzonte, a destra si ponga la lettera S, a sinistra la V, e dalla estremità del semicerchio, dove è la lettera G si tiri una parallela all’assone fino al semicerchio sinistro, dove è la lettera H. Questa parallela si chiama lacotomo. Finalmente si situi la punta del compasso nel punto, ove questa linea è tagliata dal raggio equinoziale, e sia il punto X, e si slarghi sino a quel punto, ove il raggio estivo taglia la circonferenza, e vi è la lettera H: col centro equinoziale, e coll’intervallo estivo si tiri il cerchio mensuale, il quale li chiama manaco. Così si avrà la figura dell’Analemma.
Fatta questa descrizione e dimostrazione, si segneranno le divisioni delle ore cogli Analemmi secondo il dato luogo, sia colle linee invernali, sia coll’estive, sia coll’equinoziali, sia anche colle mensuali; e sieno quante si vogliano le varietà, e le specie di orologj, si descriveranno sempre collo stesso metodo ingegnoso. Mentre in tutte le figure, e descrizioni l’effetto sarà sempre lo stesso, cioè che sieno sempre divisi in dodici parti eguali tanto i giorni equinoziali, quanto i solstiziali. Tutte queste cose tralascio non per pigrizia, ma per non annojare col soverchio scrivere: dirò solo, da chi sono state trovate le diverse specie, e forme di orologj; poichè non posso io ora nè trovare nuove specie, nè spacciare per mie le altrui. Onde dirò di quelle, che hanno insegnate gli altri, e da chi sono state trovate.