Capitolo VII. Delle Costellazioni Meridionali.

Prima sotto il Capricorno vi è il Pesce Australe, che riguarda la coda della Balena: fra lui, e il Sagittario vi è vuoto: sotto il pungiglione dello Scorpione sta l’Incensiere: le parti anteriori del Centauro si accostano alla Libbra, e allo Scorpione, e tiene nelle mani quella costellazione, che gli astronomi chiamarono Bestia: lungo la Vergine, il Leone, e il Cancro si stende l’Idra per una fila di stelle, e coi suoi ravvolgimenti circonda la regione del Cancro, alzando il becco verso il Leone: sul mezzo del corpo sostiene la Tazza, e stende verso la mano della Vergine la coda, sulla quale posa il Corvo: le stelle, che sono sopra il dorso, sono tutte ugualmente luminose: dalla parte di sotto nel ventre, e proprio sotto la coda posa il Centauro.

Sotto la Tazza, e il Leone corrisponde la Nave, nominata Argo, la cui prora non si vede, ma l’antenna, e le parti del timone rimangono scoperte: la stessa Nave, e proprio la poppa resta unita alla punta della coda del Cane: il Cane minore resta dietro i Gemelli dirimpetto alla testa dell’Idra, e il Maggiore viene appresso il minore: l’Orione resta di sotto in fianco premuto dalla unghia del Toro, e tiene colla sinistra lo scudo, colla destra la clava inalzandola verso i Gemelli: presso i suoi piedi vi è il Cane, che a piccola distanza seguita la Lepre: sotto l’Ariete, e i Pesci sta la Balena, dalla cui cresta partono ordinatamente sotto i due pesci due piccole strisce di stelle, che in Greco, si chiamano Hermedone ; e questo legamento de’ pesci, piegandosi molto in dentro, giunge a toccare la sommità della cresta della Balena. Un fiume di stelle scorre a simiglianza del Pò, prendendo capo dal piede sinistro dell’Orione. Quell’acqua poi, che si fa versare dall’Aquario, scorre fra la testa del Pesce Australe, e la coda della Balena.

Ho esposte le costellazioni figurate, e formate nel cielo dalla natura con un sapere divino, secondo l’opinione del fisico Democrito: ma solo quelle, delle quali possiamo scoprire e il nascere, e il tramontare; imperciocchè siccome le Orse, girando intorno al polo, non tramontano, nè passano mai sotto terra, così parimente le costellazioni, che sono attorno al polo meridionale, il quale per l’obbliquità del mondo resta sotto la terra, vi restano anche esse nascoste, nè col girare escono mai sopra l’orizzonte: ond’è, che le loro figure per l’ostacolo della terra non sono note. È una prova di ciò la stella Canopo, la quale è ignota a questi paesi, ma la sappiamo da’ negozianti, i quali sono giunti sino alle ultime contrade dell’Egitto, e agli ultimi confini della terra.

Ho insegnato il vero giro del cielo intorno alla terra, e la disposizione sì de’ dodici segni, come delle costellazioni settentrionali, e meridionali; perchè da questo giro del cielo, dal corso contrario del Sole per i segni, e dalle ombre degli gnomoni negli equinozj si formano le figure degli Analemmi. Il resto, che riguarda l’Astrologia, e gli effetti che producono e i dodici segni, e i cinque pianeti, e il Sole, e la Luna sopra il corso della vita umana, bisogna lasciarlo a’ raziocinj de’ Caldei; perchè è proprio di questi il tirare la figura della nascita, per potere col ragguaglio delle stelle spiegare il passato, e il futuro. Di che talento, di quanta perspicacia, e quanto grandi uomini sieno stati quei, che sono usciti dallo stesso paese de’ Caldei, lo dimostrano le scoperte, che ci hanno tramandate scritte. Beroso fu il primo, che si fermò nell’isola, e nella città di Coo, e vi aprì scuola: dopo lui lo studioso Antipatro, e poi Achinapolo, il quale insegnò il modo di tirare la figura non che dal punto della nascita, ma da quello del concepimento. Per le cose fisiche vi furono Talete Milesio, Anassagora Clazomenio, Pittagora Samio, Senofante Colofonio, e Democrito Abderite, i quali insegnarono i sistemi da loro ritrovati per ispiegare la maniera, come si regola la natura, e come produce ogni effetto.

Il sistema di costoro seguendo Eudosso, Eudemone, Callisto, Melone, Filippo, Ipparco, Arato, e tutti gli altri astrologi ritrovarono colla scienza degli astrolabj e il nascere, e il tramontare delle stelle, e le proprietà delle stagioni, e le lasciarono spiegate a’ posteri. Il sapere di costoro deve essere ammirato dagli uomini, perchè giunsero a tanto, che sembrano predire per ispirazione divina gli accidenti futuri delle stagioni: ond’è, che debbono queste cose lasciarsi alla cura, ed applicazione loro.

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