Prefazione.

Per i celebri lottatori, i quali avessero vinto ne’ giuochi Olimpici, Pitj, Istmj, o Nemei, stabilirono gli antichi Greci onori così grandi, che non solo ricevono nelle adunanze applausi, portando palma, e corona, ma fin’anche quando ritornano vittoriosi al loro paese, entrano trionfanti su delle quadrighe, e in ogni città; e nella patria, e per tutta la loro vita godono pensioni assegnate sulle pubbliche entrate. Quando a ciò rifletto, ben mi meraviglio, come non sieno stati destinati simili, non che maggiori onori a quegli scrittori, i quali fanno eterno infinito giovamento a tutto il mondo; sarebbe stato in fatti assai più degno un tale istituto, poichè i lottatori non fanno altro, che coll’esercizio rendere il proprio corpo, forte, ma gli scrittori perfezionano non solo l’animo proprio, ma quello d’ognun altro, registrando ne’ libri i precetti e per sapere, e per aguzzare l’intelletto. Che giova in fatti agli uomini, l’essere stato invitto Milone Crotoniate, o tanti altri, che sono stati nello stesso genere vittoriosi, se non che essi viventi furono rinomati fra’ proprj cittadini? Gl’insegnamenti all’incontro di Pitagora, di Democrito, di Platone, d’Aristotile, e di tutti gli altri savj di giorno in giorno con continuate fatiche coltivati, danno non solo a’ proprj cittadini, ma a tutto il mondo ancora freschi, e pronti frutti; e quei, che fin dalla tenera età abbondantemente se ne satollano, acquistano i sentimenti della vera sapienza, e introducono fra gli abitanti e i costumi umani, e la giustizia, e le leggi, mancando le quali non può città alcuna mantenersi.

Giacchè dunque e i privati, e il pubblico ricevono tanti benefici dagli scrittori per il loro sapere, crederei che non basterebbe assegnar loro palme e corone, ma si dovrebbe decretar trionfi, e fin’anche giudicarli degni d’esser consecrati fra gli Dei. Porrò pertanto alcune poche invenzioni di ciascuno di loro utili ai comodi della vita umana, come esempj, perchè considerandogli necessariamente confesseranno gli uomini essere loro dovuti sì fatti onori. La prima, che porrò, sarà di Platone, una delle sue più utili dimostrazioni, appunto come è stata da lui spiegata.

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