Capitolo VI. Della figura del Teatro.

La figura poi del Teatro si farà in questa maniera: (Tav. XVI. e XVII.) determinato che sarà il giro del fondo, fa centro nel mezzo a, e si descrive attorno un cerchio FFF: in esso si hanno ad inscrivere quattro triangoli equilateri, ed equidistanti, gli angoli de’ quali tocchino la circonferenza del cerchio tirato; così fanno anche gli Astrologi nel descrivere i dodici segni celesti, secondo la corrispondenza musica delle costellazioni.

Di questi triangoli quel lato gg, il quale sarà più vicino alla scena, determinerà la fronte della medesima in quella parte, ove taglia la circonferenza del cerchio. Indi per il centro a si tiri una linea parallela bb alla medesima: questa separerà il pulpito del proscenio G dal luogo dell’orchestra A: così il pulpito rimarrà più spazioso, che non è quello de’ Greci, giacchè tutti i recitanti operano appresso noi sulla scena, e l’orchestra è destinata per i sedili de’ Senatori; l’altezza di questo pulpito G non sarà più di cinque piedi, acciocchè quelli, che sederanno nell’orchestra, possano vedere tutti i gesti degli attori.

I cunei per gli spettatori nel teatro sono divisi, da che gli angoli de’ triangoli eee, i quali toccano la circonferenza, dirigono le scalinate fra i cunei fino al primo ripiano C: sopra poi le scalinate poste alternativamente formeranno i cunei superiori sul mezzo degl’inferiori. Gli angoli nel piano, che disegnano le scalinate, saranno sette; gli altri cinque disegnano le parti della scena: cioè quel di mezzo deve corrispondere dirimpetto alla porta reale H: i due prossimi a destra e a sinistra vanno a corrispondere alle porte delle foresterie II: gli ultimi due risguarderanno i passaggi LL, che sono nelle cantonate. (Tav. XVI. e XVII.)

I gradi, ove saranno i sedili degli spettatori, saranno non meno alti di venti dita, nè più di ventidue; le larghezze poi non più di due piedi e mezzo, nè meno di piedi due.

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