Comincia il monte Apennino dal mar Tirreno, e si prolunga verso le Alpi da una parte, ed i confini della Toscana dall’altra, ed il giogo di questo monte piegandosi, tocca col suo giro le spiagge del mare Adriatico, e giunge contorcendosi fino al faro di Messina: tutta la parte interiore dunque, la quale riguarda la Toscana, e la Campania, è amenissima, come quella, ch’è continuamente battuta da’ raggj del sole: la parte di là, che pende verso il mare superiore, è sottoposta all’aspetto settentrionale, ed è racchiusa da lunghi, ombrosi, ed opachi boschi. Quindi gli alberi, che nascono da quella parte, nudriti dal continuo umido, non solo crescono a grande altezza, ma le loro vene anche riempiendosi troppo d’umido si gonfiano, onde tagliati, e scorzati che sono, perduta la vegetazione naturale, e seccati, perdono anche la consistenza delle fibre, diventano per la porosità deboli e spossati, e non possono perciò nè anche aver durata negli edifizj. Al contrario poi quelli, che nascono in luoghi volti in faccia al corso del sole, non essendo così porosi, seccandosi s’induriscono, giacchè il sole estrae da’ medesimi l’umido, appunto come fa dalla terra; onde questi alberi, che sono in luoghi aperti, essendo più sodi per la strettezza delle fibre, e non avendo troppi pori, perchè scarseggiano d’umido, in opera sono di grand’uso e durata. Questa è dunque la ragione, perchè gli abeti inferiori, come quei che vengono da’ luoghi aperti, sono migliori di quei superiori, perchè vengono da’ luoghi ombrosi.
Ho trattato per quanto ho potuto, e saputo de’ materiali che sono necessarj nelle fabbriche, del loro naturale temperamento, e delle loro bontà e difetti, acciocchè il tutto si sappia da chi fabbrica. Avranno adunque più giudizio coloro, che sapranno porre in opera questi insegnamenti, e scegliere secondo i diversi usi il materiale proprio. Si è trattato dunque dell’apparecchio: ne’ seguenti libri si tratterà delle fabbriche stesse; e secondo che richiede l’ordine tratterò in prima in questo seguente libro degli edifizj sacri degli Dei immortali, e delle loro simmetrie e proporzioni.
Fine del libro secondo.