Stabiliti che saranno gli aspetti proprj per ciascuna parte, conviene dopo badare al modo, come si hanno a situare negli edifizj privati i luoghi particolari per i padroni di casa; (Tav. XIX.) e come quei, che restano comuni anche agli estranei. Imperciocchè in quei, che sono particolari, non possono entrarvi se non gl’invitati, come sono le stanze da letto, da mangiare, de’ bagni, ed altre di simil’uso: i comuni all’incontro sono quelli, nei quali può di propria autorità entrarvi anche non chiamato chicchessia, tali sono il vestibolo, il cortile, il chiostro, ed altri che potessero esservi di simile uso. Quindi è che per le persone di uno stato mediocre non sono necessarj vestiboli magnifici, nè tablini, nè cortili; perchè queste tali persone vanno esse a far la corte agli altri, che la ricercano.
Per coloro poi, che fanno raccolte di frutti di campagna, si debbono fare ne’ vestiboli le stalle, le botteghe; e nella casa grotte, granai, magazzini, ed altri comodi simili, per conservare frutti più, che per formare un magnifico aspetto. Per i banchieri, e gabellieri hanno a farsi abitazioni più comode e più belle, e sicure dalle insidie. Per gli avvocati, e letterati abitazioni anche più belle, e più spaziose per le adunanze. Per i nobili finalmente, i quali nell’esercizio delle cariche, e delle magistrature debbono dare udienza a’ cittadini, sarà bene il fare vestiboli reali, cortili alti, chiostri spaziosi, boschetti, e spasseggj larghi per decoro, e per maestà: inoltre le librerie, le gallerie, e le basiliche hanno a essere in magnificenza simili alle opere pubbliche; perchè spesso nelle case di questi si fanno consiglj pubblici, o privati giudizj, e accordi.
Se si distribuiranno dunque con queste regole gli edifizj secondo i diversi ordini di persone col decoro, di cui si è parlato nel libro primo, non vi sarà cosa da riprendere; perchè vi saranno i comodi per tutte le cose. Or di queste cose conviene tener conto non solo nelle fabbriche di città, ma anche in quelle di campagna, con questa sola differenza, che in città i cortili sogliono essere contigui alle porte, ma nelle ville in campagna s’incontrano prima i chiostri; poi i cortili con porticati attorno col loro pavimento, e riguardanti le palestre e i passeggj. Ho descritto brevemente per quanto ho potuto le regole delle case di Città, come io aveva promesso: tratterò ora delle case di campagna, e del modo come si hanno a distribuire, acciocchè sieno comode per i bisogni.