Capitolo IX. Delle Case di Campagna.

Prima di ogni altra cosa si esaminino i siti quanto alla salubrità, secondo le regole date nel primo libro per la situazione di una città, e dopo di ciò si situino le ville; e quanto alla grandezza, sieno proporzionate a quella del podere, o alla quantità de’ frutti. Le corti, e la loro grandezza saranno determinate dal numero del bestiame, e dalle paia di buoi, che vi hanno a praticare: in essa corte si situi la cucina, e nel luogo il più caldo: contigue sieno le stalle per i buoi, e i loro presepj riguardino il focolare insieme e l’Oriente; ciò perchè i buoi in faccia al lume, e al fuoco non diventano ispidi. Quindi è, che gli stessi contadini, ancorchè ignoranti degli aspetti, pure credono che per i buoi non vi sia altro, che quello del levante. Le larghezze poi di queste stalle non debbono essere meno di dieci piedi, nè più di quindici; e la lunghezza tale, che ciascun paio non occupi meno di sette piedi.

I bagni ancora debbono essere contigui alla cucina, perchè così non sarà lontano il lavatojo per le cose rustiche. Lo strettojo da olio sia anche prossimo alla cucina, per avere il comodo necessario per le olive: appresso venga la cantina, e questa abbia le finestre a settentrione; poichè se le avesse a un’altro aspetto, onde potesse essere riscaldata dal sole, il vino, che vi si pone, s’intorbida per il calore, e diventa debole e svanito. L’oliaro all’incontro si ha da situare in modo, che abbia le finestre a mezzogiorno, o ad altro aspetto caldo: poichè l’olio non deve congelarsi, ma a piccolo calore assottigliarsi; la grandezza sarà proporzionata alla quantità de’ frutti, e de’ vasi, i quali se sono di venti anfore l’uno, hanno nel mezzo un diametro di quattro piedi. Lo stesso strettojo, se non è a vite, ma stringe con vetti e con peso, non dee essere meno lungo di quaranta piedi, perchè così vi si potrà raggirare il fattore: la larghezza non minore di piedi sedici, e così sarà libero, e sbarazzato il luogo per maneggiarvisi; se poi vi volesse luogo per due strettoj, sarà di ventiquattro piedi la larghezza. Le stalle per le pecore, e per le capre si hanno a fare grandi in modo, che ciascuno di questi animali abbia di suolo non meno di quattro piedi e mezzo, nè più di sei.

I granaj si facciano in alto, e rivolti a tramontana, o a greco: poichè così le biade non potranno riscaldarsi tanto presto, ma anzi rinfrescate dalla ventilazione si conservano per lungo tempo; quandochè gli altri aspetti generano tonchi, ed altri animalucci nocivi alle biade.

Le stalle per i cavalli, soprattutto in villa, si situino ne’ luoghi i più caldi, purchè non riguardino il focolare: poichè i giumenti stalleggiando vicino al fuoco, fanno ispido il pelame. Sono anche comode quelle stalle, che situansi fuori della cucina all’aperto in faccia al levante: perciocchè quando d’inverno in tempo sereno si ritirano in esse i buoi, e si fanno poi uscire la mattina a pascolare, diventano di pelo lucente.

Le guardarobe, e i magazzini per fieno e farro, e i mulini si hanno a fare lontani dalla villa, acciocchè resti questa più sicura dal pericolo del fuoco. Se poi si volessero fare casini più nobili, si faranno colle simmetrie stabilite per gli edifizj di città, delle quali abbiamo trattato sopra: ma in modo, che non vengano impediti i comodi di campagna.

Non si ha da trascurare maniera, perchè tutti gli edifizj vengano luminosi: quei per altro, che si fanno in campagna, possono con facilità esserlo, perchè non vi è dirimpetto muro alcuno di vicino; ma in città, o le altezze di detti muri, o la strettezza del luogo impediscono alle volte il lume; si terrà perciò questa regola. Da quella parte, onde si ha da prendere il lume, si tiri una linea dalla cima del muro, il quale impedisce a quel luogo, ove è necessità d’introdurre il lume; e se da quella linea riguardandosi in alto, potrà scoprirsi un largo spazio di cielo aperto, si potrà indi senza impedimento prendere il lume: che se lo impedissero o i travi, o le soglie, o i palchi, si possono aprire, o introdurre i lumi di sopra a’ medesimi. Si ha in somma da fare in modo, che da qualunque parte si potrà scoprire cielo, da quella si aprano le finestre: perchè così saranno luminosi gli edifizj. Or se è necessario l’uso de’ lumi ne’ triclinj, e nelle altre stanze, molto più è ne’ passetti, nelle calate, e nelle scale, perchè in questi luoghi sogliono incontrarsi spesso persone, che portan pesi, andando l’una contro l’altra.

Per quanto ho potuto, ho spiegate le distribuzioni degli edifizj all’uso nostro, acciocchè si sappiano da chi fabbrica. E perchè se ne sappia pure la distribuzione alla moda Greca, brevemente l’esporrò.

Share on Twitter Share on Facebook