XV.

Piero ritto sulla porta della Cappella, pallido, tremante, atterrito.

Silvia, genuflessa ancora. Ella pregava sempre, immemore, rapita.

Il Santo sopra di lei, le mani levate in alto, sulla sua testa. Egli sembrava luminoso nel grande candore del suo marmo.

Tutto intorno era il silenzio: il dolcissimo silenzio ch’era stato, in vita, sì caro al Santo penitente.

Non si sentiva che il lene frascheggiar delle fronde e un lontano zirlìo di uccelli sperduti nella foresta. Veniva anche, a tratti, l’intenso olezzo della campagna matura, sotto il bacio del sole...

Piero rivisse un altro giorno, un altro momento, un altro silenzio, come quello...

Lo stesso olezzo empieva la Cappella e il Santo incoronato di nivei fiori, sembrava, come ora, luminoso nel suo candore.... E Silvia, come ora, pregava raccolta.

Quanto tempo era passato!

Come tutto era finito!

Piero chiamò:

— Silvia!

La sorella si alzò e venne a lui.

Ma dette un grido.

— Piero! cos’hai?

Il fratello non rispose.

— Piero! rispondi! tu sei bianco... tu tremi... rispondi! cos’hai?

Piero prese le due mani che la sorella gli porgeva e le unì sul suo petto.

— Silvia, mia Silvia...

La fanciulla, presentendo la misteriosa sciagura, tremò tutta.

Egli si chinò sul volto di lei, smorto, e sussurrò come un soffio:

— Silvia, io l’ho ucciso.

Ella lo guardò presa tutta come da un folle stupore.

Egli perduto, gorgogliando quasi a fatica le parole, disse ancora:

— Silvia, egli mi ha insultato... e io l’ho ucciso.

Silvia cadde in ginocchio, sul marmo. Come un velo di freddo stupore discese sul suo volto di cera. Anche Piero si abbattè sul gradino di marmo, ai piedi del Santo. E stette così, immoto, inerte, a fianco della sorella immemore.

La dolce quiete si fe’ di nuovo padrona del luogo. Veniva più intenso da fuori, l’olezzo della campagna matura, sotto il bacio del sole, e la larga voce del frascheggiar susurrante delle fronde.

Il Santo, le mani in alto, sulle teste de’ due giovani, li benediva uniti, come già altra volta.

Ma ad un tratto Silvia si riscosse. Sollevò il volto e si guardò d’intorno. Poi un sorriso dolcissimo passò come una luce sul suo volto. Guardò in alto il Santo, gli sorrise, poi fisse gli occhi in quelli di Piero. Leggera come una bambina posò le due braccia sulle spalle di lui e avvicinò il volto a quello del fratello, che la fisava spaurito.

E una risata cristallina ruppe il silenzio della Cappella.

FINE

Share on Twitter Share on Facebook