934. Maniera di bianchire la cera. — Por togliere alla cera il suo color giallo, devi tagliarla a sottilissime listarelle, che lascerai esposte al sole parecchie settimane, o che tufferai replicatamente nell’acido muriatico ossigenato.
935. Maniera di conoscere la cera adulterata. — Alcuni mischiano alla cera la sugna, la pece di Borgogna, la trementina e simili cose. Si riconosce questa falsificazione masticando un pezzette di cera; s’ella è pura, non deve aver niente di cattivo al gusto, nè attaccarsi ai denti; le cere mescolate con sego hanno un sapore di sugna; e quelle che contengono della resina, s’appiccano ai denti.
Stante la difficoltà di ridurre a perfetta bianchezza la cera di certi paesi, in molte fabbriche si maschera un tal difetto, aggiungendo alla cera una porzione più o meno grande di grasso di capra o di montone; e s’imbiancano altresì perfettamente le candele, coprendole d’uno strato superficiale di cera bianchissima; tuttavia egli è facile l’indovinare una frode sì fatta, perciocchè queste candele sono grasse, danno un lume poco risplendente, durano minor tempo, macchiano le stoffe, e dove sia caldo, colano intorno intorno.
936. Candele di sego. — Piglia il grasso delle budella e de’ reni degli animali, e fallo prosciugare sopra una pertica; taglialo in piccoli pezzetti; mettilo al fuoco in una caldaja con un tantino d’acqua; dimena continuamente finchè sia interamente strutto; passa per un paniere di vimini, o per un vaso di rame foracchiato a uso di crivello; spremi fortemente; lascia che si rappigli; levane via le lordure, e fallo disciogliere di nuovo con un poco d’acqua in cui avrai messo un’oncia d’allume per ogni 50 libbre di sego, e finalmente colalo nelle forme già preparate e guarnite di stoppino. Queste candele si serbano in luogo asciutto, ed anche si espongono all’aria, affinchè diventino più bianche e più sode.
937. Candele di cera economiche. — Si fanno struggere 8 libbre di cera bianca in un vaso alquanto alto, e vi si aggiungono 2 libbre di sego; in tale miscuglio si tuffano delle piccole candele di sego puro già fatte, le quali per tal modo vengono a ricoprirsi d’uno strato più duro: se tale strato non è abbastanza grosso, si rinnova l’immersione e così finalmente si ottengono candele che non goccioleranno mai; giacchè la cera, liquefacendosi più lentamente del sego, lo conterrà col risalto che vi andrà formando intorno, e gl’impedirà di colare.
938. Altre candele economiche. — Fa bollire lentamente della ossa pestate: 250 libbre d’ossa così bollite somministrano oltre a 40 libbre di grasso depurato, con cui si faranno candele di buonissima qualità, così per la durata, come pel lume; nè temere che la loro fiamma schioppetti. Sono un po’grasse, è vero; ma vi si rimedia coll’unirvi una decima parte di sego di montone.
In generale, le candele fabbricate in forme scanalate, come si usa in parecchi luoghi, ed anche in Toscana, non hanno l’inconveniente di colare come quelle fabbricate in forme lisce.
939. Candele per immersione. — Togli lib. 8 di sego tagliato a piccoli pezzetti, e fa scioglierlo in una caldaja con lib. 2 1/4 d’acqua. Sciolto che sia, passalo spremendo per tela grossa, e rimettilo nella caldaja colla medesima quantità d’acqua, più 9 denari di salnitro, altrettanto di sale ammoniaco, ed il doppio d’allume: bolli il tutto finchè la materia non formi più vesciche, e tutta eguale ne sia la superficie; allora ritira dal fuoco la caldaja: lascia freddare il sego, e levane via con un coltello le lordure che saranno cadute in fondo. Indi abbi in pronto i necessarii stoppini, metà filo e metà cotone, immergili ripetutamente nel sego liquefatto, a cui avrai aggiunto un poco di canfora e d’olio di sasso, e sospendili per farli perfettamente asciugare. In tal modo avrai delle candele che daranno un lume più vivo e più eguale che le candele comuni, non goccioleranno, e ti faranno doppio profitto.
940. Candelotti di castagne d’India. — Piglia 6 libbre di castagne d’India ben monde del guscio e della pellicola; una libbra d’olio di lino o d’oliva; 3 once di grasso di balena; pesta esattamente le castagne col detto grasso; indi aggiungi l’olio; dimena fino a tanto che il tutto sia liquidissimo, e versa in una vettina stretta di bocca. Prendi de’ lucignoli, e, dopo averli tuffati nel grasso di balena liquefatto, introducili in forme di vetro, o di stagno, o di latta, come ti torna meglio, e riempile colla materia debitamente preparata. Indi cavane i candelotti, e falli seccare all’aria per alcuni giorni.