Cézky ed Anna.
Anna fissa il Cézky corrugando le ciglia: questi tenta un istante di sostenere lo sguardo di Anna, poi abbassa il capo intimidito.
Un tono così imperativo, certi modi io non li tollero!
Cézky si lascia cadere sopra una sedia; si nasconde il viso fra le mani.
Oh, le mie illusioni! Il mio sogno!
scoppia in lacrime.
Anna. nervosissima: guardando inquieta verso l'uscio.
Badate! Possono sentire! Può tornare mia suocera!
Cézky si alza, asciugandosi gli occhi: si avvicina alla scrivania riordinando macchinalmente alcune carte.
Anna rabbonita.
Sogno, illusioni!... L'illusione, forse, che io potessi mancare a me stessa alla mia onestà, alla mia dignità!
Cézky.
E al vostro cuore? Adesso non parlate più del vostro cuore!
Anna.
Abbassate la voce!
Cézky.
Perdono, vi domando perdono!... Non badate a ciò che dico, pensate soltanto a tutto ciò che soffro! - Sono giorni e giorni che io cerco di vincere la vostra freddezza! Che aspetto questo momento...
Anna con alterezza.
Parlate dunque! Presto!
Cézky.
Ricordate contessa Anna.......
Anna con atto di insofferenza.
Signor Cézky!
Cézky malinconico, sentimentale.
Bisogna ricordare, lasciatemi ricordare! - Quando sono arrivato qui, il primo giorno, la vostra bellezza mi ha dato l'impressione subitanea di un barbaglio di luce; ma era solo l'entusiasmo di tutto ciò che c'era nel mio spirito, di arte e di poesia. Fossi stato un pittore, avrei dato il vostro volto alle mie madonne; ero un poeta e vedevo le grazie coi vostri occhi e col vostro sorriso! Ma il cuore, poteva ancora tacere, - forse, - la testa, poteva ancora ragionare. - Vedevo voi, in cielo: io, in terra. - Che cosa poteva valere per me - povero profugo, l'oscura nobiltà di mio padre?
con un sorriso di sdegnosa amarezza.
Ero stato beneficato, protetto dal... signor conte! La mia dignitosa fierezza mi teneva sempre davanti agli occhi il mio passato e il mio presente, come una barriera insormontabile, contro ogni speranza, contro ogni desiderio. La vostra bellezza illuminava la mia vita, la mia anima la mia mente... la piccola stanzetta del poeta ignoto e solitario, ma non era che luce! Non era ancora ardore, non era ancora spasimo! Siete stata voi, la prima...
Anna.
No!
Cézky.
La prima a venire di là in biblioteca. - Io leggevo i «Sogni d'amore» del Prati, le «Lettere a Maria» dell'Aleardi... Balbettavo, impallidivo! Ve ne siete accorta e tornavate più spesso...
Anna con sincerità.
Sì, è vero! Questo è vero! E per ciò? Vi vedevo soffrire, vi vedevo infelice - per questo, - ma soltanto per questo, sentivo per voi amicizia e simpatia!
Cézky.
Sapevate che io passavo le intere notti in giardino, sul terrazzo, contemplando le vostre finestre...
Anna.
No! questo no!
Cézky.
Lo sapevate, perchè le vostre finestre s'illuminavano e la vostra ombra appariva dietro i vetri.
Anna.
Io non vi ho veduto!... Io non pensavo a voi! Lo giuro!
Cézky.
Insistendo, insistendo sempre, avete voluto sapere perchè fossi così triste, perchè sospiravo, e quando finalmente, si sono spalancate le porte della mia anima con uno scoppio di pianto, voi, per compassione, s'intende, soltanto per compassione, avete pianto con me!
Anna.
E anche questo è vero! Mostrandomi con voi gentile, affettuosa, speravo di calmare la vostra passione, di consolare il vostro dolore, di poter essere per voi... una sorella.
Cézky con dolorosa ironia.
«... Simile alla rosa
Nella mistica val di Casimira!...»
Aleardi! Aleardi!
Anna.
Ho sperato nella sincerità, nella lealtà della mia stima, della mia simpatia per voi, e nella mia onestà, che tutto potesse risolversi nel conforto di una tenera, di una sicura amicizia.
Cézky.
Amicizia?...
Anna.
Amicizia, ispirata dalla... pietà. Dalla pietà per il vostro dolore che credevo sincero, per il vostro amore che credevo diverso!
Cézky fa una risata ironica.
Anna rivoltandosi.
Infine... Sarò stata leggera, imprudente! Ma qualunque possa essere il mio torto, - anche se agli occhi vostri io oggi posso sembrarvi diversa, mutata, io però, vi ho sempre fatto l'onore di fidarmi di voi, - e non è bello, non è generoso, da parte vostra, il farmene pentire!
Cézky.
E lo spingere un uomo alla disperazione? Il farlo diventare pazzo e credere poi... di potersene sbarazzare comodamente, quando
con gelosia.
il cuore s'inebria di nuove speranze, di nuove gioie? - Questo, sarà forse bello e generoso, ma... non è prudente.
Anna con fierezza.
Sarebbe... una minaccia?
Cézky.
Forse!
lentamente, fissando Anna che corruga la fronte, sdegnata.
Nelle lunghe giornate squallide, tristi, quando sola qui, dimenticata, sentivate il freddo intorno a voi e il cuore intirizzito, allora avete pur voluto riscaldarvi alle fiamme della mia passione! Adesso l'incendio divampa! Fuggire, è troppo tardi!
Anna con collera sprezzante.
Vorreste punirmi per essere stata buona, troppo buona con voi?
Cézky.
Buona con me?
con una risata ironica.
Ah! Ah! Ah! Eravate... gelosa e volevate vendicarvi!
Anna.
Vendicarmi?
Cézky.
Vendicarvi! I miei occhi, il mio pallore, che vi dicevano bella, che vi dicevano cara, vi vendicavano della freddezza, dei lunghi abbandoni di vostro marito. - Non negate! Non sorridete così! E non sfidate la mia gelosia! Abbiate, invece, paura della mia gelosia! Oh, è ben diversa dalla vostra!... Con tanto amore, con tanto desiderio, io, ho appena sfiorata la vostra mano, con le labbra, una volta! Sono geloso, geloso di tutto! Dell'aria, di chi vi guarda, di una carezza al vostro cane! - Oggi, lui, è tornato - è qui - forse per farsi perdonare... E voi lo sperate! Lo leggo nei vostri occhi raggianti!
sottovoce.
È grande il mio amore per voi, ma è ancora più grande il mio odio per quell'uomo.
Anna.
Quell'uomo, signore, è il vostro benefattore! il vostro protettore!
Cézky.
Ma che protettore, ma che benefattore! Quell'uomo mi ha offerto un... un posto, ed io gli ho dato in cambio molto di più: il mio lavoro e la mia intelligenza!
Anna.
Basta! Non vi posso più ascoltare! Sappiate che oggi, come ieri, come sempre, io non ho amato, non ho adorato altri che mio marito!
Cézky diventando pallidissimo.
Voi, sì... Ma lui... lui no!
con ironia.
Non più gite a Como! Non più caccia! Sfido io la bella farmacista... è morta!
Anna.
È falso! Ed è la seconda volta che voi mentite! La signora Ansperti è morta di amore e di dolore un mese dopo che Tito Ansperti fu condannato a morte e giustiziato!
Cézky.
Chi ve l'ha detto?... Lui? il signor conte?
Anna.
Un prete, un degno sacerdote, Don Carlo Morelli. E me lo avesse pur detto mio...
interrompendosi e fissando Cézky.
il signor conte, gli avrei ugualmente creduto. Egli non ha mai mentito.
Cézky con odio e con ira repressa.
Nemmeno io, non ho mai mentito. Lo dicevan tutti a Como! Era la voce che correva...
prorompendo.
Sì, sì, ho mentito! Ho mentito! Perchè... Per questo devo farvi paura
si lascia cadere sopra una sedia, pallidissimo, stravolto.
come faccio paura... a me stesso.
Anna è ancora accigliata, ma poi, mal suo grado, rimane vinta da un nuovo senso di pietà.
Non vediamoci più per ora. Tornate a Milano. Dimenticatemi. Anch'io cercherò di dimenticare... questo brutto giorno, e starà in voi, col tempo il risuscitare in me quel sentimento buono che mi avete ispirato.
si ode di lontano la bubboliera di una carrozza.
Cézky alzandosi.
Vostro marito ritorna!
Anna.
Andate! Partite, senza farvi vedere! Penserò io a giustificarvi!
Il suono della bubboliera si avvicina sempre, a mano, a mano.
Cézky risoluto.
No.
Anna con calma, sicura di sè:
Allora ricordate questo: alla vostra prima parola, alla vostra prima minaccia, sarò io che dirò tutto, io stessa che parlerò al signor conte.
Cessa il suono della bubboliera. Anna si volta vivamente per andare incontro al Lamberti, invece è Giacomino che arriva.