A' miei lettori

Le lettere raccolte in questo Opuscolo non furono dettate da risentimento di personali offese o da spirito di parte. Lo scrivente ama, più di sè stesso e della parte sua, la dignità e l'onore dell'Italia; e se la parola gli proruppe talora dall'animo acerba e severa, ciò mosse da sdegno di tristizie esose agli onesti d'ogni partito, e che ridondano a vergogna del nome italiano. Nè le sue censure sono dirette alle opinioni contrarie alle sue, nè a que' buoni e giusti fra i suoi avversari politici, che amano la rettitudine e la patria al pari di lui, ed onorano la terra nativa colle virtù dell'ingegno e dell'animo: con parecchi dei quali egli ha vincolo d'amicizia, e debito di gratitudine con tutti per la imparzialità de' loro giudizi incontro a contumelie ed ostilità, che egli e gli amici suoi non avevano provocate. Lo adoperare la menzogna a strumento dell'arbitro, e ciò che è tristo ed abietto a vilipendio d'onorati cittadini, stimando per tal modo di scemare riputazione ad essi e alla parte loro ed accrescerla al governo; è errore e malvagità ad un tempo. E a queste basse arti, e allo scempio fatto con esse delle ragioni dell'Onesto e del Giusto e delle private e pubbliche libertà, è rivolto ciò che, negli scritti che seguono possa a taluni sapere «di forte agrume.» Il resto è storia e desiderio ardente, che alle sorti del nostro paese soccorrano tempi ed uomini meno indegni delle speranze de' generosi.

Forlì, Gennaio 1875.

Aurelio Saffi.

Al Direttore

del Giornale il Presente - Parma.

Forlì, 19 Novembre 1874.

Egregio sig. Avv. Arisi,

Non so s'io presuma troppo de' miei titoli alla sua attenzione e benevolenza; ma, contando sull'importanza pubblica dell'argomento e sulla cortesia dell'animo suo, mi fo a chiedere l'ospitalità del Presente, per una serie di lettere, ch'io andrò dirigendo all'amico comune. Alberto Mario, sui recenti arbitrii sofferti da me e da' miei compagni di carcere, e sulla disciolta Consociazione delle Società popolari di Romagna.

Mi è caro e stimo utile, che questa mia risposta alle calunnie del governo e delle gazzette ispirate da' suoi agenti, esca fuori nell' imparziale e reputato Diario da Lei diretto, sì come tributo di riconoscenza da parte mia per lo spontaneo e costante invio che le piacque di farmene, e di stima verso di Lei, sì ancora perchè sta bene che la città, alla quale appartengono gli onorevoli Cantelli e Gerra, e dove la Gazzetta privilegiata de' bandi venali fu tra quelle di simil fatta, che meno si peritarono di vestirmi di costume non mio e tolto dalle più sozze infamie de' trivii , mi conosca nelle mie genuine sembianze e le confronti con quelle dei miei detrattori. Mi creda ecc.

Suo devotissimo

A. Saffi .

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