CRITERI DELLA SCELTA

La sterminata produzione giornalistica schicchiana può essere grosso modo suddivisa in 5 periodi, strettamente connessi alle vicende biografiche dell’autore e a quelle generali della nazione. All’interno di ognuno di questi periodi è possibile rintracciare quella certa omogeneità di pensiero e d'opinioni, quelle connessioni e quei rimandi, che soli possono dare vita ad una raccolta di scritti che abbia un minimo di fondamento scientifico e storiografico. Non avrebbe risposto a tale esigenza quell’antologia di scritti "essenziali" – prodotti in un arco di ben settant’anni di lotte! – che mi era stata inizialmente proposta dall’editore.

I cinque periodi che ho così individuato, ma non escludo un’ulteriore suddivisione in ragione della gran quantità di materiale esistente, sono: 1) dalla diserzione del 1889 al processo di Viterbo del 1893; 2) dal carcere di Orbetello alla prima guerra mondiale; 3) dal luglio 1919 al maggio 1921; 4) dalla nascita de "Il Vespro Anarchico", quindicinale, allo sbarco in Sicilia del 1930; 5) dal processo dinanzi al tribunale speciale fascista alla morte. Si riscontrano notevolissime differenze di pensiero tra l’uno e l’altro periodo, così come sono differenti i leit-motiv dominanti: ad esempio, per citare quelli non compresi o appena accennati nella presente raccolta, i motivi dell’organizzazione anarchica, della critica al repubblicanesimo e dell’antimilitarismo sono presenti in gran copia nel primo periodo, i motivi dell’anticlericalismo, della critica all’anarchia uterina e all'individualismo bisognista lo sono nel secondo, quelli della lotta al fascismo e alla monarchia sabauda nel quarto e nel quinto.

La presente raccolta è imperniata sugli scritti del terzo periodo, che mi è stato relativamente facile reperire e che avevo in parte utilizzato per alcuni articoli apparsi su "Sicilia Libertaria". Dal luglio 1919 al maggio 1921 Schicchi visse un felice momento di creatività giornalistica e di attivismo propagandistico. La rivoluzione sembrava imminente ed egli rivolse alla sua preparazione tutta l’energia che possedeva. Il concetto della rivoluzione inarrestabile e le sperticate lodi per il bolscevismo, scientemente contrapposto al massimalismo socialista, sono stati tra i maggiori motivi di esclusione dalla presente raccolta di diversi articoli, che ho ritenuto eccessivamente datati. In genere, oltre al criterio del coinvolgimento emotivo ed estetico, la selezione è stata effettuata tenendo pure presente l’interesse storiografico, la lunghezza dei brani e la rappresentatività delle tematiche trattate o dei motivi stilistici. Mi ha facilitato il compito lo stesso Schicchi che, nel periodo considerato, pubblicò a poca distanza l’una dall’altra due raccolte di suoi articoli o rifacimenti di suoi articoli. Si tratta de Il Contadino e la questione sociale e di Fra la putredine borghese. Molti di quegli articoli, a riaffermarne il carattere propagandistico, l’importanza e l’attualità sempre viva che vi attribuiva, vennero più volte ripubblicati dall’autore sui giornali del movimento. Stessa sorte venne riservata alla maggior parte di quelli tratti invece –tranne uno,La Leggenda della mafia, apparso sulla "Cronaca Sovversiva" di Galleani – dai numeri unici pubblicati a Palermo appunto dal luglio 1919 all’aprile 1921. Se mi rimane un rimpianto, è quello di non aver potuto adeguatamente documentare il gusto, che Schicchi condivideva con Galleani, per la compilazione dei cosiddetti "medaglioni", descrizioni di uomini politici, letterati e rivoluzionari contemporanei, genere letterario che purtroppo è andato in disuso progressivamente scomparendo.

Gli scritti qui raccolti sono riprodotti con la massima fedeltà possibile riguardo all’originale.

Share on Twitter Share on Facebook