INTRODUZIONE

Poche parole d’obbligo.

Paolo Schicchi ha avuto la sfortuna di morire tardi, d’imbattersi lui vivente in storici di parte anarchica che non l’amavano affatto (Masini, Cerrito e in parte Fedeli) e, successivamente alla sua morte, in un movimento di anarchici organizzatori a lui pregiudizialmente ostili. Se poi, a questi fatti, si aggiunge il legame strettissimo con la terra di Sicilia e le sue tradizioni di lotta – doppiamente emarginate, nella considerazione del movimento operaio a lui contemporaneo come nella storiografia ufficiale, e anche anarchica –, ben si comprende l’oblio che è calato sulla sua vita e sui suoi scritti.

Qualcuno potrebbe obiettare che tale censura Schicchi se la sia da se stesso procurata, con le sue intemperanze, la sua verve polemica, la sua intransigenza. Non nego che il nostro Paolo avesse un carattere del tutto speciale, frutto oltre che di istinti e suggestioni natie anche di studiate regole di comportamento, ma tutto ciò, e lo testimoniano gli scritti qui pubblicati, non aveva niente a che vedere con i personalismi che gli sono stati da più parti calunniosamente imputati. Si vedrà come l’uso disinvolto del linguaggio e l’artificio polemico ben si accompagnassero ad analisi stringenti della realtà sociale, a considerazioni altrettanto pregnanti sulle necessità dell’ora e a fermi richiami ideologici.

Dei tre principali protagonisti del periodo "eroico" dell’anarchismo in Italia, Malatesta, Galleani e Schicchi, senz’altro è quest’ultimo il più ignorato dalla ricerca storica e dalla pubblicistica dei reprints. Eppure, come Malatesta e Galleani, Schicchi è stato uno scrittore estremamente prolifico e originale. La scrittura schicchiana. che questa raccolta tenta di rispecchiare nelle sue varie sfumature, si nutre di erudizione, di reminiscenze storiche e biografiche, di ritratti di contemporanei, di denunce coraggiose ma anche di poesia, di passione ideale e di umorismo. Sono principalmente questi i suoi motivi di interesse che spero non dispiacciano ma anzi servano ancor oggi da stimolo ed esempio per coloro che scrivono nei nostri giornali.

Non è questa la sede adatta per affrontare la messe di problematiche e di interrogativi che suscitano i testi qui raccolti, e i compagni mi scuseranno se ho voluto appesantire il testo solo delle note strettamente indispensabili. Si accolga perciò questo volume solo come un contributo, per quanto modesto, alla rivalutazione di un pensatore e militante per molti versi attuale e affascinante, Ad altri compagni e ad altre occasioni il compito di avviare i necessari approfondimenti critici e storiografici.

Natale Musarra

Share on Twitter Share on Facebook