XI.

IL PRIMO ERRORE.

Ed ora dobbiam registrare gli errori nostri. Una città poteva per lo passato, come Firenze ai tempi di Pier Capponi, come Palermo ai tempi dei Vespri, come Genova ai tempi del Balilla, e può forse ancora al presente, in particolarissimi casi, cacciare una truppa fuori delle proprie mura, ma non può improvvisare gli arti necessari per compiere coll'inseguimento la rotta del nemico.

A chi spettava questo cómpito? All'esercito piemontese! Perchè non lo eseguì? Perchè si erano create diffidenze funeste, perchè oltre il Ticino non si intuì la situazione, e non si poteva intuire: [108] perchè la politica interna, le elezioni, il cambiamento del ministero assorbivano le menti.

Il 23 marzo Radetzky versava in critica situazione, fuggito da Milano procedeva taciturno verso il Veneto in mezzo a soldati, ad impiegati civili, a feriti stanchi ed esausti; nella sua ira impotente aveva incendiato Melegnano. - Bergamo, Como, Brescia, Cremona insorgono.

Il 22 marzo Venezia proclamavasi indipendente; Udine, Treviso, tutto il Veneto orientale comprese le fortezze di Osoppo e Palmanova ne seguono l'esempio.

Per poco che s'attenda, anche Verona, anche Mantova si scuote, e la rivoluzione avvolge nel suo turbinío il debole corpo austriaco. E Carlo Alberto, che ciò prevedeva sino dal 20 marzo, voleva «volare» in soccorso de' milanesi, proprio quando il nuovo ministro della guerra chiedeva dieci giorni di tempo per completare gli armamenti.

Era effettuabile il desiderio del Re? Sì! Già dal 3 febbraio stavano sotto le armi tutti i nati del 1825, 1826 e 1827 ed in parte quelli del 1823 e del 1824: 40,000 soldati erano così ai reggimenti e la forza di una Divisione di guerra trovavasi in gran parte sul Ticino.

Un ardito capitano avrebbe subito compreso che [109] per assicurare e compiere la vittoria dei milanesi non bisognava rafforzare l'esercito, ma muoverlo immediatamente: pochi battaglioni piemontesi congiunti ai ribelli della Lombardia, ai soldati che avevano abbandonate le insegne austriache potevano raggiungere e distruggere l'esercito di Radetzky, il cui nucleo principale sino ai primi di aprile, condusse al di qua del Mincio vita randagia e perigliosa.

Share on Twitter Share on Facebook