I.

La più grande lirica del Rinascimento, è la poesia che emana da quell'epoca stessa.

Epoca unica e veramente maravigliosa! I suoi grandi personaggi non vivono isolati, come quelli di altre epoche insigni; ma respirano in un ambiente medesimo, e hanno, dirò così, un'aria di famiglia che ce li fa subito riconoscere. La gioventù, la curiosità scientifica, l'aspirazione, ne sono le più spiccate caratteristiche. Quegli umanisti non sono dei dotti pedanti, ma degli editori entusiasti. Quegli eruditi, come Pico della Mirandola, son dei poeti. È un'epoca aurorale, in cui tutto si intravede in una rosea luce di gioventù e di poesia. Pensate! Lorenzo, il Savonarola, Pico, Brunellesco, Leonardo, Guttemberg, Colombo, Copernico! - Tutto il Mondo moderno è racchiuso in questi gran nomi. Si scuopre il Cielo e la Terra, gli astri e l'America, la stampa e l'Oriente. Si commenta Platone, si stampa Omero e Virgilio. Si rivela e s'adora il volto sempre giovine e raggiante dell'antichità, che si credea tanto vecchia! In un'estasi mistica e estetica, si tenta di conciliare i due grandi antagonismi, Paganesimo e Cristianesimo. Fioriscono di vita nuova la geografia, la storia naturale, la meccanica, la medicina, l'anatomia, la pedagogia. Un Italiano [179] completa la Terra: un Polacco scuopre l'infinito nel Cielo. Savonarola attesta la coscienza morale e la libertà: Leonardo, la universale parentela della Natura. Simpatia umana è il motto sacro del Rinascimento - prima che esso degeneri in Accademicismo e precipiti nel Barocchismo - per poi tornare alle sue grandi origini del secolo XIV e XV, e dar la mano al secolo XVIII e al secolo nostro.

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