I.

Signore e signori,

Il barocco è la caratteristica del secolo XVII, più particolarmente in Spagna e in Italia; e non solo nella Letteratura e nell'Arte, ma nella Vita; nei costumi, nelle mode, nel cerimoniale, negli spettacoli, nella religione, nell'amore, nella guerra, perfin nei delitti.... Due cose essenziali bisogna però ricordare quando si parla del barocchismo letterario ed artistico; cioè, che nei suoi principii, nel Bernini, per esempio, esso fu una reazione del genio individuale contro il sistematico classicismo accademico e dottrinario degli ultimi anni del Rinascimento. “Meglio ippogrifi che pecore!„ parvero dirsi quei primi arditi nuovatori. Bisogna poi ben distinguere fra barocchi e barocchi: fra quelli fioriti nella prima metà del secolo XVII, e quelli della seconda: non confondere gli audaci coi deliranti, il Bernini col [384] Borromino, il padre Bartoli col padre Orchi. Certo, un po' di barocchismo è in tutti quanti i Secentisti: unica e gloriosa eccezione, il gran Galileo. Ma gli stessi discepoli di Galileo non ne sono affatto immuni. Il Torricelli, per esempio, scrive che “la forza della percussione porta sulla scena delle maraviglie la corona del principato„. Ma il vero delirio, nella lirica, nel teatro, nell'architettura, comincia nella seconda metà del Seicento. Tipi supremi, la facciata del San Moisè del Tremignone, a Venezia; e le prediche del padre Orchi.

Queste sono il vero colmo del barocchismo letterario, e disgradano gli stessi Preti e Achillini. E notate che destarono l'entusiasmo degli uditori e furono applaudite nel Duomo di Milano. Bastano i titoli soli delle prediche per esilararci. Eocone uno: “Le bevande amatorie date a bevere alla sposa dal suo servitore, per farla adulterare„ che vuol dire i diletti del corpo che distaccano l'anima da Dio. È lui che in un panegirico di Santa Maria Maddalena, disse che, prima di udire la parola di Cristo, essa era “sollevata di fronte, sfrontata di faccia, e sfacciata d'aspetto„ ma dopo ascoltato il Salvatore, “le si svegliò nel meriggio del cuore l'austro piovoso del tenero compungimento, e sollevando i vapori dei confusi pensieri, le strinse nel cielo [385] della mente i nuvoli del dolore„. Questo bravo padre Orchi farebbe oggi furore a Parigi fra certi simbolisti, non meno stravaganti, e più sibillini di lui.

Un giorno paragonò la confessione a una lavandaia, la quale “nudata il gomito, succinta il fianco, prende il panno sucido, ginocchione si mette presso d'una fiumara, curva si piega su d'una pietra pendente, insciuppa il panno nell'acqua, lo stropiccia coi pugni, con le palme lo batte, lo sciacqua, lo aggira, lo avvolge, lo scuote, lo aggroppa, lo torce; indi, postolo entro un secchione, poi al fervore del fuoco in un caldaio, fatto nell'acqua con le ceneri forti un mordente liscìo, bollente glielo cola di sopra; giuoca di nuovo di schiena, rinforza le braccia, rincalza la mano, liberale di sudore non meno che di sapone; e finalmente, fattasi all'acqua chiara, in quattro stropicciate, tre scosse, due sciacquature, una storta, candido più che prima e delicato ne cava il pannolino„.

L'uditorio proruppe in applausi, ed egli, il giorno dopo, riconoscente, confessò che “non poteva più contenere in seno il grande amore pei suoi ascoltatori....„ “La vostra attenzione, esclamava, ha fatto da balia a questo amore; lo ha fasciato e cullato; e ora, divezzato dal poppare mercè l'aloe amaro della partenza, si pascerà [386] col solido cibo delle memorie. La brama di tornare a voi è una gravidanza matura, sicchè io sto con la doglia del parto, finchè la grazia del Cielo non mi servirà da Lucina, per figliare un nuovo maschio Quaresimale.„

Ora io domando: sarebbe giusto confondere sotto la stessa denominazione di barocche queste prediche del padre Orchi e quelle contemporanee del padre Segneri? le pagine descrittive, sovrabbondanti, ma pittoresche e musicali, del Bartoli, coi leziosi Disinganni del Lancellotti? le enfatiche ma possenti strofe del Testi e del Filicaia, con le insulsaggini del Ceva? Eppure anche il Segneri e il Bartoli e il Filicaia sono, in gran parte, barocchi. E barocco, ma sempre grandioso e geniale anche nel suo barocchismo, è spesse volte il Bernini. Ora chi oserebbe confonderlo coi Tremignoni, i Borromini, i Buonvicino e i Rusconi? Il Bernini è artista unico nel suo genere: l'ultimo veramente grande e originale artista italiano: con lui l'Italia abdica gloriosamente il suo primato nell'Arte, e assume quello scientifico con Galileo.

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