IV.

Io apro una delle tante opere di Campanella, l'Atheismus triumphatus, e vi leggo che la famiglia degl'increduli è composta di filosofi osservatori della legge naturale, e che di questi appena quattro egli ha sospettato nel secolo suo, e venticinque ne ha veduto in tutta la storia universale.

[221]

I venticinque non ci riguardano. I quattro chi sono? Ei non li nomina e ci sforza a moltiplicare il suo sospetto. Se egli guarda fuori Italia, sarà difficile seguirlo; se all'Italia del suo secolo, ognuno corre con la mente a Sarpi, a Galilei, a Bruno, a Campanella istesso, i quattro singrafi del nuovo vangelo naturale.

Consentite che io rapidamente delinei queste quattro figure.

E comincio da Sarpi. Non è un individuo nè una scienza, è uno Stato. Quello che fu, che doveva essere lo Stato di Venezia, la sua ragione di essere, quello è in atto la mente di Fra Paolo.

Egli conosce tutte le scienze, ma sotto nessuna scoperta, sotto nessuna dottrina egli ha posto il suo nome. Per via di amplificazioni arriverete a dargli il titolo di precursore, ma il nome d'inventore, di sistematore non tocca a lui.... Se lo sottraete allo Stato di Venezia, voi non troverete più il nome di Sarpi.

E la storia del Concilio di Trento? Svela il Concilio - il cui disegno era noto ai principi del tempo - e se non un cattolico, un protestante l'avrebbe scritta; ma nessuna idea nuova balena, non una idea che possiate aggiungere a Machiavelli, non una da aggiungere al Bellarmino.

Scritto chiaro, schietto dal consultore de' dieci, frate cattolico per giunta, il libro corre pel mondo. [222] Un protestante poteva accettarlo, un cattolico non poteva condannarlo. Ma dov'è Fra Paolo veramente?

Sia o no suo, certo ispirato da lui è l'Opinione del come si abbia a governare la repubblica di Venezia per avere il perpetuo dominio. Voi non siete più innanzi al Ducci e al Sigismondi, voi finalmente comprendete come una capitale sorta sul fango e senza soldati proprii potè alzarsi gigante tra due imperi. Venezia è l'Anti-Roma: in questo motto la missione è definita, e s'intende nella grande rivoluzione la catastrofe contemporanea del papato e di Venezia.

Venezia è l'Anti-Roma; è la repubblica del rinascimento; la mente n'è Fra Paolo. Il suo andare, il suo vivere ti mostra il servita; il suo occhio ti dice il consultore di stato; la sua discussione ti apre tutte le parti del rinascimento. La contraddizione in lui è muta; egli non ve la svelerà mai; e il suo labbro è chiuso a voi come in Cosenza la bocca di Telesio era per sempre chiusa a Campanella.

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