Anni Mcclxxxx.

Alla singnoria di messer Rosso Gabriello d'Agobbio, del mese di giungno, i Fiorentini andaro ad osste sopra la città d'Arezzo, e puosero il canpo allato alle mura al Vescovado vecchio, e intorno intorno tutta la città guasstaro; poi si puosero ad asedio al castello d'Anghiari, e iij mesi e xviij die vi stette l'asedio, e poi l'ebbero a patti, e disfecerlo del mese di settenbre.

In questo anno, del mese di maggio, nel sexto d'Oltrarno s'aprese il fuoco in casa Pegolotti, ed arsevi messer Neri Pegolotti e uno suo filgluolo e xj persone.

Poi del mese di settenbre die xij, esendo podestà di Firenze messer Guido da Ponente di Ravenna, i Fiorentini andare ad osste sopra la città di Pisa e guastarla insino alle mura; e poi andarono colla forza del Genovese a Porto Pisano, e disfecero il porto e lle torri e tutta la contrada di Levornia, e tutto il fornimento del porto ne recaro, ke fue pregiato piú xxxm. di fiorini d'auri; e per lo grande di Guido conte di Montefeltro ch'era podestà di Pisa, si tenne la terra che non fue presa da' Fiorentini.

Nel Mcclxxxxj anno, del mese di maggio, i Fiorentini co lloro isforzo andaro ad osste sopra la città di Pisa, e guasstarla tutta intorno dalle tre latora, ad una saettata a piè delle mura; ed abattero San Sevino e 'l Ponte ad Era e tutte le loro castella. Poi la notte della Natività di nostro Singnore, Nerino Tezzoni, castellano del Ponte ad Era per li Fiorentini, perdeo il castello, e la persona con tutta la sua gente dentro da' Pisani fuorono presi e morti.

In questo anno, del mese d'aprile die xx, Tebaldo soldano di Banbillonia con oste di cento cinquanta milia chavalieri venne sopra la città d'Acri, ispeziale camera e magione di Cristiani e della sancta Kiesa di Roma, e per forza di fuoco e di ferro la detta cittade prese e distrusse; e piú di lxxm. cristiani vi fuorono morti. E xliiij giorni continuamente si lla notte come 'l die fue conbattuta, isperando tuttafiata porto di salute, infino a tanto che non videro morto il famosissimo e nobile huomo messer Guilglelmo di Belgiuoco, maestro del Tenpio, nato della gentil casa di Brabant, il quale fu morto d'una saetta avelenata da un turchio. Tanto che fu morto, la gente fue tutta isbigottita; e allora il santisimo huomo messer lo patriarca di Gerusalem, con una parte delli scanpati fediti, si ricolse in sulla nave sua, ch'erano da xxij a xxiijc. di persone; e navicando fugendo, pocho dimorò che lla nave profondò, ed elli e tutta afochò. Un'altra partita di genti, dove pulzelle e fanciulli in quantitade di xm. persone, si richiuso' nel cerchiovito del tenpio; finalmente da' Saracini fuoro messi a fuoco ed a ferro. Un'altra partita di giovani huomini fuorono presi e menati in servaggio, e tutto giorno fatto loro arare la terra come buoi. In questa perdita d'Acri la conpangnia di Peruzzi di Firenze guadangnaro grandissimo tesoro, che fue loro acomandato, e giamai non richessto.

In questo anno Redolfo re della Mangna, non pervenendo alla benedizione inperiale, ch'era eletto re di Romani, morio.

E in questo ano, del mese di marzo, morí il conte Guido Novello e messer Rinieri della Fagiuola e messer Ubaldino dalla Pila delli Ubaldini.

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