Anni Mclviiij°.

Alessandro iii°, nato di Siena, figliuolo di Rinuccio, sedecte papa anni xxj, mesi xj, dí viiij. Questi vinse iiij papi heretici e sismatici, i quali si levarono contro a llui e contro santa Chiesa; ciò fue Octaviano Guidi da Cremona, che Victorio si facea chiamare; il secondo fu Pasquale, che Ginanni Astreniense si facea appellare; il terzo fu Calixto; il quarto Innocentio. Di quactro papi predecti contro Alessandro levati furono maladecti, scomunicati, e li tre di questi erano cardinali, i quali morirono di mala morte. Nel decto tempo di costui, nella Chiesa fu grandissima discordia, e fue cacciato il convento di sancto Anastasio e l'abate di san Paulo perch'elli diceva l'ufficio divino palesemente. E poi per lo decto papa fu rifacto.

E gran discordia nacque tra lo Imperadore e 'l Papa, che per suo favore questi iiij papi predecti si levarono incontro a llui; e perseguitarlo sí forte che il Papa si fuggí in Francia al re e ad sua potentia che l'aiutasse. Onde lo Imperadore si mosse molto pieno di cruccio e di maltalento con grande hoste di popolo e di cavalieri, et andò sopra il Re di Francia, ché v'era il Papa, e con lui vennero 'Re di Brectagnia overo Buemmia e di Danzia e di Pollano con tucto loro sforzo. Et intrando lo 'mperadore col suo exercito in Borgognia, credectesi al tucto torre la terra e il reame. Onde lo re Tebaldo d'Inghilterra soccorse con giente e con moneta lo Re di Francia; e gratia di Dio, sopra i Franceschi non poté acquistare nulla cosa.

Nell'anno Mclxvij fu rifacta la città di Melano. E li Romani furono sconficti a Toscolano dal cavalieri del decto Imperadore.

In quel tempo il decto Imperadore, doppo molti scandoli e persecutioni ch'elli avea facto a papa Alexandro, avendo tema e forte conscienza di cadere della signoria imperiale, per molte cittadi e possenti huomini di Lombardia, che lli s'erano rubellati e volti adosso, e perché il decto papa Alexandro era tucto rinvigorito, fece lo Imperadore ambasciadori e messi spetiali, procacciando di riconciliarsi col Papa. Et il Papa lo ricevecte, et alla città di Vinegia si fece la pace. E questo fu nel Mclxxvij. La qual guerra era bastata xvij anni.

Et in quest'anno arse la città di Firenze, a dí iij d'agosto, da Mercato Vecchio insino al Ponte Vecchio.

Et in quest'anno si cominciò in Firenze gran discordia e guerra intra Consoli di Firenze e la casa degli Uberti; e bastò la guerra xxij mesi, che lli Uberti non ubidivano Consolato né signoria, né etiandio per loro facevano reggimento. E di questa discordia nacque bactaglia cittadinesca e gran mortalità di rubamenti e d'incendij nella città di Firenze. Si misse fuocho in cinque parti, e arse il sexto d'Oltrarno, e da San Martino del Vescovo insino a Sancta Maria a Ughi.

Et in quest'anno Mclxxviij, dí iiij uscente novenbre cadde il Ponte Vechio di Firenze.

Poi nel Mclxxx anni gli Uberti ebbero l'auctorità, e fu consolo e rectore della città di Firenze messer Uberto degli Uberti e messer Lamberto Lamberti e loro compagni. Et in costoro si cominciò il primo Consolato della Città. E questi fu per forza; advegnadio che poi cominciarono a governare la Cittade per modo di ragione e di giustizia, conservando ciascuno in suo stato, tanto che, da Consoli cittadini, feciono electione di chiamare Podestà gentili huomini possenti forestieri; siccome legiendo inanzi scritto troverrete.

Questo Papa fece due Concilii, l'uno fu al Torso in Francia, e l'altro fu ad Roma. E fece fare la pace tra lo Imperadore Emanovello di Gostantinopoli e' Romani; ancora Guiglielmo re di Cicilia e' Lombardi, e bastò per xv anni.

Ne' decti tempi furono diverse cose di gran tremuoti, e castella e rocche e città rovinate, e venti sí forti che rovinavano le magioni e divegliavano gli àlbori di terra con tucte le barbe. E per tremuoto cadde la città di Penitus e di Damasco e gran parte di Costantinopoli, e Actene tucta si disfece, che piú di xxm di persone vi morirono; e il Culiseo di Roma gran parte ruinò. Et il mare forte scemò di calare, e molti navilii afondarono, e piú di lxm d'huomini affogarono; e vm ne perirono solo nel mare di Cicilia, che annegarono.

In questo tempo la città di Melano e Chermona e Piacenza fecero una città contro Pavia, ch'avea guerra con loro. Acciò che fusse piú famosa di nome, si lla chiamarono Allexandra, per nome del buono papa Alexandro. Poi il decto Papa, adimandato da' Lombardi, si lle diede vescovo; e lo vescovo di Pavia privò della dignitate della croce e del palio, per ciò ch'elli teneva la parte dello Imperadore contro la Chiesa, e sempre teneva colli regi antichi che perseguitavano la Chiesa.

Questi, con ciò fusse cosa che lo 'mperadore e i decti papi tenessero tucto tucto il patrimonio di san Piero da Acquapendente insino ad Capperano, salvo la città d'Orvieto e Saracina e Anagnia, si n'andò in Francia e fece un gran Concilio nella città del Torso. E tornando ad Roma per mare, elli per forza di venti capitò a Messina in Cicilia. Il nobile huomo Guiglielmo re di Cicilia non solamente lo ricevette come papa, e' avea guerra co llui, ma sí, co' fa buono filgluolo al buono patre, co' molta dolcezza e bonaritade; e fedelmente si riconobbe a buona cosscienza ch'elli tenea la terra e 'l rengno tutto per la Chiesa e per lui. E perciò, sicome fedele, si llo sequitò e venne co llui. Onde il decto Federigo inperadore, per l'amenda della persicuzione ch'avea data a santa Chiesa, nel nome di Dio elli prese il sengno della santa † per passare oltremare, per riconperare la Terra Santa di Christo, la quale era perduta e venuta alle mani de' cani Saracini, e 'l Saladino soldano avea presa Jerusalem; donde lo stuolo generale passò oltremare: e ciò fue nell'anno del Mille cento lxxxviij. Giunto lo 'nperadore in Ermenia, al passare d'un picciolo fiumicello, elli faghò dentro; ma il suo filgluolo, il qual era allora co llui, sí llo inbalsimò e recollo infino a Ttiro, e quivi si soppellio. Ed elli essendo colla madre si morio poi. Ed ancora morirono quasi tutti i baroni suoi e quelli di Filippo re di Francia e quelli del re Ricciardo filgluolo del re Tebaldo d'Inghilterra, in questo passaggio, sanza nullo adquisto.

In questo tenpo fue il valoroso e savio huomo messer Jovacchino abate in Calavra, il quale fece molti libri sopra l'Apochalipx e sopra il Germia profeta e sopra altri profeti. Questo Abate fue domandato da questi Regi predecti, com'elli capiterebono di questo passaggio ch'elli faceano oltremare contra i Saracini. Rispose l'Abate e disse: - Voi andate e farete niente, però che non è ancora venuto il tenpo che stabolito est.

In questo tenpo Ridolfo, arcivescovo di Colongne, le sante corpora di tre magi, ciò fu Caspar e Baltasar e Melchior, allo re di Persia fece trasslatare in Costantinopoli, e quindi da Santo Storgio in Melano maravilglosamente trassportate, disfatta Melana dallo 'nperadore, in Colongne le ne portò.

Nel decto tenpo san Tomaso arcivescovo di Conturbiera in Inghilterra, nella chiesa sua metropolitana, chantando la messa all'atare, da ij servi del re Ricciardo fu morto: il quale Iddio fece per lui molti miracoli, e da beato Allexandro papa fue con reverenza calonizato. Nel decto tenpo Arrigo re d'Inghilterra mandò anbasciadori al decto Papa, singnificando la morte del decto san Tomaso; i quali anbasciadori giurarono in loro anima dinanzi al Papa ed al suo collegio, come Ricciardo re d'Inghilterra nonn avea colpa di quella morte. Ma il decto Papa, riceputi i decti anbasciadori in Toscanella, sí mandò in Inghilterra, per fare inquisitione di queste cose, iij cardinali, e dinanzi a questi tre cardinali venne il decto re Arrigo, ischusandosi e dicendo ke per sua fattura né consilglo il decto san Thomaso non fu morto. Ma per cagione ke san Tomaso era stato crucciato con Ricciardo re, per amenda della sua morte, mandò cc. chavalieri oltremare, a servire un anno la Terra Sancta contra li Saracini, ed ancora elli si sengnò di †, passare oltremare da ivi a iij° anni.

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